LA SPERANZA DI SALVARTI pt2

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DOHA
Chiamo un taxi e mi faccio portare al Sun.
Eddy, il mio capo, è dietro il bancone.
<Doha! Che ci fai qui? Oggi hai il turno pomeridiano, hai dimenticato?>> mi chiede,<<Non sono qui per lavoro Eddy, sono qui per chiederti il pomeriggio libero>> gli rispondo,<<certo Doha non c'è problema, ma qual è  l'altro motivo per cui sei venuta? Fosse stato solo il pomeriggio libero mi avresti chiamato>>,ed io non posso far altro che dargli ragione,<<avrei bisogno di vedere le telecamere del Sun, insomma, i video che risalgono alla sera del mio incidente nel parcheggio>>,<<cos'hai intenzione di fare Doha?>> mi chiede preoccupato,<<devo tirare fuori Jason da quella cella!>> ribatto convinta,<<sai Doha, per privacy legalmente non posso mostrare i video se non alle forze dell'ordine>> mi dice combattuto,<<Ti prego Eddy, dovesse succedere qualcosa mi prenderò tutta la responsabilità,  dirò di essermi intrufolata negli uffici, ma ti prego, TI PREGO, è la mia unica speranza>>,<<d'accordo, andiamo>>,mi dice.
Eddy chiede a sua moglie di rimanere dietro al bancone e mi invita a seguirlo.
Una volta nell'ufficio di video sorveglianza avvia le registrazioni e cerca nella lista la data dell'incidente, il video parte ed ecco tutto quello che cercavo, avevo ragione, c'è il video in cui Tristan ha cercato di uccidermi.
<<Ed ora?>> mi chiede Eddy,<<ora avrei bisogno che mi passassi il file sul telefono e su un cd>>,fa come dico e in pochi secondi l'unica arma che io abbia in mano è sul mio telefono. <<Grazie Eddy>> gli dico, <<non sai quanto tu mi sia stato d'aiuto, non ti ringrazierò mai abbastanza>>, <<Non è nulla Doha, ma ti prego non metterti in pericolo.>> mi risponde, gli sorrido e vado via.

JASON
La visita di Doha mi ha ricordato che li fuori una donna meravigliosa mi aspetta ed io devo fare di tutto per uscire fuori di qui, so bene quanto sia delusa dal mio rifiuto di far pagare a Carl la cauzione, ma spero ancora che i miei avvocati riescano a tirarmi fuori di qui, scavando nel passato di Tristan magari.
Mi viene servito un vassoio con del cibo, ma non ho voglia di mangiare nulla, non chiuso qui dentro, non sapendo che Doha è sola lì fuori e in città c'è ancora Tristan.
Mi sdraio sul letto e il tempo non passa mai.

DOHA
Entro in casa e chiamo Alan.
<<Alan, hai da fare?>> chiedo,<<no Doha sono appena rientrato a casa, che succede?>> mi risponde,<<potreste raggiungermi a casa?>> Supplico,<<magari anche Olliver>>, aggiungo,<<Certo arriviamo>> mi rassicura e riattacca.
Poco Dopo Alya, Alan e Olliver sono a casa mia.
<<Che succede Doha?>> mi chiede Alan.
<<Credo di aver avuto un idea>> rispondo speranzosa.
I tre si fanno spiegare per filo e per segno il piano.
<<È molto pericoloso>> mi dice Alya.
<<È l'unica possibilità che ho>> gli rispondo supplicandola con gli occhi di aiutarmi.
<<Possiamo tentare>> dice Alan,<<ma noi veniamo con te, altrimenti non se ne farà nulla>>,aggiunge,<<mi va bene>> lo informo, accompagnamo Alya a lavoro e mi con i ragazzi raggiungiamo l'hotel in cui Tristan alloggia.

