Capitolo 53

1K 71 17
                                    

ATTENZIONE!!!
A FINE CAPITOLO LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, ANCHE PER LE LETTRICI MENO ATTIVE, CI TERREI MOLTO🙏🏻
PER IL RESTO, BUONA LETTURA.

«Okay!» esclamò Rocket ai comandi della navicella spaziale «Chi di voi idioti non è mai stato nello spazio?».
Lentamente, Steve, Nat e Rhodey alzarono le mani.
Io ridacchiai.
«Non provate a vomitare nella mia nave» disse serio.
Detto questo, Nebula premette alcuni bottoni sul display davanti a noi ed in pochi secondi ci trovammo catapultati in una nuova regione dello spazio.
Attraversammo il punto di salto, e raggiungemmo il pianeta.
La Denvers uscì dalla nave, brillando di luce propria e si posizionò davanti il vetro della navicella «Faccio un giro di ricognizione» ci informò per poi fiondarsi verso il pianeta difronte.
Sospirai, poggiando la testa sul sediolino.
Non sapevo perché, ma avevo un brutto presentimento.
Inoltre, la discussione avuta poco prima con Tony non era stata delle migliori.
Io ed il miliardario litigavamo poco, ma quando lo facevamo era sempre una batosta per entrambi.

D'un tratto sentii una mano stringermi la coscia, era grande e liscia, alzai lo sguardo per incrociare quegli occhi che sapevo mi avrebbero consolata.
«Conosco quello sguardo» mi rimbeccò Steve «Sei arrabbiata, non con Tony, ma con te stessa, perché non riesci ad essere incazzata con lui per più di cinque minuti».
Sbuffai, mi dimenticavo quanto in realtà questa squadra mi conoscesse bene, quanto Steve mi conoscesse bene.
Sempre con la testa poggiata sul sedile, la inclinai leggermente per poterlo guardare con la coda dell'occhio «È frustrante; si comporta da totale idiota eppure io trovo sempre un modo per giustificarlo».
Mi strinse ancora di più la coscia «Tu sai che non è colpa tua, vero?».
Mi morsi leggermente il labbro.
Lo sapevo? Forse no.
Una piccola parte di me dava ragione a Tony, ed urlava che avrei potuto fare molto di più.
«Lui è la mia famiglia» dissi di getto.
Lo vidi annuire «Lo so».
«Ed è tutto quello che ho».
«So anche questo».
«Ma è stato un vero coglione» ammisi.
Lo sentii ridacchiare «Tony stravede per te, se ha detto quelle cose, lo ha fatto solo perché era sconvolto» lo difese.
Strinsi i braccioli con le dita «Lo so, ed è per questo che mi odio. Perché quando ha detto quelle cose, dopo nemmeno due secondi già avevo trovato una giustificazione al suo atteggiamento».
In risposta lo sentii ridere.
Quella era la prima vera risata che sentivo da Steve, dopo mesi «Voi due siete un pacchetto completo, non esiste un Tony senza la sua Liz, e non esisti tu senza Tony, è fisiologicamente accertato».
Inarcai un sopracciglio «Che intendi dire?».
«Che nessuno dei due può far a meno dell'altro. Siete un concentrato di sarcasmo ed egocentrismo di cui nessuno può far a meno!» esclamò con il sorriso sulle labbra.
Per la prima volta risi anch'io.
«Ti vuole bene» mi ricordò.
Scossi la testa.
No, non mi voleva bene.
Non era solo il bene a legarci, ma molto di più.
Noi eravamo una famiglia, e nessuno dei due avrebbe mai potuto fare a meno dell'altro.
La mia voce uscì come un sussurro, ma sapevo che Steve mi avrebbe sentita ugualmente «Mi ama tremila».
Il biondino sospirò, poi si alzò dal sediolino ed andò verso Natasha che era a qualche sedile di distanza.
La spia gli mise una mano sulla spalla per confortarlo «Funzionerà» la sentii dire.
Dalla tasca della tuta, il Capitano fece uscire un oggetto che non riuscii a riconoscere, la mia visuale era bloccata dalle sue grandi spalle.
Guardò l'oggetto e poi si rivolse a Nat «Ne sono certo, perché non saprei cosa fare in caso contrario».
In quel momento arrivò la Denvers «Nessun satellite, nessuna nave, nessun esercito. Nessuna attività di difesa al suolo. C'è solo lui» ci informò.
«E questo basta» disse seria Nebula. 
Rocket entrò nell'atmosfera, raggiungendo il suolo di quell'enorme giardino.
Aprì il portellone della navicella e uscimmo fuori.
Davanti a noi, c'era la campagna deserta ed una piccola casetta fatta in legno.
«Siete autorizzati a farmi fuori se dovessi trasferirmi in un posto simile per fare la vita da eremita» borbottai alla squadra.
«Posso farti fuori anche adesso?» chiese visibilmente irritata Nebula.
Ghignai nella sua direzione «Diretta!» esclamai per poi indicarla «Mi piace lei» le strizzai l'occhio.
Rhodey scosse la testa, per l'assurdità della situazione.
«Andiamo» ci riprese Steve.
Così, ci incamminammo verso la casa del Titano.
La Denvers mi rivolse uno sguardo di intesa, e capii subito cosa volesse fare.
Sprigionò il suo potere e si catapultò verso di lui, lo colpì più volte con scariche potenti per stordirlo, poi con una mossa fulminea lo prese per la gola, tirandolo all'indietro.
Rhodey e Hulk Buster lo presero per entrambe le braccia, bloccandogli ogni possibilità di movimento.
Thor con la sua nuova arma sfondò la casetta e caricò verso di lui, tagliandogli il braccio con il guanto.
Io, Natasha, Steve e Loki entrammo dall'ingresso principale.
«Devi scusare i miei amici» il rumore dei miei tacchi risuonò nella casetta «Non sono per niente educati» mi rivolsi ironica al Titano.
Quest'ultimo soffocò una mezza risata agghiacciante «Non è il comitato di benvenuto che mi aspettavo».
Incrociai le braccia al petto, e lo fulminai con gli occhi «E cosa ti aspettavi? Ghirlande e fiori?».
Intanto Rocket girò il guanto che era caduto per terra, e ci guardò preoccupati.

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora