«Dobbiamo festeggiare» esordì Tony.
Eravamo sul Quinjet: Tony con il suo completo costoso che grazie alla tuta non si era sgualcito di una virgola, Natasha vicino Clint che stava perdendo molto sangue, Bruce ai comandi, Thor era Thor quindi non stava facendo assolutamente niente se non far svolazzare qua e là la chioma bionda ed infine il Capitano-muso-lungo che ancora non aveva spicciato mezza parola.
«Clint è ferito, non abbiamo una mappa funzionante, la squadra sembra reduce da una sbronza colossale e tu vorresti festeggiare?» chiesi sbigottita.
«Un po' di vita mondana serve a distendere i nervi e vedere tutto con più leggerezza» mi fece l'occhiolino.
Alzai un sopracciglio «So che è una cosa assurda, sopratutto detta da me ma, non credi che dovremmo pensare più a decodificare quella mappa invece che pensare a festeggiare?».
«Solo una serata, e poi ci rimbocchiamo le maniche» assicurò il miliardario.
«Fatico a dirlo ma mi trovo d'accordo con Elizabeth».Oh mio Dio! Il Capitano che mi da ragione? Cosa succederà adesso? Pioveranno unicorni?
«Visto?» indicai sbigottita il super soldato seduto sul sediolino infondo il QuinJet.
«In realtà non è una proposta».
Non. Ci. Credo.
«Sei un grandissimo..»
«Linguaggio!» mi interruppe Cap ed io sbuffai esasperata.
«Non posso nemmeno imprecare in santa pace» borbottai tra me e me.
«Quindi facciamo bisboccia?» chiese Thor.
«Cap, tu che dici?» il biondino alzò la testa e guardò nella nostra direzione «E bisboccia sia».Una volta arrivati a New York, Bruce fece atterrare il QuinJet sulla punta della Stark Tower.
Quando aprì il portellone, una Maria Hill nel suo tailleur blu scuro, si avvicinò a noi.
«Capo, ho i rapporti della missione» si rivolse a Tony.
«Oh no, è lui il capo» indicò il Capitano «io metto solo i soldi, i progetti e faccio sembrare tutto più affascinante!» gesticolò alzandosi dalla sedia.
Allora l'agente fissò me e Steve.
«Loro sono Pietro e Wanda Maximoff, due gemelli, orfani a dieci anni, una granata distrusse il loro palazzo» spiegò porgendoci un tablet in cui vi erano le foto dei due ragazzi «Si sono offerti volontari agli esperimenti dell'Hydra» uscimmo dal QuinJet.
«Abilità?» chiesi.
«Lui ha un metabolismo evoluto ed un omeostasi termica potenziata, abilità di lei, comunicazione neurolettica, telecinesi, manipolazione mentale» entrammo in ascensore.
«In poche parole?» fu il biondo ad essere confuso.
«Lui è veloce, lei inquietante» tradussi io.
La Hill annuì, si voltò ed andò via. «La aspettiamo stasera» gridai ma lei aveva già svoltato l'angolo.
«Era un no?» chiesi al biondino al mio fianco.
«Forse» .
Mi soffermai sulla sua figura.
L'uniforme gli fasciava perfettamente il fisico scolpito ed i capelli spettinati lo rendevano ancora più attraente.
Gli occhi azzurri erano incorniciati da folte ciglia scure che quando li guardavo mi ipnotizzavano.
Erano così chiari ma al tempo stesso scuri che mi ci potevo tuffare dentro.
La mascella contratta ed il suo fisico rigido lo facevano sembrare un uomo d'altri tempi, cosa che in realtà lo era.
Non potevo non ammettere che era davvero un bell'uomo, e che forse ne ero attratta.
Le porte dell'ascensore si aprirono nella cucina, mi diressi verso la penisola per preparare del caffè.
Sentivo il suo sguardo su di me.
«Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?» lo stuzzicai.Non lo dire a Fury che al posto della lingua, il gatto gli ha mangiato un occhio.
Me ne ricorderò.
Si, come no.
«Sei sordo per caso? Capisco che alla tua età ci possono essere dei problemi all'udito ma la prossima volta avvisa, che ti porto Amplifon».
«Ha parlato la Dea millenaria»
«Me li porto bene i miei anni, eh? » ammiccai.
Un minuscolo sorriso spuntò sulle sue labbra, quasi impercettibile, sembrava si stesse trattenendo.
«Possiamo parlare come persone civili?» mi chiese quasi come una supplica.
Sbuffai «Vuoi del caffè?».
«Si, grazie».
Presi la caraffa con due tazze e versai il liquido dentro di esse.
Gliene porsi una ed intanto mi sedetti sulla penisola fatta in marmo.
«Davvero vuoi rischiare tutto per una maledizione?» mi chiese serio mentre si portava la tazza sulle labbra.
Si era posizionato difronte a me e dovevo fare ammenda a tutto l'autocontrollo possibile ed immaginabile affinché non gli saltassi addosso.
L'attrazione che provavo per questo ragazzo non mi faceva ragionare lucidamente.
«Non ci sarà niente che possa farmi cambiare idea, Capitano» il tono di voce fermo fece capire che non transigevo repliche.
«E se non funzionasse?» i suoi occhi erano fissi sui miei.
«Voi Avengers potete sopravvivere senza di me».
«E Tony?» mi chiese alzando un sopracciglio.
Già, Tony? Non ho mai pensato alla prospettiva peggiore, ho sempre dato per scontato che in qualunque modo sarebbe andata, né io né lui avremmo fatto a meno l'uno dell'altra.
Eppure una piccola parte di me era terrorizzata dal perdere quel sarcastico, idiota e a volte insopportabile miliardario.
«Stai guardando la cosa nel modo sbagliato» sorseggiai il mio caffè.
«Arriverà un momento, forse proprio quello, in cui capirai che la cosa giusta da fare sarà buttarsi tutto alle spalle».
«Oh non vedo l'ora che arrivi quel momento! Gli farò ciao» alzai la mano e mimai un saluto «E lo lascerò passare».
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PHOENIX ☯︎︎//MARVEL
FanfictionPost fata resurgo. Dopo la morte risorgo dalle ceneri. Come può un'essere immortale morire e risorgere come se nulla fosse? Zeus lo sa bene, ed è per questo che ha maledetto la figlia di Ade ed Afrodite. Phoenix non è l'eroina che tutti si aspettano...