GUARISCI DALLE TUE FERITE pt2

172 13 0
                                    

Capitolo 16

<<Grazie Jason per tutto questo>> gli dico sincera.
<<Non ho fatto nulla Doha>> mi risponde.
<<Invece si, e comunque spero almeno di fare una buona impressione sui tuoi. I miei ti amano già!>> Jason abbassa lo sguardo e si ferma alla prima piazzola di sosta.
<<Doha. Non conoscerai mai i miei genitori>> china la testa e si stropiccia gli occhi. <<Sono morti.>>
Resto senza parole, mi si blocca il respiro.
Gli prendo la mano e gliela stringo.
<<Morti?>>
<<Durante una vigilia di Natale mia madre mi confessò di avere un brutto cancro. Pochi mesi dopo è andata via.>>
Cazzo. Lo guardo implorandolo con gli occhi di continuare. Resta in silenzio.
Mi faccio coraggio e gli chiedo: << Tuo padre invece?>>
<<Ero così preso dal mio dolore da non essermi accorto che mio padre stava sprofondando nella depressione insieme all'alcool. Un giorno dalla mia camera sentì un tonfo, corsi di sotto e lo trovai li, steso per terra in mezzo a una pozza di sangue. Si è sparato in testa Doha, e io non ho fatto niente per aiutarlo. Pensavo solo all'alcool, alle canne e a spassarmela con belle ragazze. Mio padre mi stava chiedendo aiuto, ma io non c'ero Doha. Non ci sono mai stato.>>
Scendo dall'auto, raggiungo la sua portiera e lo faccio scendere. Lo abbraccio con tutta la forza che ho in corpo. Vorrei porre fine al suo dolore.
<<Jas non è colpa tua. Tu avevi perso tua madre. Eri solo un figlio a cui era stata strappata via la mamma troppo presto, come potevi far guarire dal dolore qualcuno, se tu stesso ne stavi morendo?>>
Gli prendo la mano e guardo la scritta Sky.
<<Sky è tua madre vero?>>
<<Si, quando mi disse della malattia mi tatuai il suo nome nella mano. Non ero pronto a lasciarla andare Doha e forse non lo sarò mai.>> Lo abbraccio e poso mie labbra sulle sue, ricambia il bacio come se fosse l'unica cosa che gli sia rimasta al mondo, mi stringe a se e rimaniamo li abbracciati in quella piazzola di sosta per svariato tempo. Noi due, il suo passato e il nostro amore.

Rientrati in casa a notte fonda mettiamo in valigia tutte le nostre cose e ci sdraiamo sul letto. Stanchi e con l'anima un pò più nuda, ci addormentiamo.

JASON
<<Buongiorno amore>> le dico mentre lei ancora dorme beata. Quant'è bella mentre dorme.
<<Buongiorno>> mi risponde dandomi un bacio.
Beh? Sei pronta per rientrare a Seattle?
<<Non vedo l'ora, anche se sono passati in fretta questi giorni Seattle mi manca.>> mi dice felice.
<<Beh allora alzati e preparati. Gli altri ci aspettano di sotto tra mezz'ora.>>
Doha entra in bagno per fare una doccia, io uso il bagno di camera mia, o meglio, quella che sarebbe dovuta essere camera mia. Mai usata. Ho dormito con Doha dal primo giorno in cui siamo arrivati, mancherà non averla intorno tutto il giorno una volta arrivati a casa.

<<Doha, sei pronta?>> chiedo bussando alla porta del bagno.
<<Si ho finito>> mi risponde dall'altro lato della porta.
Apre la porta e la vedo in tutta la sua bellezza, ha un jeans aderente che delinea tutte le sue meravigliose forme e un top rosso.

<<Andiamo?>> le chiedo.
<<Andiamo.>> afferra la valigia e si incammina verso le scale.
Al piano di sotto sono tutti pronti a partire, ringraziamo Kally e Ethan per l'ospitalità, li salutiamo e ci mettiamo in viaggio. Destinazione Seattle.

DOHA
Dopo un sacco di ore passate in auto arriviamo davanti casa di Alan e Alya e ci chiedono di entrare per un caffè prima di dividerci, Jason ringrazia e rifiuta dovendo tornare al lavoro a distanza di mezz'ora. Saluta tutti, mi attira a se e mi da un bacio,<<Ci sentiamo dopo>> mi sussurra nell'orecchio, <<A dopo.>> gli sorrido.
Entro in casa insieme ad Alya mentre i ragazzi raccolgono la nostra roba dal bagagliaio
<<Okay ora che il viaggio è finito, che stai combinando Doha?>>
<<Cosa sto combinando Alya?>> rispondo.
<<Lo sai bene, mi riferisco a Jason. Cosa mi sono persa?>>
<<Beh ci siamo accorti di stare bene insieme tutto qui.>>
<<Ascolta Doha, non ti chiedo di lasciarlo stare perché so che non mi daresti ascolto, ma almeno ti prego, promettimi che starai attenta. Non ti affidare completamente a lui come con Tristan, questa volta ti si potrebbe realmente spezzare il cuore e lui beh, è il prototipo dell'uomo giusto in grado di farlo.>>
<<Tranquilla Alya, so bene cosa sto facendo. Grazie per esserti preoccupata.>> gli rispondo, bevo velocemente il mio caffè, saluto tutti e faccio ritorno a casa.

La settimana trascorre così, tra il lavoro, le uscite con i ragazzi e notti intense è bellissime con Jason, passiamo insieme tutto il tempo che abbiamo a disposizione. Il vecchio Jason sembra solo un lontano ricordo, tant'è che anche i nostri amici lo prendono in giro dicendogli che si è fatto fregare da una ragazza, anche la vecchia Doha insieme alle sue ferite mi sembrano un lontano ricordo.
Mi sento diversa, cambiata, migliore.

Come Un TatuaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora