AFFRONTA LE TUE PAURE

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Capitolo 8

JASON
Suoniamo il campanello ed aspettiamo che vengano ad aprirci, mi sento infinitamente fuori posto.
<<Oh siete realmente venuti, non mi sembra vero!>> dice Alan con tono stupefatto aprendo la porta.
<<Ehi fratellone, una promessa è una promessa>> gli ribatte Olliver con fare divertito.
Alan ci fa strada verso il salotto e in un attimo tutto intorno a me si ferma,Doha è seduta vicino al camino acceso, indossa un abito nero fino al ginocchio con una vistosa scollatura sulla schiena ,i capelli sono raccolti in una treccia lunga che le corre sulle spalle, non ha molto trucco addosso, ma è la cosa più bella che abbia visto in tutta la mia vita. Olliver ha raggiunto Alan e Alya in cucina.
<<Ciao >> dico
Perché non me ne sto zitto?
<<Ciao Jas>> mi risponde lei. Un brivido mi corre lungo la schiena... Jas.                               Mia madre mi chiamava così, lo ha sempre fatto, solo lei.
sorrido e mi siedo accanto a lei.
<<Che si dice?>> e distolgo lo sguardo dando un'occhiata sulla tv accesa, si morde il labbro, probabilmente è a disagio e non credo di riuscire a resistere dal baciarla. Questa ragazza è come una calamita per me, mi spinge a fare e a dire cose che Jason quello razionale non farebbe e direbbe mai.
Jason ragiona, alla larga.
<<Nulla di che, solite cose>>risponde sorridendomi.
<<Che mi dici di Tristan? Ti assilla ancora?>> non riesco a trattenermi dal chiederle.
<<No, sembra si sia finalmente arreso>> un senso di sollievo si fa strada dentro di me. Afferro due bicchieri di vino bianco e gliene porgo uno.
<<Ne sono contento e volevo scusarmi per il comportamento che ho avuto con te l'altra sera, non sono abituato a parlare dei miei.>>
<<Mi spiace non volevo metterti in difficoltà con quella domanda. Quando sarai pronto, se ti andrà di parlarmene, sai dove trovarmi>>,mi accarezza la guancia e sento la pelle bruciare esattamente sotto il palmo della sua mano.
<<Sigaretta?>> mi domanda per sviare l'argomento. <<Certo>> dico, accorgendomi di come ci stiano guardando tutti gli altri nella stanza. Non so nemmeno da quanto ci stiano fissando. Quando sono vicino a lei sparisce tutto il resto,mi prende in un modo mai successo prima e so che non dovrebbe, con lei non ho più potere decisionale sulle mie azioni e sulle mie parole, ha lei il potere sulla mia mente, sul mio corpo, sul mio cuore.
La neve cade sul vialetto, fa molto freddo, ma accanto a lei nulla mi sfiora minimamente, il freddo non è poi così freddo e tutto fa meno male.

DOHA
Più passo il tempo con lui e più mi rendo conto di quanto sia una splendida persona, nonostante la brutta impressione che si ostina a dare alla gente, suppongo sia una corazza che si è creata per non mostrare le sue fragilità. Non è felice e sono sicura che dipenda dai suoi, vorrei tanto capire cosa gli passa per la testa. Da quando abbiamo parlato due settimane fa è come se mi abbia anestetizzato un pò il cuore, non penso più costantemente Tristan come prima, mi è stato di grande aiuto, anche se lui probabilmente non lo sa. La mia mente ultimamente vaga verso pensieri nuovi, vaga verso lui. Vorrei aiutarlo ad affrontare i suoi problemi e farlo smettere di sballarsi fumando quella merda solo per dimenticare. Vorrei poter fargli chiudere gli occhi per un istante e fargli dimenticare tutto ciò che non va con uno schiocco di dita.
Ci siamo limitati a guardarci per tutto il tempo, vorrei tanto sapere a cosa pensa. Sento come se tra di noi abbia alzato una barriera e che solo lui può abbassarla, ogni tanto lo fa involontariamente, avvicinandosi un po' più  a me, ma poi torniamo al punto di partenza.

A sigaretta finita raggiungiamo gli altri già accomodati in sala. Il tavolo è pieno zeppo di pietanze, Alya e Alan devono aver confuso il numero di persone invitate a cena, altrimenti non si spiega. Passiamo il tempo tra una risata e l'altra e Alya inizia a raccontare gli aneddoti più simpatici della nostra lunga amicizia. Io e Jas siamo seduti uno accanto all'altra e averlo così vicino mi suscita sensazioni strane. Chissà se anche per lui è così, non riesco a fare a meno di guardarlo e questo mi spaventa, l'amore è un gioco pericoloso e io non ho più intenzione di giocarci.
Alya si alza e si inginocchia ai piedi dell'albero di natale per recuperare delle bustine e poi si rimette seduta insieme a noi.

JASON
<<Ragazzi ho una sorpresa per voi>> esordisce Alya. <<I miei mi hanno chiamata ieri invitandoci per festeggiare con loro il nuovo anno. All'inizio ho pensato di rifiutare, non mi divertirei sapendovi tutti qui senza far nulla per le feste, poi ho pensato che un bel viaggetto non guasterebbe. Quindi ragazzi, fate le valigie. Direzione Fargo! Ci divertiremo! Partiamo domani, alle 16>>
Cosa? Fargo? Che dovrei fare io a Fargo? Sta succedendo tutto così in fretta, Alya mi passa una bustina con il mio nome scritto a caratteri maiuscoli e mi sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi, lo apro e all'interno   ci trovo un foglietto con su scritto: "Molto spesso i regali migliori sono quelli che non si possono vedere ... o toccare."                  
Io e Alya ci conosciamo da un pò di mesi, io, Alan e Olliver siamo stati vicini di casa per anni, sono i miei migliori amici probabilmente dal primo giorno che li ho incontrati, poi Alan si è trasferito a Fargo, per studiare e approfondire la sua materia. Quando è tornato a casa dopo ben 3 anni ha portato con se Alya, probabilmente è la prima ragazza che abbia mai amato veramente. Io e Alya abbiamo un buon rapporto dal primo giorno che ci siamo incontrati, anche se non sono un tipo di molte parole, probabilmente mi conosce più di quanto creda.
Guardo Olliver per cercare di capire cosa sta succedendo, lui ricambia il mio sguardo e fa spallucce. <<Sembra proprio che ci aspetta un viaggio>> mi dice sorridendo <<La mia cognatina è fatta così, ha già deciso tutto.>>
Io e Doha ci guardiamo increduli, lei abbassa lo sguardo e leggo preoccupazione nei suoi occhi.

Come Un TatuaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora