TI CHIEDO SCUSA PER CHI SONO pt2

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Capitolo 18

JASON
Era su di lui, l'ha picchiata e stava per violentarla, se solo non fossi arrivato in tempo non so cosa sarebbe potuto succedere.
Avevo ragione quando volevo impormi di stare lontana da lei. Io ho sbagliato, io devo pagare. Rimanere con lei sarebbe come firmare la sua condanna per una vita di merda e sempre in mezzo ai casini. Non posso farlo. Non posso rovinargli la vita per il puro egoismo di averla con me, non è così che funziona.
Il pensiero di lasciarla mi spezza il cuore in due ma non posso fare altro, devo liberarla dalle catene della mia esistenza, devo lasciarla andare anche se dal primo giorno in cui l'ho vista ho visto in lei l'unica possibilità per una vita degna di essere vissuta. Mi sono innamorato di lei, del suo essere bambina, della sua ostinazione, del suo modo di combattere contro il mondo quando è certa di avere ragione. Mi sono innamorato di lei, tanto da aver sperato in una vita migliore, per lei, con lei.

Non vado a lavoro, entro in un club e ordino da bere. Il primo, il secondo, il terzo ... fino a quando mi si annebbia la mente. Sono le 21 e so che Doha ha appena attaccato al Sun. Mi ha chiamato svariate volte, non gli ho risposto nemmeno una, mi sento troppo uno schifo, mi vergogno troppo per quello che ha subito. PER COLPA MIA.

Ho bisogno di tagliare tutti i ponti che mi portano a lei, voglio saperla felice, senza di me.

DOHA

Jason non si è fatto sentire per tutto il pomeriggio, il suo cellulare squilla a vuoto e non risponde ai messaggi. Quando è andato via era mortificato per ciò che è accaduto. Ho paura che si stia colpevolizzando ed io non voglio questo, non è stato lui a tirarmi quegli schiaffoni e non è stato lui a volermi violentare.
Spero passi presto la serata, voglio rientrare a casa e aspettarlo arrivare dopo il lavoro come ogni notte da quel viaggio ad oggi.


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