Prologo

4K 183 115
                                    

Il bagliore dei lampi seguito dal rumore dei tuoni era assordante.
Zeus era adirato, non poteva essere più furioso, forse era invidia o ancor peggio paura di poter trovare qualcuno più forte di lui.

Sull'Olimpo si ergeva maestoso il suo palazzo dorato e tutti gli dei erano posizionati in cerchio sulle loro maestose sedie per cercare di trovare una soluzione alla sconvolgente notizia.

Ade ed Afrodite si amavano, ed avevano avuto una figlia all'insaputa di tutti.
C'era una profezia che tormentava Zeus, tanto da vietare ai suoi fratelli di creare altra progenie:

"Il frutto di un amore proibito tra gli dei maggiori crescerà e sarà il più pericoloso fra tutti.

Lampi, tuoni, fuoco e ghiaccio insieme cadranno ed il destino dell'Olimpo da essa segnato dall'inganno.

La fenice morirà, risorgerà, risplenderà
E l'intero equilibrio cadrà. "

«Siete degli sciocchi» gridò il Dio «Non avete idea di quale sventura porterà questo demone».

Ade, con eleganza e grazia si avvicinò alla bambina, la prese e la strinse a sé, quest'ultimo era abbagliato dalla bellezza della piccola, non era mai stato più felice ed in pace prima di allora.

«Che male può fare una bambina indifesa?» chiese il Dio irritato, mentre tutti gli altri erano in ascolto, ammaliati anche loro dall'aura che emanava la piccola.

«La profezia parla chiaro» tuonò Zeus.

Afrodite che fino ad allora era stata in silenzio si intromise tra i due «La profezia può essere letta anche in un altro modo».

«Ormai ho preso la mia decisione, la bambina non rimarrà qui».
In quel momento Zeus ebbe chiara la situazione, doveva far in modo che la fenice non potesse risorgere mai.
«Il motto della fenice è Post fata resurgo "dopo la morte torno ad alzarmi", così sia allora: ella dovrà morire e risorgere per poter avere a pieno ogni suo potere, sarà esiliata nell'Ade come principessa degli inferi, non potendo raggiungere l'Olimpo, i suoi poteri saranno limitati, ma non la sua bellezza, capace di ammaliare qualunque essere vivente, mortale e non».
Il Dio stava rendendo la bambina, solo una figlia di Ade.

«Come potrà morire e risorgere se è un essere immortale?» chiese il Dio degli Inferi.
Ed in quel momento Afrodite capí.
In una frazione di secondo, fermò la maledizione con una scappatoia, senza che nessuno potesse accorgersene, decise di proteggere ed al tempo stesso condannare la propria figlia: "proverà un'amore che sarà così forte da consumarla, ed al picco della sua felicità questa le sarà tolta, il dolore sarà peggiore della morte stessa, solo allora la fenice rinascerà dalle proprie ceneri"

«Non lo farà».
Ma la scappatoia aveva già colpito la bambina.

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora