DOHAL'aria è molto fredda, il Natale è alle porte e non ho la minima voglia di alzarmi da questo letto, probabilmente a fermarmi è la consapevolezza che sarà solo un'altra giornata come le altre, un'altra giornata senza Tristan.
Faccio leva su tutte le forze che ho e mi trascino fuori dal letto, mi guardo allo specchio e mi rendo conto solo ora che per tutto il pomeriggio me ne sono stata qui tra una paranoia e l'altra a chiedermi come sarebbe potuta andare, se solo fossimo stati diversi da come siamo. Mi infilo nella doccia e lascio che l'acqua bollente mi cada sulla pelle, con l'assurda speranza che riesca ad entrare sotto pelle per lavare via anche tutto il dolore e la sofferenza che sento.
Infilo la maglietta nera con lo stupido logo del bar e un jeans stretto, mi butto su la prima felpa che trovo e mi metto in macchina, schiacciando insistentemente sull'acceleratore sperando di riuscire ad arrivare in tempo per il turno.La tristezza di questo posto mi opprime, è uno schifo dover lavorare in un un posto dove le persone non fanno altro che rinchiudersi per buttare i propri problemi in un drink, ma devo farlo, devo farlo dal momento in cui ho deciso di lasciare Fargo per trasferirmi a Seattle, lasciando li i miei e tutto ciò che poteva ricordarmi di lui. Ogni giorno, ricevo delle chiamate da parte sua e continuo a non rispondere, ricevo un sacco di messaggi in segreteria, ma non ho alcuna intenzione di ascoltarli. Non l'ho più rivisto dal giorno in cui gli ho detto addio, non so cosa fa e se sta bene, siamo diventati due estranei in un attimo, dopo aver condiviso così tanto.
Se solo fossi stata diversa, magari con un carattere più semplice o se gli avessi dato qualche attenzione in più, forse staremmo ancora insieme.
Non so cosa avrei fatto senza Alya al mio fianco.<<Doha, io e Alan stiamo ancora aspettando una risposta.>>
<<Alya, non è una decisione semplice>> le dico sfregandomi il polso sul tatuaggio che ho deciso di farmi qualche settimana fa, lo stesso giorno in cui ho promesso a me stessa che nessuno sarebbe più entrato nel mio cuore, semmai ne avessi più avuto uno.
<<Doha, credo realmente che dovresti venire con noi a Seattle, una nuova casa, una nuova città, altre persone, un'altra vita, migliore magari.>>
<<D'accordo>> dico,<<verrò con voi, ma non voglio approfittare dei genitori di Alan, abiterò da voi giusto il tempo necessario per trovarmi un lavoro e una sistemazione, proprio come voi.>> Spero che tutto questo serva a farmi dimenticare di Tristan, a farmi ricominciare daccapo .
<<Doha, non hai idea di che sollievo mi dia questa notizia, non sarei riuscita a partire tranquilla sapendoti qui.>>Un cliente ferma il ricordo del giorno prima che partissi per la mia nuova vita, chiedendomi un Jack Daniel's.
Il buio pesto mi fa capire che presto sarò a casa, lontano dal mondo e da tutto il suo schifo.
Dopo aver segnato l'incasso di oggi e sistemato il bar, giro la chiave nella serratura e mi dirigo verso casa.JASON
Olliver, il mio coinquilino, ha pensato bene che per passare la serata domani darà una festa. Odio le feste, fiumi di alcool circolano tra le persone, spinelli e gente che limona senza conoscersi. Faccio uso anch'io di questa merda, perché mi sembra l'unico modo per non pensare a quanto non ho fatto abbastanza per salvare mio padre, per fermarlo, ma io preferisco fumare erba chiuso nella mia stanza senza tutta quella gente intorno che non sa che cazzo farne della propria vita, non che io ne sappia più di loro.
Neanch'io ho granché presente di quel che farò o dove sarò in futuro, probabilmente nemmeno ce l'ho più un futuro.
Non faccio altro che bere, scoparmi le prime tipe che mi trovo davanti e fumare canne. Non servo a molto, non sono mai servito a molto. Quanto vorrei farla finita, se solo ne avessi il coraggio non ci penserei due volte, non sentire più nulla, il dolore, i sensi di colpa, i ricordi. Chiudere gli occhi e far finire tutto questo, tutta questa merda che è la mia vita.<<Va bene>> gli dico controvoglia, d'altronde è anche casa sua.
<<Non pensare nemmeno di non scendere>> mi dice cantilenando.
<<D'accordo>> gli ripeto, sperando che si levi di torno.
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Come Un Tatuaggio
RomanceIn una Seattle illuminata e caotica Doha e Jason si incontrano per pura coincidenza. Ma cosa succede quando vicini fa male,ma lontani di più? Vale la pena rischiare tutto per una storia senza speranza? Come Un Tatuaggio. Questo libro va a chi crede...