DOHA
Cammino a passo veloce imboccando la strada per casa, il telefono continua a squillare ininterrottamente da almeno mezz'ora, nonostante la musica alta riuscivo a capirlo dalla vibrazione che si muoveva nella tasca. Tristan mi sta spingendo veramente oltre il limite dell'esasperazione. Ci ho messo molto a ricostruirmi, pezzo dopo pezzo e riprendere in mano la mia vita, quando l'ho trovato in quel letto con un altra donna addosso il mio mondo è andato in frantumi, ho lottato con tutta me stessa per ricominciare tutto daccapo ed andare avanti e il suo continuare a cercarmi non aiuta affatto.
Trilla il telefono e leggo sullo schermo: Un nuovo messaggio Tristan.
Decido di aprirlo e capire finalmente cosa cazzo vuole da me, perché non mi lascia in pace?Doha dove sei? Ho bisogno di vederti, ho bisogno di tornare con te. Hai un altro? Non mi rispondi per questo? Non puoi stare con un altro. Rispondimi. Non vado avanti senza di te. Devi perdonarmi. Devi...
La rabbia mi monta dentro e mi annebbia la vista, stringo il telefono tra la mano e lo lancio con tutta la forza che ho in corpo, va a sbattere sull'asfalto riducendolo in frantumi.
Mi inginocchio per terra e mi prendo la testa tra le mani.
Come può dopo tutto quello che è successo anche solo pensare di pretendere il mio perdono? Deve realmente dimenticarsi che anch'io faccio parte di questo mondo.
Deve lasciarmi in pace, deve sparire dalla mia vita e dalla mia testa, non posso continuare così. Come può insinuare che stia con un altro quando lui ha strappato via ogni minima briciola di fiducia che riponevo nell'amore e negli uomini?
Ho bisogno di staccare, deve finire tutto immediatamente, non reggerò ancora per molto.
Poso tutto il peso sulle anche e faccio per alzarmi, ho bisogno di arrivare presto a casa e chiudermi in camera.JASON
In lontananza vedo una ragazza inginocchiata per terra e dai capelli mossi e neri capisco immediatamente si tratti di Doha, la ragazza della festa. Voglio con tutto me stesso girare i tacchi e cambiare direzione, credo sia la persona meno adatta ad aiutare qualcuno, ma qualcosa dentro di me mi spinge ad andare verso di lei.
<<Ehi Doha è tutto ok?>> le dico, pentendomi all'istante.
Lei mi guarda dritto negli occhi e non mi risponde. Nei suoi occhi è chiaro come il sole che niente è ok ed io sento un potente bisogno di aiutarla in qualche modo.
<<Vieni con me>> allungo la mano verso di lei e lei si aggrappa a me rimettendosi in piedi, infilo la mano libera nella tasca dei jeans e afferro le chiavi della mia auto.
Non ho idea di dove stia andando o di cosa stia facendo, mi chiedo cosa cazzo mi prenda, perché questo bisogno di aiutarla, ho ripreso lucidità e ciò mi fa pensare che non è solo l'alcool a farmi prendere da lei.Imbocco la statale e mi dirigo verso un caffè, un locale tranquillo che frequento spesso quando non ho la benché minima voglia di avere gente intorno.
Per la maggior parte del viaggio la macchina è inondata dal silenzio, lei non dice nulla e nemmeno io. Vorrei chiedere di più su di lei, su cosa la tormenta, cosa le piace,ma resto zitto, perché la parte più ragionevole di me prende il sopravvento ricordandomi che io non ho nulla da offrirgli e un pezzo di merda come me deve stare alla larga da lei.
L'ho conosciuta da qualche ora, o meglio non la conosco affatto, ma già conosco a memoria ogni minimo dettaglio del suo viso, i suoi occhi cosi pieni di tristezza e la piccola spolverata di lentiggini che ha sul naso che mi costringe a continuare a guardarla.
Arriviamo davanti al locale, esco dalla macchina, faccio il giro e la aiuto a scendere prendendole la mano. Entriamo e tutto è esattamente come lo ricordavo dall'ultima volta che ci sono stato, una luce soffusa emette tranquillità, i tavoli sono ben allineati tra loro, il profumo di caffè inonda la stanza.
Ci sediamo ad un tavolo allineato alla finestra, concedendoci tutto il panorama di Seattle di notte.DOHA
<<Grazie>> è l'unica cosa che riesco a dirgli, questo ragazzo mi incute serenità, nonostante tutti i tatuaggi che ricoprono la maggior parte del suo corpo. Conosco solo il suo nome e ho accettato di seguirlo in macchina, c'è qualcosa in lui che mi spinge a fidarmi completamente nonostante lo abbia conosciuto stasera. Non mi conosce eppure si è fermato accanto a me, mi ha offerto il suo aiuto, mi ha messa in macchina e sta cercando di tirarmi su. Nemmeno per una frazione di secondo mi è venuta in testa l'idea di dubitare di lui e delle sue buone intenzioni. Come può essere?
<<Non c'è di che piccola, caffè?>> mi risponde.