Scendiamo dall'auto, una volta all'ingresso chiediamo alla ragazza della reception qual è il numero di stanza di Tristan, chiamiamo l'ascensore e in pochi istanti siamo fuori dalla sua porta.
Busso. Nessuna risposta.
Busso un'altra volta e finalmente dall'altro lato sentiamo un <<chi è?>>, <<Sono Doha, apri>>, rispondo con tono duro.
Apre la porta e ci guarda per qualche secondo, <<beh? Che ci fai qui? Hai portato i tuoi amici, vuoi farmi picchiare di nuovo?>> chiede con fastidiosa ironia,<<nessuno vuole picchiarti>> rispondo convinta,<<devo parlarti, ma sarò veloce>> aggiungo mentre recupero il telefono dalla tasca e lo posiziono di fronte alla sua faccia, avvio il video e una successione di scene lo fanno impallidire in volto, mentre le immagini della sua aggressione scorrono <<non pensare di distruggere il telefono, ho almeno dieci copie di questo file>> aggiungo, a video finito Tristan ci fissa,<<cosa vuoi Doha?>>,<<Tristan hai tempo fino a domani mattina per ritirare la denuncia verso Jason, dopodiché andrai a fargli compagnia in cella e non credo che ti convenga, lui ti ha preso a pugni, ma tu mi hai quasi ucciso, fammi sapere cosa decidi>> gli dico mentre ci incamminiamo per andar via, lui rimane sulla porta, spaventato e confuso e forse questa volta la partita la perderà lui.
<<È stata una buona idea!>> mi dice Alan mentre mi riaccompagnano a casa,<<Credi che cederà?>> chiede Olliver,<<deve farlo>> rispondo.
Arrivati a casa, mi salutano e vanno via, sono le 20:00,mi sento stanchissima, la nausea mi ha accompagnata per tutto il giorno e un coniato di vomito mi fa correre in bagno. Mi infilo nella doccia e lascio che il getto d'acqua mi lavi di dosso tutta la preoccupazione di questi giorni, dopodiché mangio un panino e mi infilo un pigiama accendendo la tv, pochi minuti dopo mi addormento.

JASON
La voce di un uomo mi sveglia, è già mattina. <<Signor Kaya può andare, la sua denuncia è stata ritirata.>> apro gli occhi chiedendomi se sto sognando, ma è tutto vero, raccolgo le mie cose e mi lascio la cella alle spalle, corro per i corridoi fino a quando la porta d'uscita mi appare davanti. Metto i piedi in strada e un leggero venticello mi accarezza il viso, il sole, le automobili che sfrecciano, i bambini che giocano, quanto mi è mancato tutto questo, ma ancora di più mi è mancata Doha, decido di non chiamarla per farmi venire a prendere, chiamo un taxi e mi faccio accompagnare fino a casa.
Entro in casa e Doha dorme profondamente sul letto, mi faccio una doccia veloce e in pochi minuti sono sdraiato accanto a lei.
I suoi occhi, il suo viso, le sue labbra, mi è mancata da morire.
La accarezzo e lei apre gli occhi, mi vede e non sembra affatto stupita.
<<Mi sei mancato>> mi dice dolcemente,<<anche tu piccola>> le dico stampandole un bacio sulle labbra,<<non so come ma Tristan ha ritirato la denuncia>> gli dico per aggiornarla, lei si siede sul letto con le gambe incrociate <<ti avevo promesso che ti avrei fatto uscire fuori di li>> mi dice sorridendomi, la guardo confuso e mi spiega in che modo sia riuscita a ridarmi la libertà.

JASON
Le cingo la vita con le braccia e la avvicino a me, questa volta è stata lei a salvarmi, ha combattuto contro qualcosa di più grande di lei e ha vinto, ha rischiato, ha messo la sua vita in gioco per liberare la mia. La stringo come se non volessi mai più mollare la presa, ci sorridiamo e mi avvicino alle sue labbra, inizio a baciarla con passione e la sdraio su di me, le sfilo il pigiama e mi libero dai Jeans, entro dentro di lei e spingo, voglio che senta quanto mi è mancata e quanto lei conti per me.
Le stringo la mano con la mia, mentre con l'altra le accarezzo il contorno del viso.
<<Oggi sei bellissima>>affermo
<<Grazie Jason>> mi risponde arrossendo. <<Ti amo, ti amo ogni giorno di più >> mi dice,<<ti amo anch'io>> le rispondo baciandole la guancia.
Si schiarisce la voce << Sai Jas, credo che dovremmo parlare>>,<<di cosa dovremmo parlare piccola?>> le chiedo,<<ecco, più che altro io dovrei parlare>> mi risponde,<<ti ascolto>> ribatto confuso,<<Jason, io...io sono incinta>> mi dice e un calore si impossessa di tutto il mio corpo, sorrido, sorrido e non riesco a fermarmi. <<Diventerò papà>> affermo felice,  <<Ed io mamma>> mi risponde ridendo. La abbraccio e la bacio, lei mi ha reso l'uomo più felice del mondo in tutto e per tutto e accanto a me non riuscirei mai a vederci nessun'altra se non lei.

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