LA VIGILIA DI NATALE

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JASON
Non so come,ma sono sopravvissuto ad un altra giornata di merda,ho voglia di un bicchiere di jack D e di staccare da tutto. Rientro a casa,faccio una doccia durata più del dovuto e mi infilo una tuta con una felpa. Prendo le chiavi dell'auto e mettendo in moto mi dirigo in un bar a qualche isolato da qui,deve essere una nuova apertura,l'ho notato stamattina mentre con lo zio ci dirigevamo  sulla statale per caricare un'auto andata in avaria. Mi fermo davanti al bar e ci penso due volte prima di entrare,la gente all'interno è davvero tanta.

DOHA
Oggi al bar c'è più gente del solito e penso che oltre a sistemare al meglio questo posto il mio capo debba trovare presto qualcuno che ci dia una mano.
Come può una persona sola servire da bere e star dietro a uomini ubriachi che ne combinano sempre una?

<<Un Jack Daniels perfavore.>> dice una voce da dietro il bancone.
NON PUÒ ESSERE. Jason qui?
Mi volto e noto stupore nei suoi occhi. Non si aspettava che fossi qui,come io non mi sarei mai aspettata che lui si fermasse in un posto come questo.
<<Te lo porto subito>> balbetto e corro a recuperare la bottiglia.

JASON
Doha? Come diavolo ho fatto a non capire che è lei? Non ci credo.
Mi serve il bicchiere sorridendomi.
<<Che ci fai tu qui?>>
<<Beh è il mio posto di lavoro,più che altro che ci fai tu qui?>> gli rispondo
<<Ho deciso di uscire a bere qualcosa,in mattinata avevo notato questo piccolo locale e ho deciso di venire a dare un'occhiata. Non sapevo che lavorassi qui. >>
<<Beh si per ora tutto ciò che posso permettermi è lavorare qui,mi adeguo nonostante non mi faccia impazzire il posto.>>

Mi sorride,gli sorrido e torna al suo lavoro.

DOHA
Giuro che tutto mi sarei aspettato,ma mai che stasera avessi rivisto Jason. Dilan,il mio capo,continua a fissarmi,sarà meglio tornare a lavoro.
Gli sorrido e mi rimetto a pulire il bancone.

<<Ehi puttanella,quanto ancora devo aspettare per il mio Rum?>> urla un tipo ubriaco marcio seduto verso gli ultimi tavolini della sala. Lo stronzo non ha considerato che l'ennesimo Rum che mi ha chiesto gli era già stato servito un quarto d'ora fa e se l'è scolato in un sorso.
La rabbia mi monta addosso e per un momento considero l'idea di lanciargli addosso la bottiglia in vetro che ho in mano. Faccio per aprire la bocca per rispondergli a modo ma vedo Jason che di scatto si alza rovesciando lo sgabello per terra,si fionda sul tipo,lo prende per le spalle e lo manda a sbattere contro il muro. Sono impietrita dalla situazione alquanto surreale.

JASON
Vedo rosso,ho il sangue davanti a gli occhi,questo brutto stronzo lo riduco in pezzi.
<<Che cazzo hai detto brutto stronzo?>> gli urlo posizionando la mia faccia a un centimetro dalla sua.
<<Non è colpa mia se non sa fare il suo lavoro>> mi risponde con aria spavalda.
Gli sferro un pugno in pieno volto e poi mi rendo conto che Doha mi trattiene per felpa cercando di farmi mollare la presa.
<<Ora tu gli chiedi scusa se vuoi rientrare in casa ancora con un naso Okay?>>
Lo stronzo annuisce e chiede scusa a Doha.
Un uomo frettolosamente si dirige verso l'uomo sanguinante lo prende per un braccio e lo sbatte fuori dal locale. Suppongo sia il proprietario a cui è stato raccontato l'accaduto.

DOHA
<<Grazie Jason,ma sarei stata capace di vedermela da sola,potresti passare dei guai a causa mia.>> dico a Jason cercando di capire bene cosa sia successo

<<L'avrei fatto per chiunque Doha,le persone vanno rispettate,stai solo cercando di fare al meglio il tuo lavoro e nessuno può permettersi di offenderti in quel modo.>>
<<Beh allora grazie>> gli rispondo.

<<A che ora stacchi? >> mi chiede
<<Tra quindici minuti>>
<<Se vuoi ti aspetto e ti do uno strappo a casa>> mi propone
<<Va bene ti ringrazio>> gli rispondo e finisco di sistemare le ultime cose.

Quindici minuti dopo siamo in macchina davanti al mio appartamento,lo ringrazio ancora per avermi difesa e augurandoci una buonanotte scendo dall'auto e vado verso la porta di casa.

DOHA
Sono passate 2 settimane dalla sera della festa,Tristan continua a chiamarmi inutilmente ma in modo meno insistente,chissà magari pian piano se ne sta facendo una ragione. La mia vita continua ad andare nella direzione di sempre,lavoro,poche uscite con Alya e divano. Hurt di Christina Auguilera suona dal mio telefono.
<<Ehi>> gli dico.
<<Ciao cercavo la mia amica Doha,è in casa?>> risponde Alya scherzosamente, <<Che fine hai fatto? È da venerdì scorso che non ti si vede>> aggiunge.
<<Sono stata molto impegnata con i lavoro e la casa>> mento,non ho assolutamente la voglia di uscire e fare baldoria.
<<Certo Doha,a volte dimentichi che sono la tua migliore amica e ti conosco più che bene,ma tranquilla faccio finta di crederci. Comunque stavo per dimenticarmi,sai che oggi è la vigilia di Natale vero? Ti aspettiamo qui per cena e non darci buca come sempre. >>
<<D'accordo>> gli dico, <<A stasera>> e riattacco.
Avevo completamente rimosso dalla mente la cena di stasera,Alya e Alan sono da poco andati a vivere insieme,i genitori di Alan sono partiti per le vacanze natalizie e sono soli qui a Seattle.

JASON
Questa cena a casa di Alan inizia a darmi sui nervi,non ho un un bel nulla da festeggiare e tutte queste lucine in giro mi mettono soltanto più rabbia. Vorrei stare qui come tutte le altre sere a sballarmi e non pensare a niente. Ultimamente ho perso l'interesse anche di scoparmi le ragazze che ogni tanto vengono ai festini che organizza Olliver,non servo più nemmeno a quello,mi chiedo quando finirà questo schifo di vita che sono costretto a vivere,se solo fossi meno codardo ne porrei fine.
Olliver ha insistito molto dicendomi che Alan e la fidanzata avrebbero passato la vigilia da soli e mi sono lasciato convincere,chissà se Doha sia tornata dai suoi per le feste. È il periodo dell'anno che odio di più,a casa mia il Natale è sempre stato la festività più attesa,mia madre ogni anno preparava dei biscotti a forma di albero e tutta la famiglia si riuniva insieme per festeggiare,ma dall'anno scorso tutto è cambiato,da quando sotto l'albero di natale ho ricevuto la notizia della malattia di mia madre. Da quel giorno il natale per me è diventata una festa insignificante,da evitare come la peste,odio gli addobbi,i regali e tutte le cazzate sulla bontà delle persone. In questa vita non c'è niente di buono.
Oliver bussa alla porta.
<<Ehi stronzo,non ti sembra ora di prepararti? Ci resta mezz'ora.>> sbuffo e alzo gli occhi al cielo maledicendomi per aver acconsentito a partecipare a questa stupida cena.
Per tutto il tempo oggi ho dovuto convivere con il passato,evitando di fumare per essere almeno presentabile a cena dai due. Probabilmente ero strafatto mentre Olliver mi aveva proposto di passare la vigilia da suo fratello,non c'è altra spiegazione.
<<Mi vesto e scendo.>>
A doccia fatta mi infilo l'unico paio di pantaloni neri che posseggo e un maglioncino nero,lascio i capelli mossi cadere sulla fronte in modo disordinato,non ho voglia di perderci tempo su,infilo le converse jeans e scendo,non ho tempo per radermi,ma chi se ne frega.
Olliver è giù ad aspettarmi,ci infiliamo in macchina e partiamo.

DOHA
Sono stata fino a un quarto d'ora fa a chiedermi se andare o meno alla cena e sono in un ritardo fottuto.
Mi infilo nella doccia,forse la più corta di tutta la mia vita,e in fretta e furia mi vesto per l'occasione. Niente di che,giusto per rendermi presentabile il minimo indispensabile.
Metto su un po di cipria,una sottile linea di matita,un po di rimmel e una passata di burrocacao,d'altronde è una cena tra amici e non c'è bisogno di strafare. Salto in macchina e riesco ad arrivare puntuale all'appuntamento.
Alya mi salta addosso abbracciandomi. <<Finalmente,mi sei mancata in questi giorni>> mi dice,gli sorrido e sollevo un sopracciglio prendendola in giro per la sua smielatezza.
È la prima volta che vedo la casa di Alya e Alan,è veramente splendida,lei ha sempre avuto buon gusto e noto che non fa che migliorare. Per casa ci sono appesi un sacco di quadri con le loro foto,le pareti sono arancioni con delle striature di arancione più scuro,l'albero di natale illumina la casa ancora di più ed è addobbato con nastrini e lucine intermittenti.
La vedo felice e mi riempie il cuore di gioia.
Mi accomodo vicino al fuoco,perdendomi nella tranquillità.

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