Annuisco e gli sorrido, non ha idea di quanto gli sia grata di avermi portata via da li e di quanto mi stia aiutando in questo momento a non affondare nella tristezza nonostante non stia parlando granchè.La cameriera del bar raggiunge il nostro tavolo con un block notes, è molto bella nella sua gonna a balze fino al ginocchio e una maglietta che le copre malapena l'ombelico. Mi guarda per un istante e poi sfoggia a Jason uno dei suoi sorrisi migliori, qualcosa mi dice che i due si conoscono già molto bene. <<Cosa volete prendere?>> chiede.
<<Due caffè per favore.>> le risponde frettolosamente volgendo di nuovo lo sguardo su di me. È palese che questa ragazza sia presa da Jason, ma a lui non sembra importare molto di lei.
<<allora?>> dice,distraendomi dai miei pensieri.
<<allora?>> rispondo un po confusa, sto proprio facendo una figura da ebete.
<<Vuoi dirmi cosa ti è successo Doha?>> ribatte.
Penso che lo annoierei parlandogli di tutta la merda che mi circonda quindi analizzo qualsiasi stronzata potrei dirgli per svignarmela dal raccontargli cosa è successo realmente, ma l'unica cosa che riesco a dire è: <<Il mio ex è uno stronzo, mi ha tradita, ho cambiato persino città per stargli alla larga e non fa altro che chiamarmi, inviarmi messaggi e ricordarmi che non posso lasciarlo.>> alzo gli occhi al cielo, non so come mai, ma averne parlato con qualcuno mi da uno stato di liberazione, non parlo mai di Tristan, nemmeno con Alya tocco mai l'argomento, fa ancora troppo male parlarne e non voglio passare per la debole che si lascia rovinare la vita da un perfetto stronzo.JASON
Più passo del tempo con lei più mi convinco che avrei dovuto lasciar perdere, mi ha appena detto che è stata tradita dal suo ex e non ha intenzione di lasciarla in pace. Come cazzo può venire l'idea di tradire una ragazza come lei a qualcuno? È un mix di bellezza e dolcezza, ma dal suo modo di porsi si capisce perfettamente che ha carattere. È perfetta anche solo in un paio di jeans, non sembra nemmeno reale.
<<Ti ha tradita e ora pretende di decidere sulla tua vita? Non sei una sua proprietà Doha. Non lasciarti ingannare da lui. Tu sei tu e sei meravigliosa anche senza uno stronzo attorno che si è lasciato scappare la cosa più bella che potesse capitargli.>> Abbassa lo sguardo e inizia a sfregarsi il pollice sul polso, probabilmente è un abitudine che ha preso per scaricare la tensione. Riesco con difficoltà a leggere la frase che ha scritto sul polso: L'AMORE UCCIDE. Contro ogni mia aspettativa, mi sorride. Io mi rendo conto solo dopo qualche istante che le parole mi sono uscite senza riuscire a fermarle e mi pento all'istante, non perché non le meriti lei, ma perché io devo stare alla larga da una come lei.
Svio la conversazione con la prima cosa che mi viene in mente: <<È per il suo tradimento che hai fatto quel tatuaggio?>> il suo sorriso si spegne e io capisco di aver appena fatto una domanda di merda. Poi lei abbassa lo sguardo, prende un respiro, mi guarda di nuovo e mi dice <<Ho paura di non credere più nell'amore>>,mi piacerebbe dirgli che non è così, farneticare su quanto meraviglioso sia il vero amore, ma mentirei e tra gli infiniti difetti che ho il mentire non ha mai fatto parte di me.
<<Meglio che non averci mai creduto>> ribatto.DOHA
Mi piacerebbe capire come mai è così restio verso l'amore, nei suoi occhi c'è molto di più di quello che vuole mostrare e io ho un incontrollabile desideriodi scoprire cosa c'è sotto la sua corazza.
<<Ti prego, smettiamo di parlare di lui>> gli dico e gli sorrido.
<<Hai ragione, cosa fai qui a Seattle? Come conosci Alan?>>
<<Ero in un brutto periodo quando Alya mi ha detto che sarebbe venuta avivere qui con Alan, mi ha proposto di venire qui con loro, e io ho deciso dilasciarmi tutto alle spalle e partire.>>
<<E che lavoro fai Doha?>> mi dice ridendo, guardando ciò che restadel mio telefono.
<<Lavoro in un bar gli rispondo ,e tu?>> gli sorrido
<<Do una mano a mio zio in officina>> mi risponde.
<<Come mai non vivi con i tuoi?>> gli chiedo, lui abbassa losguardo e si incupisce. <<Ci sono momenti nella vita in cui si èobbligati a crescere>> mi dice aggiungendo <<che ne dici di andare?Si è fatto tardi.>> Annuisco e ci dirigiamo all'uscita
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Come Un Tatuaggio
RomanceIn una Seattle illuminata e caotica Doha e Jason si incontrano per pura coincidenza. Ma cosa succede quando vicini fa male,ma lontani di più? Vale la pena rischiare tutto per una storia senza speranza? Come Un Tatuaggio. Questo libro va a chi crede...