Capitolo 11

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C'erano così tante cose da poter dire, da poter chiedere, ma era come se tutte le cose successe qualche giorno prima, fossero state buttate nel dimenticatoio.
Era la soluzione più saggia?

Assolutamente si!

Quella che volevo?

Un po' meno.

Dovevamo tornare alla vita reale ed entrambi sapevamo cosa significasse: mettere da parte qualsiasi tipo di attrazione e pensare solo al lavoro.
Ma perché sentivo che questa decisione fosse estremamente sbagliata?
Iniziai a pensare più lucidamente, io e Steve eravamo due poli opposti.
Vicini eppure lontani, a stringersi e allo stesso tempo nel respingersi l'un l'altro.
Un umano ed una dea, un mortale ed un'immortale.
Già da questi pochi e banali punti poteva considerarsi esclusa la possibilità di una relazione tra di noi.
Relazione.
Da quando pensavo ad una relazione?
Evidentemente dovevo avere davvero qualche vitarella fuori posto se pensavo ad un possibile futuro con Steve Rogers.
E poi c'era Loki, che invece era tutto ciò che rappresentavo.
Avevamo così tanti punti in comune da poter essere perfetti.
Ma la perfezione non è così bella vista da vicino.
E poi mi tornò in mente Thor e lo sguardo confuso che mi aveva posto prima di volare via chissà dove.

E se sapesse anche lui?

Iniziai ad agitarmi.
Le cose erano già abbastanza complicate, ci mancava solo il capellone biondo a farmi perdere quel poco di autocontrollo rimasto.
Camminavo avanti e dietro per la cucina di Casa di Clint cercando di sopprimere tutte queste preoccupazioni senza però riuscirci.

«Mi stai facendo venire il mal di testa» Tony che stava guardando la scena da non so quanto tempo mi stava fissando con una mano sopra la fronte.
«Sono un po' nervosa» ammisi.
«Oh davvero? Non lo avevo notato» rispose ironico alzando i palmi delle mani.
«Tu sei fin troppo rilassato».
«La vita di campagna ringiovanisce».
Roteai gli occhi «Tu? Il miliardario che non riesce nemmeno a fare un caffè senza la sua intelligenza artificiale, vuoi farmi credere di esserti convertito al giardinaggio?».
«Suona così male?».
«Non suona per niente» dissi in tono acido.
«Vuoi dirmi che cosa ti prende?» sbottò all'improvviso.
Sbuffai.

Cosa mi prendeva? Da dove potevo cominciare?
Dal bacio con Steve?

I baci.

Dalla costante presenza di Loki che mi ricordava di essere un'ipocrita?
O dalla paura che mi attanagliava le viscere solo al pensiero che la squadra potesse guardarmi in modo diverso una volta scoperta la verità?

«Allora? Tutta questa preoccupazione deriva dalla decriptazione della mappa o dalla presenza costante del rocchettaro in esilio?».

STEVE
Scesi le scale che dividevano la zona notte da quella giorno per andare in cucina e preparare qualcosa da mangiare.
Erano le due del pomeriggio e nessuno ancora si era visto in giro.
Nat e Clint probabilmente erano fuori a fare la spesa insieme a Laura ed i bambini, Bruce stava dando un'occhiata alla mappa giù il fienile.
All'appello mancavano Tony ed Elizabeth che avrei messo la mano sul fuoco, stessero insieme.
Il rapporto di amicizia dei due lo vedevo davvero sincero.
Non credevo potesse essere possibile, ma quei due si completavano a vicenda.
Erano l'uno la spalla dell'altro.
A volte mi ricordavano l'amicizia tra me e Bucky.
Entrambi si somigliavano molto ma c'era sempre uno che al troppo cedeva per dare spazio all'altro.

Mi avvicinai alla cucina a passo lento e sentii delle voci provenire da essa «Allora? Tutta questa preoccupazione deriva dalla decriptazione della mappa o dalla presenza costante del rocchettaro in esilio?» era la voce di Tony.
Mi fermai.
Di che stava parlando?
«È complicato» persi un battito perché quella che stava parlando era proprio Elizabeth.

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora