Una volta varcato l'ingresso del tartaro, rimasi stupita nel constatare quanto quell'ambiente sembrasse ancora più tetro.
Una pianura rocciosa di color avorio ci si presentò davanti.
La luce era soffusa, come se quel posto fosse in un costante crepuscolo.
Il silenzio era agghiacciante, si sentiva solo il rumore dei nostri passi accompagnato dai respiri ansanti.
Ci avvicinammo ad una collina rocciosa, quella che doveva essere la "tomba" di Crono, ed infatti, in cima ad essa, alla fine della salita ripida, vi era una sorta di sarcofago dorato, in cui erano rinchiuse le ceneri del Titano.
Sopra ad esso, come un ornamento, c'era il manico della spada.
«I pezzi sono tutti» indicai il manico alla squadra «Dobbiamo solo unirli».
Tony guardò affascinato il componente mancante dell'arma: era laccato in oro, sembrava richiamasse a sé tutta la luce di quel posto.
«Abbiamo lo scettro, la falce, il manico, come fondiamo tutte queste cose?» chiese il miliardario.
Mi voltai verso la squadra, e spiegai loro che, sempre in quel posto, l'unico componente in grado di fondere tutti quegli elementi era il diamante liquido, ma che a tutti questi elementi ne mancava uno, che poteva essere ben rimpiazzato: la lama di una spada.
«Clint, dammi una tua freccia» mi rivolsi ad Occhio di Falco.
Ruotò il braccio all'indietro, e prese dalla faretra una delle sue frecce, per poi porgermela.
A pochi passi da noi, c'era uno stagno, in quest'ultimo scorreva il diamante liquido incandescente, l'unico componente capace di fondere la spada.
Mentre mi avvicinai ad esso mi sentii prendere per un polso ed essere bloccata.
«Sei sicura?» mi chiese Steve in tono preoccupato.
Io lo guardai negli occhi per qualche secondo senza emettere alcun suono.
La verità era che, non ne ero sicura, che volevo scappare a gambe levate, che non ritenevo più essere la scelta giusta, ma ormai eravamo arrivati quasi alla fine, non mi sarei potuta tirare indietro.
Gli accarezzai il volto, e sorrisi «Sarò qui in un attimo» promisi.
«Vengo con te».
«Non devi per forza».
«Per me non è un obbligo».
Mi sentii scaldare dentro.
Camminammo dritto verso lo stagno.
Quest'ultimo sembrava una melma di color bianco scarlatto, mi ricordò il colore del latte, solo con una densità maggiore.
Quel colore, era esageratamente in contrasto con l'ambiente circostante.Una volta arrivati, mi inginocchiai ai piedi del piccolo laghetto, ed immersi nel liquido, la falce, la freccia, il manico, ed infine, la gemma racchiusa dentro lo scettro.
Inizialmente non accadde nulla, poi, d'un tratto, lo stagno prese a vorticare, come se stesse risucchiando tutti i componenti.Poco dopo, dal fondo, contro ogni legge fisica, ne uscì fuori la spada.
Era magnifica.
Il manico dorato era intatto, aveva subito solo una piccola modifica, al centro di esso vi era incastonata la gemma, poi la lunga spada che si incurvava al lato grazie alla falce annessa, era incolore, ed emanava un luccichio pari a quello di un diamante.
Presi la spada e tirai un sospiro pesante.
Intanto la squadra ci aveva raggiunto.
Si avvicinò a me Tony, posò la mano sulla mia per infondermi coraggio.«Insieme?» mi chiese.
Io alzai di poco la spada verso il mio torace ed annuii «Fino alla fine».Fu questione di attimi, il momento prima, la spada era nelle mie mani, il momento dopo invece, era scomparsa.
Un campo elettromagnetico di color rosso scarlatto, la stava tirando via.
Ad un certo punto, poco più lontano da noi, vicino alla tomba di Crono, fecero la loro comparsa due figure a noi familiari, i gemelli Maximoff.
Wanda, aveva in mano la spada, ed il fratello Pietro ci guardava sogghignando.«Non vi dispiace, vero?» fu la gemella femmina a parlare, con un tono di voce particolarmente sarcastico.
«Ma figurati! Stavamo giusto cercando qualcuno che ce la sfilasse da sotto il naso» le risposi fulminandola con gli occhi.Dalle mie mani uscirono fiamme infuocate.
Non avevo voglia di perdere tempo, ma soprattutto, non sarebbero stati due bambini a rovinare tutta la strada che avevamo fatto.
Lanciai le fiamme dritte verso di loro, ma Pietro fu più veloce e spostò sia lui che la sorella poco più distante dalla mia traiettoria.
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PHOENIX ☯︎︎//MARVEL
Fiksi PenggemarPost fata resurgo. Dopo la morte risorgo dalle ceneri. Come può un'essere immortale morire e risorgere come se nulla fosse? Zeus lo sa bene, ed è per questo che ha maledetto la figlia di Ade ed Afrodite. Phoenix non è l'eroina che tutti si aspettano...