I giorni sembravano volare accompagnati dalle pesantissime lezioni che seguivamo, il programma si era intensificato notevolmente e studiare stava diventando sempre più stressante; come se non bastasse ovviamente, all'ansia provocata dalla scuola, ci si aggiungeva quella che mi gettava addosso mio fratello.
Harry era disperato, l'indomani si sarebbe tenuta la seconda prova del Torneo e, come suggerito dall'uovo, aveva un'ora per trovare qualcosa nascosto in fondo al lago; ora, come potete immaginare, trattenere il fiato sott'acqua per un'ora era un impresa che andava ben oltre le capacità di un qualsiasi mago, anche del più bravo del mondo, perciò era totalmente in crisi perchè non riusciva a trovare una soluzione.
«Harry! Ripetimelo!» lo incoraggiava Hermione, con una tale insistenza da provocare fastidio persino in me, immaginavo quanto si stesse innervosendo lui.
Eravamo tutti esausti, lei continuava a fare avanti e indietro per la stanza con dei libri in mano, Ron russava beatamente sulla postazione difronte alla nostra e io ero seduta accanto a mio fratello, anche lui, accasciato su un libro.
«Le nostre voci ascolterai se negli abissi cercherai» ripeté nuovamente la cantilena che gli aveva suggerito l'uovo, sbuffando contro il libro.
«Il Lago Nero, ovvio direi» disse la riccia tra se e se, continuando a rimbalzare le scarpe contro il pavimento della Biblioteca: ormai eravamo rimasti solo noi.
«Un'ora sola tu avrai...» continuò Harry
«Ovvio di nuovo, anche se riconosciamolo potenzialmente problematico» osservò.
Ma che stava blaterando?
Gettai anche io la testa contro il tavolo, mettendo le braccia a riparo della mia testa.«Potenzialmente problematico!?» chiese mio fratello sarcastico.
«Quand'è l'ultima volta che hai trattenuto il fiato sott'acqua per un'ora?!» continuò.
In effetti..«Harry ha ragione, ma forse avrebbe dovuto svegliarsi prima» commentai schiacciando la faccia nell'incavo del gomito, frustrata.
Ero preoccupata per lui, temevo non riuscisse a trovare una soluzione per il giorno seguente, in quel caso, che sarebbe successo?«Non che tu sia stata molto d'aiuto» rispose acido.
«Come prego?» chiesi stizzita, scattando con la testa all'insù, in posizione eretta, infastidita dalle sue parole.
«Eri molto occupata a gironzolare con i tuoi amici, vero?» domandò ridacchiando amareggiato mio fratello, chiudendo di botto il libro su cui, poco prima, stava poggiando la faccia.
«Harry smettila» lo rimproverò Hermione, tentando di fermarlo.
«Non mi sembra tu ci abbia dato granchè una mano qui, anzi, vieni solo per criticarmi quando sono già in evidente difficoltà?» sentenziò con disprezzo.
Alzò così tanto la voce che persino Ron si svegliò«Per prima cosa, vorrei farti notare che se non fosse per me non avresti nemmeno saputo aprire quel dannatissimo uovo» urlai di rimando.
«Ma non importa sai, qua non sono d'aiuto perciò tolgo il disturbo, applica la tua mente brillante e buona serata» conclusi andandomene e lasciandoli li.Riconobbi i passi del professor Moody andare verso la biblioteca dove poco prima ero anch'io, ma andare via era la soluzione migliore, anche perché se avessi incontrato pure lui, avrei esaurito anche l'ultimo briciolo di controllo.
Era nervoso e lo capivo, ma era tempo che mi assillava con questa prova e non voleva sentirsi dire in faccia la verità, ovvero che aveva iniziato a muoversi troppo tardi senza pensare prima a questa cosa; insomma andiamo si era ridotto alla sera prima!
Ero sua sorella, se non potevo dirgliele io le cose in faccia da chi voleva sentirle?«Potter»
No.
La sua voce era davvero l'ultima cosa che mi serviva quel giorno.«Malfoy ti prego, non è giornata, abbi pietà di me» lo supplicai, esausta di qualsiasi cosa, tentando di fare appello a quel briciolo di buon senso che, forse, possedeva.
«Giornataccia?» ghignò squadrandomi da testa a piedi.
«Esattamente, quindi ti prego.. non mettertici anche tu»
Feci per andarmene ma venni bloccata per il braccio.«Senti, volevo scusami per quello che ti ho detto la sera del ballo, e per un termine in particolare diciamo» cominciò a dire, sembrava quasi in difficoltà.
«Malfoy, non voglio le tue scuse» lo bloccai subito, prima che potesse proseguire e dire altro.
«Ma-»
«Niente ma, lasciami stare» dissi andandomene.
E no, non ero impazzita.
Però non esisteva al mondo che io potessi accettare delle scuse che lui mi aveva fatto solo perché non voleva avere problemi con i suoi amici, Pansy lo aveva pregato di farlo, altrimenti non sarebbe mai venuto a scusarsi e io non avrei mai accettato delle scuse fatte solo per pietà e compassione.
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Piccola Mezzosangue 2 || Draco Malfoy
RomanceSECONDO LIBRO DELLA RACCOLTA "Piccola Mezzosangue" *** In un solo anno la vita di Moon era cambiata radicalmente; andare ad Hogwarts le aveva fatto scoprire di avere una grande attinenza per quasi tutte le materie magiche e, a detta di molti profes...