VERITA' SCOMODE pt2

175 13 1
                                    

JASON
Dalla fine del gioco la macchina è invasa dal silenzio se non per la playlist di Doha che si sente in sottofondo. Continuo a pensare e a ripensare alle nostre bocche che si toccavano ieri sera, credo di averla ferita con la frase con cui me ne sono uscito prima. Probabilmente ora crederà che per me è una come le altre, ma forse è meglio così. Dobbiamo bloccare questo gioco pericoloso che abbiamo iniziato e non parlo di obbligo o verità.

Ho ormai perso il conto da quante ore siamo in macchina, oggi il sole illumina la città e nonostante la neve la temperatura è abbastanza alta. Un cartello ci avvisa di essere entrati a Fargo e a parte io e Alan che è alla guida dormono tutti.
5 minuti dopo siamo nel vialetto della casa dei genitori di Alya.

DOHA
<<Sveglia dormiglioni, siamo a Fargo!>> urla Alan dal sedile del guidatore.
Apro gli occhi e mi rendo conto di essere ancora mezza addormentata sulla spalla di Jason. Riacquisto lucidità e di scatto mi sposto, mi faccio largo tra Olliver e il sedile del passeggero e scendo dall'auto.
Recuperiamo le nostre valigie e ci dirigiamo verso la porta di casa di Alya.
Sua madre è sulla porta, probabilmente aspettava il nostro arrivo e abbraccia la figlia come se fosse una vita che non la vede.
Il papà di Alya ci aiuta a portare dentro i bagagli e ci salutiamo con un abbraccio uno per uno. Entriamo in casa e un odore di biscotti ci pervade il naso e lo stomaco.
Alya mi prende per mano e corriamo in cucina a rubare qualche biscotto dal vassoio, lo facciamo da sempre, da quando eravamo piccole e come sempre anche questa volta la Kally ci guarda con aria stizzita dalla porta d'entrata della cucina. Tutte e tre scoppiamo in una grossa risata.
<<Siete le solite! Le mie bambine! Sono così felice di avervi qui>>
Ci abbracciamo e forse questa vacanza non sarebbe potuta iniziare meglio.

Non ci vuole molto perché la mia mente torni di nuovo a quello che ha detto Jason in auto. È davvero uno stronzo e poi quantomeno avrebbe potuto evitare di dirlo davanti a me.

Torno in salotto e vedo Jason, Olliver, Alan e Ethan sul divano a guardare una partita di football, Jason mi vede, ma distolgo subito lo sguardo da lui. So che non potrò rimandare la conversazione all'infinito ma non è il momento.
Io e Alya saliamo al piano superiore e ci dirigiamo nelle camere per mettere a posto i nostri vestiti.

JASON
Credo di averla ferita, sono sicuro di averla ferita, ma d'altronde sarebbe stata solo questione di tempo, l'avrei ferita ugualmente e la cosa peggiore è che ferendo lei ancora una volta ho ferito me.
Ho bisogno di parlargli e non potrà evitarmi in eterno.

Come Un TatuaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora