Capitolo 55

1.1K 74 27
                                    

Forse e dico forse, adesso capivo l'ansia che Tony aveva avuto al mio mancato matrimonio.
Non solo perché il ruolo del testimone era fondamentale nella riuscita dell'evento, ma anche perché avrebbe dovuto accertarsi che tutto sarebbe dovuto filare liscio come l'olio.
E beh, per quanto il mio matrimonio avesse fatto acqua da tutti i ponti, Tony era stato davvero impeccabile fino all'ultimo minuto.
Avevo organizzato tutto, secondo le direttive del miliardario: la cerimonia si sarebbe svolta in spiaggia, con un'unione civile; a detta della drama queen in questione: 'preferisco mille volte un'eternità in compagnia tua e di tuo padre, anziché una vita noiosa nell'aldilà. Almeno giù da voi c'è una grossa scorta di rum' e tutti torti non aveva.
Ma tornando al matrimonio..
Organizzai tutto in nemmeno due settimane, quindi la mia stabilità sia fisica che mentale erano alquanto dubbiose.
«Tu sei tranquillo?» poggiai una mano sulla spalla del miliardario.
Stavamo facendo una breve passeggiata sulla spiaggia, in attesa dell'arrivo di Pepper.
«Per la decima volta, sì. Sono tranquillo!» esclamò seccato, con il suo smoking nero dalle rifiniture lucide.
«Sicuro? Se hai ripensamenti ho già una macchina pronta per portarci in aeroporto» ed indicai la sua Audi R8 pronta per un'eventuale fuga.
Lui si girò completamente verso di me e mi poggiò due mani sulle spalle «Liz, guardami!» e lo guardai, sbattendo più volte le ciglia «Sono calmo, non vedi?» e si indicò.
Effettivamente, sembrava davvero tranquillo.
Tentennai per qualche secondo e poi mi decisi a parlare «A vedere, ti vedo. A credere, non ci credo».
Alzò gli occhi al cielo «Stai diventando pesante» sbuffò.
Lo guardai sconvolta dall'affermazione appena fatta, la mia bocca assunse la forma di una O contrariata «Stai dicendo che sono grassa?» squillai irritata.
In risposta sghignazzò «Sto dicendo che devi calmarti e goderti il momento».
Inarcai un sopracciglio «Quale di preciso? Quello in cui ti sposi o quello dove ti faccio il culo anche il giorno del tuo matrimonio?» dissi ironica.
In risposta mi sorrise «Sai perché sono calmo? Perché so che sto facendo la scelta giusta! So che Pepper è la donna che amerò sempre, nonostante le difficoltà e so che sarà lo stesso anche per lei».
Rimasi in silenzio ad ascoltare le sue parole.
Tutto sommato, Tony non aveva affatto torto; quando ami una persona, non vedi l'ora di spendere il resto della tua vita con lei, e l'ansia, le preoccupazioni, i timori, si dissolvono tutti simultaneamente.
«C'è una cosa che però non ti ho ancora detto».
Inarcai un sopracciglio «Cosa?» chiesi mentre i miei piedi sprofondavano sulla sabbia asciutta.
«Che sei bellissima, e mi mancherà non passare ogni giorno in tua compagnia» rivelò con un sorriso malinconico sulle labbra.
«Credi davvero di poterti liberare così di me? Come minimo verrò a trovarvi una volta al giorno per un bourbon in vostra compagnia» esclamai sicura, riprendendo di nuovo a camminare.
Ridacchiò sotto i baffi «E ti lamenterai di quanto siano rumorosi Loki e Natasha».
Sghignazzai «Oh, puoi dirlo forte».
«E del fatto che nessuno ti farà compagnia quando vorrai bere un goccio di troppo» continuò lui.
«È mai possibile che in questa squadra siano tutti astemi?»chiesi fingendomi esasperata, buttando le braccia al cielo.
«E ti lamenterai di Rocket e Nebula che rovinano il giardino del Complesso a causa della loro navicella».
