Post fata resurgo.
Dopo la morte risorgo dalle ceneri.
Come può un'essere immortale morire e risorgere come se nulla fosse?
Zeus lo sa bene, ed è per questo che ha maledetto la figlia di Ade ed Afrodite.
Phoenix non è l'eroina che tutti si aspettano...
Quando un cuore si spezza, senti come se tutto intorno a te, non avesse più il minimo senso. Non riesci a respirare, non senti più la terra sotto i piedi, e tutto quello che vorresti fare, è mettere a tacere, anche solo per cinque secondi, il dolore che ti lacera il petto. Non hai più via di scampo, ci sei solo tu, e quella sensazione di essere completamente sola. Il problema era che, nonostante avessi visto Loki, e nonostante gli inganni di cui eravamo stati vittime, non avevo il cuore infranto. Una volta davanti a me, non avevo provato assolutamente niente. O per meglio dire, solo compassione e bene fraterno. Non lo amavo, non più. Inoltre, non ero nemmeno arrabbiata con lui, forse ero delusa, ma non arrabbiata. Mi sentivo usata, tradita, ingannata. Provavo ribrezzo per il fatto che lui mi avesse toccata sotto mentite spoglie, e mi sentivo così sporca, da dover lavare più e più volte, sfregando la pelle a tal punto da lacerarla, per rimuove almeno il quarto dei miei sensi di colpa. Sensi di colpa per me stessa, per ciò che era successo, per Bucky e per Steve. Nonostante in quella "visione" avessi avuto una vita a parte, Steve era rimasto costantemente nei miei pensieri, come un chiodo fisso, ma al tempo stesso, una volta sveglia mi chiedevo come sarebbe stato se al posto di Loki, ci fosse stato il vero Bucky. Avrei avuto ancora Steve come punto fermo? O le cose sarebbero iniziate a cambiare? Sbattei più volte le palpebre ed aprii lentamente gli occhi. La forte luce al neon mi stava accecando. Una volta messo a fuoco l'ambiente, mi resi conto che ero distesa su un lettino bianco, nell'infermeria della Stark Tower. L'ambiente era completamente bianco, il tutto sembrava così asettico, ma non me ne stupii granché: Una finestra abbastanza grande era posizionata sulla mia destra, le tapparelle che la coprivano non facevano entrare molta luce, mentre alla mia sinistra, c'era una poltrona beige con cuscini blu e degli indumenti poggiati sopra. Mi sentivo frastornata. Forse per il fatto che avessi praticamente dormito per quattro mesi, o per il fatto che in quei quattro mesi, erano cambiate davvero tante cose. Ero sveglia da mezza giornata, si erano fatti vedere tutti, perfino Bucky, che in realtà non conoscevo quasi per niente, mi aveva fatto visita. Di Steve, invece, nemmeno l'ombra. Per quanto riguarda Bucky, lui ricordava ogni dettaglio passato insieme, ma il problema era che, la maggior parte delle sue azioni, o discorsi, erano controllati da un'altra persona. Ma nonostante questo, nulla gli aveva impedito di poter provare qualcosa per me.
«C'è stato un momento, in cui non ho fatto resistenza, e non perché credevo che Loki fosse più forte di me, ma perché mi ero reso conto che stavo iniziando a provare qualcosa per te».
Mi portai le mani in testa, soffocando un urlo di disperazione. Le cose stavano degenerando. Poi, c'era la questione sogno: Thor, ebbene sì. Proprio lui. Si era finalmente fatto vedere dopo ben quattro mesi, e ci aveva spiegato che, Hypnos faceva parte di una delle prove per la spada Di Crono, e Loki si era approfittato del fatto che fossimo incoscienti, per poter addentrarsi nelle nostre menti. Ci aveva anche informato che di lì a poco, il Dio degli inganni sarebbe uscito fuori dalle prigioni Asgardiane.
Di bene in meglio insomma.
«Deceduta? Battito fermo? Ora del decesso?» Tony entrò nella stanza con in mano un frullato alla fragola, e se lo portò con una cannuccia alle labbra. Il suo abbigliamento era molto formale: camicia bianca, cravatta scura e pantalone nero.
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