DUE CUORI IN FRANTUMI

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JASON
Sono le 13:00 e a momenti dovrebbero arrivare Alya, Alan e Olliver per aiutarci a trasportare a casa mia le cose di Doha. <<Pronta per la nostra nuova vita?>> chiedo a Doha,<< certo, sono sempre pronta!>> mi risponde eccitatissima all'idea che si stia trasferendo da me.
Il suono del campanello ci distrae dalla nostra conversazione, apriamo e troviamo i ragazzi sull'uscio della porta <<siamo pronti, iniziamo?>>,<<certo che sì>> risponde Doha sollevando uno scatolone, ci mettiamo subito a lavoro e in un paio d'ore le cose di Doha sono dentro la sua nuova casa.
<<Vi va un caffè? >> chiedo ai ragazzi visibilmente distrutti,<<si Jason, ottima idea!>> risponde Alan ben felice di accettare. Alya e Doha sono al piano superiore, sistemano i vestiti di Doha dentro l'armadio.
Mi dirigo in cucina per preparare la caffettiera quando dalla tasca squilla il mio telefono, sullo schermo appare un numero di telefono fisso.
<<Pronto?>> rispondo
<<Signor Kaya? Sono il dottor Deniz, la contatto dal Medical House, vi chiamo per informarvi che i risultati degli ultimi controlli effettuati sono pronti.>> mi dice una voce dall'interno del telefono,<<Salve dottore, mi dica pure, spero vada tutto bene>>,<<Si signor Kaya i valori sono perfetti è solo...>>,il sangue mi si gela nelle vene, ho come la sensazione che da un momento all'altro nulla sarà più come prima. <<È SOLO?>> rispondo con tono duro e preoccupato,<<La signorina ha avuto un aborto spontaneo, dovuto sicuramente all'impatto con l'asfalto.>> mi tremano le gambe, credo di cadere, afferro con la mano libera il marmo posizionato sul piano cucina e raccolgo tutte le forze per mantenere l'equilibrio,<<È stato un bene che fosse incinta da pochi giorni, le è servito per evitare la rimozione chirurgica del feto.>>,non riesco a parlare, è come se il mondo mi fosse caduto addosso, mi si annebbia la vita,<<grazie>> riesco a dire con un filo di voce e riattacco.
Corro in salone,<<Doha ho un attimo da fare, torno subito>> le dico e le stampo di fretta un bacio in fronte, faccio un cenno ad Alan e Olliver e li porto davanti all'entrata di casa.
<<Ho bisogno di chiedervi un favore, chiamate tutti gli hotel di Seattle e trovatemi quel pezzo di merda di Tristan.>>,annuiscono, esco di casa e mi metto in macchina, inizio ad andare in ogni Hotel della città, chiedo informazioni a tutte le reception che mi capitano sotto mano, ma di lui nessuna traccia.
Trilla il telefono, è un messaggio di Alan.

L'ho trovato, alloggia al Seattle Grand Hotel, ma ti prego fratello non fare nulla di cui possa pentirti, vuoi che venga li?

Rispondo al suo messaggio con un secco

No

Raggiungo l'hotel, parcheggio l'auto davanti all'ingresso e mi avvicino alla receptionist <<Avrei bisogno di sapere il numero di stanza del signor Ofren >>, <<stanza 237>> mi risponde con gentilezza la ragazza, corro verso le scale e facendole a due a due in pochi minuti sono davanti la porta della  stanza. Busso e con mio stupore apre subito la porta. Non gli do il tempo di pronunciare una sola sillaba, lo colpisco con un pugno al naso, sento il suo sangue caldo bagnare le mie dita, poi un altro pugno e poi ancora. Lui cade all'indietro e io mi siedo su di lui continuando a colpirlo.
<<Pezzo di merda, era incinta! Stavi uccidendo lei e hai ucciso mio figlio!>> gli urlo continuando a colpirlo, il sangue gli esce dal naso e dalle labbra, continua incessantemente a ridere e ogni volta che lo colpisco ho voglia di colpirlo ancora. Poco dopo sento una presenza dietro di me che mi afferra per le spalle e mi stacca da lui,<<basta Jason, basta cazzo! Lo ucciderai>> è Alan che mi porta fuori dalla stanza e mi trascina fino alla macchina.

DOHA
Non capisco cosa succede, Jason è andato via dicendomi che sarebbe tornato da li a poco, ma ancora non si è fatto vedere, lo chiamo e non risponde, poco dopo è andato via Alan e come se non bastasse credo di aver preso un influenza, il voltastomaco mi ha decisamente rovinato la giornata, probabilmente non potrebbe andare peggio di così, o forse sì.

JASON
Ho i vestiti sporchi del sangue di Tristan e le nocche delle mani sono tagliate e sanguinanti, ma non sono le mani a farmi male, il dolore che provo parte da dentro e mi lacera il cuore. Ha ucciso mio figlio.
Alan prova a parlarmi, ma io non dico una parola, la sua voce fa di sottofondo ad un silenzio che mi sta spaccando i timpani.
Arriviamo in casa e Doha mi corre in contro.

DOHA
<<Jas che cazzo è successo?>> mi chiede sconvolta, fissando il sangue.
<<Devo parlarti>> le dico, non riesco nemmeno a guardarla negli occhi, io avrei dovuto proteggerla, avrei dovuto proteggere lei e nostro figlio, ma anche questa volta non ci sono riuscito.
<<Forse noi dovremmo andare>> dice Alan a suo fratello e Alya lanciandogli un occhiata ,si alzano e vanno via. Il silenzio riempie la stanza.
<<Allora? Mi vuoi spiegare?>> mi urla Doha, <<Sei stato da Tristan vero? Me l'avevi promesso! Mi avevi promesso che avresti lasciato perdere, che non ci sarebbero stati altri guai! Perché Jason? Perché non riesci a stare lontano dai guai? Jason mi sono ripresa benissimo, ho recuperato tutta la salute che avevo perso, che bisogno c'era? Perché  ? >> mi urla, mi si forma un nodo in gola, mi sta dicendo che si è sbagliata su di me? Che ho fallito ancora?
<<Perché ha ucciso nostro figlio cazzo!>> le urlo, lei mi guarda dritta negli occhi e si zittisce, un capogiro la fa sedere sul divano dietro di noi.
<<Che cazzo stai dicendo Jason? Nostro figlio?>> mi chiede,
<<Si, nostro figlio, eri incinta Doha, hai avuto un aborto spontaneo. Mi ha chiamato il medico mentre ero in cucina. E tutto questo grazie a chi? Grazie a Tristan.>>,lei inizia a tremare e mi guarda come se aspettasse di sentire che è solo uno scherzo di terribile gusto, ma no ,non è uno scherzo, è la triste verità di una realtà crudele. I suoi occhi si riempiono di lacrime e si butta tra le mie braccia. Restiamo immobili così,per ore, a piangere e a sostenerci, liberando con le lacrime tutto il dolore che rischiava di farci affogare.

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