«Prima Thor con quel martello del cavolo, poi quei due strampalati. È mai possibile che nessuno abbia cura per il prato altrui?».
Si fermò di colpo, mi prese le spalle e fece scontrare i suoi occhi nei miei.
Avevano uno sguardo dolce e premuroso, che automaticamente mi fecero sorridere «O ti lamenterai che ti mancherà tutto questo quando Steve accetterà di sposarti».
La mia bocca si spalancò automaticamente.
Da quando le cose si erano sistemate, avevo iniziato a pensare che Steve fosse l'uomo con cui avrei voluto spendere il resto della mia esistenza.
Non mi importava del fatto che non fosse immortale, e non mi importava nemmeno delle nostre continue litigate; in un modo o nell'altro entrambi tornavamo nelle braccia dell'altro.
Ed era proprio per questo che avevo deciso di prendere definitivamente iniziativa.
Lui l'aveva fatto ed io avevo rimandato, ma con il senno di poi, non avrei più dovuto farmi lasciar scappare nulla.
Avevo preso un anello, semplice, ed elegante, proprio come lui e lo stavo tenendo stretto fra le mani, nascosto nella tasca della giacca, proprio il quel preciso momento.
«Come lo sai?» chiesi sorpresa.
Lui si portò un dito sul mento e poi iniziò a parlare «Beh, un giorno trovo lo scudo del capitano con un pezzo mancante a forma di cerchio, il giorno dopo, lo ritrovo in perfette condizioni senza nemmeno un graffio».
«Ciò non spiega come fai a saperlo» ribattei.
«Ho i miei metodi».
Alzai gli occhi al cielo «Più che un'intelligenza artificiale, J.A.R.V.I.S. è una dannata pettegola di paese» borbottai mettendo il broncio ed incrociando le braccia al petto.
Tony scoppiò a ridere, mi prese per una spalla e portò a scontrare i nostri petti in un tenero abbraccio.
«Quando glielo chiederai?» Il suo mento si appoggiò sopra la mia testa.
Feci una piccola alzata di spalle «Penso dopo il matrimonio».
Si staccò dall'abbraccio e annuì più volte «Ottimo, così non mi ruberia la scena».
Lo fulminai con gli occhi, e con il dito feci su e giù indicando il mio vestito rosa cipria in organza e tulle «Ti ruberei la scena anche con un sacco dell'immondizia addosso» lo presi in giro.
«Mi dici perché siamo migliori amici?» chiese ironico.
«Perché tu mi dai i tuoi miliardi, ed io in cambio, ti assicuro un'eternità senza sofferenza».
«Ma ci sarai tu» affermò.
«Ed il rum, e la pizza d'asporto, e le serie TV da poter vedere».
Strabuzzò gli occhi «Avete anche Netflix?».
Feci una smorfia annoiata «Dove credi viviamo? Nel medioevo?».
Mi guardò sognante, con la bocca semiaperta «Dove firmo il contratto?»
Ridacchiai scuotendo la testa «Ora pensa a sposarti».
«Liz» mi richiamò lui serio.
Mi voltai e gli accarezzai i capelli «Dimmi Tony».
Lui prese la mia mano e ne baciò il dorso «Io e te per sempre, perché siamo una famiglia» mi disse con occhi pieni di dolcezza.
Sorrisi e mi avvicinai di più a lui facendo scontrare le nostre fronti «E la famiglia va protetta..» sussurrai flebilmente «costi quel che costi» infine dicemmo insieme.
«Ti amo tremila svitatella».
«Ti amo tremila Tony».
La voce di Rhodey ci distrasse dalla nostra conversazione «È tutto pronto e.... Wow, Liz sei stupenda».
Abbassai lo sguardo sul vestito e sorrisi in imbarazzo.
Quel vestito era stato scelto categoricamente da Tony.
Mi aveva fatto trovare direttamente il pacco in camera con un piccolo bigliettino vicino: "è il mio matrimonio, detto io le regole, quindi per un giorno, metti da parte la tua vena plateale e fai la principessa, perché la regina indiscussa dovrò farla io".

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora