«Non ne sono tanto convinta» affermai titubante
«Dai Moon, stai tranquilla e non ci pensare troppo» mi disse la mora.
Non avrei saputo dire quante volte avevo già sentito dire quella maledetta frase, ma come facevo a stare tranquilla?
Chi al mio posto sarebbe stato sereno pensando che il proprio fratello gemello stava affrontando un Torneo dal rischio mortale?
Ero sempre stata una persona calma e razionale, ma c'erano sono cose che risultavano impossibili anche a me.«Vabbè io comunque mi metto a dormire» le dissi sperando di chiudere il discorso. Non volevo sentirne altrimenti, le volevo bene ma in quel momento sembrava che nemmeno lei fosse in grado di comprendermi, anzi, sembrava proprio che nessuno lo fosse.
«D'accordo, però cerca di stare serena» mi suggerí la mia compagna di stanza.
«Si.. buonanotte Pansy» risposi freddamente. Non ero arrabbiata, forse un po' delusa da una comprensione che mi aspettavo sarebbe arrivata ma così non è stato.
«Notte Moon» mi rispose arrendendosi, poi spense le luci.
Il che ovviamente non garantì affatto il mio riposo, anzi, continuavo a rigirarmi nel letto in attesa di qualcosa che mi facesse dormire.Avevo trascorso tutto il pomeriggio in compagnia di Hermione che, tra un compito e l'altro, aveva provato a tranquillizzarmi sulla questione del Torneo, ma lei non era mai stata brava a mentire, si vedeva lontano un miglio che cercava più di auto convincersi e che anche lei era terribilmente preoccupata all'idea del pericolo che stava correndo Harry, perciò non mi era stata d'aiuto.
Speravo di trovare conforto in Pansy dato che lei di solito era più distaccata delle situazioni, ma onestamente sentirmi dire di stare tranquilla non serviva a molto, facile a dirsi, avrei voluto vederle al posto mio; insomma nessuno si era rivelato sufficientemente utile.
Non avendo la minima idea dell'orario che correva decisi di scendere al piano inferiore, immaginando di trovare la sala comune vuota, infatti così fu; mi sedetti sul divano in pelle nera che stanziava difronte al camino acceso e iniziando a ripensare alla situazione che stavamo vivendo mi lasciai cadere qualche lacrima sulle guance.
Sapevo essere il tipo di persona che teneva sempre duro e stringeva i denti, ma prima o poi crollavo anche io, tutto lo stress accumulato stava dando i suoi frutti, tanto che le lacrime si moltiplicarono e divennero un vero e proprio pianto.
«Potter?»
Ma porco Godric.
«Dannazione Malfoy, è mai possibile che sei sempre dappertutto?!» sbottai.
Più le situazioni erano complesse, più i momenti erano inadatti, e più si alzava la probabilità che io mi trovassi costretta a scambiare chiacchierate poco piacevoli con lui.«Io?» chiese allibito. Forse leggermente infastidito dalla mia risposta.
«Beh?! Che aspetti ad andartene?!» risposi alterata, aspettando che sparisse al piano di sopra dopo la mia risposta maleducata.
«Io non vado da nessuna parte» si impuntò, prendendo posto accanto alla finestra, sul piccolo cornicione.
«Per Salazar, Malfoy, sparisci dalla mia vista! Sei l'ultima persona che voglio vedere al momento» gli gridai in volto, esausta.
Quasi mi dispiaceva, dopotutto non aveva ancora detto nulla di grave, ma la sua presenza riusciva sempre a rendermi nervosa e intrattabile.«Ti sembra mi interessi?» ghignò staccandosi da dove era e buttandosi sul divano, accanto a me.
«Perché non capisci mai quando è il momento in cui deve smetterla di fare lo sbruffone? Perché non ti rendi conto che diventi un tormento?
Non capisci proprio che la gente ha tanti problemi a cui pensare e che le tue continue prese di mira non aiutano?» gli ringhiai prima di allontanarmi verso la finestra, dove prima lui.Avevo i nervi tesi e la bocca fuori controllo. La rabbia, lo stress, l'ansia, l'accumulo di emozioni negative parlava per me e, malgrado in parte se lo meritasse, non era certo giusto che riversassi i miei problemi su di lui.
«Sono giorni che tento di parlarti civilmente a dire il vero» rispose pacatamente.
Ma come faceva a rimanere così calmo quando gli avevo appena urlato contro?«Malfoy, nel caso in cui non te ne fossi reso conto, mio fratello sta partecipando ad un gioco in cui c'è in ballo la sua stessa vita, quindi scusami se ho rimandato una chiacchierata con te per aiutarlo, davvero perdonami» dissi ironicamente, crogiolandomi con le mani sul petto e tornando poi a voltarmi, per allontanarmi da lui.
«Non è questo il punto Potter» mi bloccò per un braccio. Prese un bel respiro, e parlò.
«Mi dispiace va bene? Non volevo davvero chiamarti in quel modo, sono abituato a dirlo senza pensarci»«Dovresti dare peso alle parole» lo
rimproverai ormai in preda alle lacrime.Mi accasciai anche io sul lato opposto al suo del divano e lasciai cadere le ultime due lacrime sul viso quando all'improvviso lui si alzò di scatto.
«Prendi» sussurrò, e poi mi tirò addosso una felpa con lo stemma della nostra casa.
«Ma cosa-» provai a dire e mi interruppe.
«Seguimi e non fare domande, anzi fa silenzio» mi ordinò, afferrandomi la mano e portandomi fuori dalla sala comune.
Giravamo corridoi del castello senza un apparente meta e non potevo nemmeno urlare o ribellarmi dato che se avessi parlato probabilmente Gazza ci avrebbe trovati nell'arco di pochi secondi.«Siamo quasi arrivati» mi disse dopo poco.
Salimmo ancora in più in cima, scale che sembravano interminabili.«Eccoci, siamo arrivati» mi informò.
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Piccola Mezzosangue 2 || Draco Malfoy
RomansaSECONDO LIBRO DELLA RACCOLTA "Piccola Mezzosangue" *** In un solo anno la vita di Moon era cambiata radicalmente; andare ad Hogwarts le aveva fatto scoprire di avere una grande attinenza per quasi tutte le materie magiche e, a detta di molti profes...