Capitolo 15
JASON
Voglio affrontare l'argomento, dal pranzo non faccio altro che pensarci. I suoi genitori.
<<Doha, perché non vai dai tuoi?>> mi faccio coraggio e le chiedo.
<<Perché non credo vogliano vedermi. È una lunga storia.>>
<<Ho tutto il tempo del mondo.>> ribatto sincero.
<<Quando trovai Tristan con un'altra donna feci ritorno a casa dei miei dopo essere andata da Alya ma lui mi ci arrivò per primo. Andó dai miei genitori piangendo e gli raccontò di avermi trovata con un altro in casa nostra. Voleva vendicarsi perché l'ho lasciato e direi che c'è riuscito. Gli hanno creduto non mi hanno nemmeno ascoltata. Da allora mi hanno detto di non farmi più vedere e che non avevano bisogno di una "puttanella" per casa.
In seguito hanno provato a chiamarmi e a mandarmi messaggi, dopo hanno capito tutto, ma per me DOPO era troppo tardi.
Da allora non li vedo e non li sento.>>
<<Non ti mancano?>> chiedo accorgendomi di quanto stupida sia la domanda che gli ho fatto.
<<Si ogni giorno. Ma loro sono i miei genitori, mi hanno cresciuta, dovrebbero conoscermi. Avrebbero dovuto spaccare la faccia a Tristan e invece mi hanno voltato le spalle.>>
<<Doha, hanno provato a chiamarti e a cercarti per rimediare. Perché non provi a perdonarli? Credimi. Andare a letto ogni sera con la consapevolezza che ci sono due genitori pronti a schierarsi con te nella vita vale quanto tutto l'oro del mondo.>> gli dico sperando di riuscire a convincerla che perdonarli è la cosa più giusta da fare.
<<Forse hai ragione.>> mi dice.
<<Allora forza, cambiati! Andiamo dai tuoi?>>
<<Cosa? Sei pazzo?>>
<<Certo che lo sono! Dai, ti aspetto in macchina.>>DOHA
Mi vesto velocemente e raggiungo Jas fuori casa, entro in macchina e gli confesso che non sto capendo granché della situazione.
<<Che stiamo facendo Jas?>> gli chiedo confusa.
<<Quello che avresti dovuto fare già da un pezzo Doha. Andare dai tuoi.>>
Mi perdo nel silenzio dell'auto, Jason mi tiene per mano per tutto il tragitto.
Dieci minuti dopo siamo fuori casa dei miei genitori.<<Dai Jason meglio di no, torniamo indietro.>>
Lui non mi dà ascolto, spegne il motore, scende dall'auto e aspetta che io faccia lo stesso. Premo sulla leva dello sportello e scendo dalla macchina. Mi prende per mano e percorrendo il vialetto di casa suoniamo al campanello.La porta di casa si apre e vedo mio padre e mia madre sulla soglia.
Mia madre mi guarda per qualche secondo, il tempo per capire se sono realmente io e poi scoppia in un pianto lungo e disperato. Mi abbraccia ed io non posso fare altro se non ricambiare il suo abbraccio, dando sfogo a tutta la mancanza provata in questi mesi.
Mio padre ci fa cenno di entrare e io e Jason ci accomodiamo sul divano in sala.
La casa è la stessa, stesse pareti colorate e allegre di sempre, foto rafie di quando ero più piccola, piante fiorite in giro per la stanza. Tutto esattamente uguale al giorno in cui sono andata via, solo una cosa è molto diversa dall'ultima volta. Io.<<Vi preparo un caffè?>> ci chiede mia madre, consapevole di dover affrontare un discorso spigoloso e difficile.
<<No signora, siamo apposto grazie>> risponde Jas notando la mia non risposta.>><<Non ci presenti questo ragazzo Doha?>> chiede mio padre per ritardare il discorso.
JASON
So che fatica sta facendo per essere qui in questo momento e farò di tutto per fargli risolvere la questione.
Il padre di Doha chiede chi io sia.
<<Si, lui è Ja ...>>, <<Sono il suo fidanzato>> rispondo porgendogli la mano <<Jason>>
Doha mi guarda stupita e mi sorride, non si sarebbe mai aspettato nulla del genere, non abbiamo mai parlato della 'cosa' ma cosa manca per definirci in questo modo? Stiamo insieme in tutti i modi in cui due possano stare insieme.
<<È un piacere conoscerti Jason>> mi risponde suo padre. Mi sorride e poi volge lo sguardo verso Doha.
<<Ti dobbiamo delle scuse tesoro>> esordisce la madre di Doha, <<abbiamo sbagliato e ti abbiamo voltato le spalle proprio quando avevi più bisogno di noi. È solo che quando Tristan è arrivato qui era sconvolto, piangeva come un bambino e noi gli abbiamo stupidamente creduto. Abbiamo provato a richiamarti già subito dopo ma tu non hai più risposto e hai cambiato città. Ci manchi e sarai sempre la nostra bambina, nonostante tu possa odiarci.>>
<<Io non vi odio affatto>> risponde Doha. <<Ma se solo mi aveste lasciato spiegare...inutile ritornare sull'argomento, sono apposto così. >> le stringo la mano in segno di approvazione.DOHA
Iniziamo a parlare di cosa abbiamo fatto negli ultimi mesi e mamma tira fuori quei ridicoli album su cui sono attaccate le mie foto da piccola, Jason ride e io mi vergogno infinitamente per quella faccia buffa.
Un paio d'ore dopo saluto i miei lasciando loro il mio nuovo indirizzo, bacio mia madre e mio padre e saliamo in macchina per fare ritorno a casa.
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Come Un Tatuaggio
RomanceIn una Seattle illuminata e caotica Doha e Jason si incontrano per pura coincidenza. Ma cosa succede quando vicini fa male,ma lontani di più? Vale la pena rischiare tutto per una storia senza speranza? Come Un Tatuaggio. Questo libro va a chi crede...