Jakku. Pianeta interamente ricoperto di sabbia cocente e spesso inondato da tempeste di sabbia.
Nel piccolo avamposto di Niima, una piccola bambina di appena sette anni, cammina verso il padrone a cui è stata venduta: Unkar Platt.
Rey è appena tornata da uno star destroyer precipitato nel deserto, ha raccolto dei pezzi del meccanismo degli scudi, e li ha portati da lui per poterli vendere e guadagnarsi la cena.
"Allora, che cos'abbiamo qui... Mhhhh... Per questo posso darti un quarto di porzione, per questo..." prende in mano uno dei molti pezzi che la bimba gli aveva portato, e lo esamina avvicinando all'occhio
"Cercavi di ingannarmi eh, ragazzina? Devi pulirli i pezzi prima di venderli. Ti meriti una punizione per questo"
Rey è spaventata, non si era accorta di aver dimenticato un pezzo da pulire, e le punizioni di Unkar Platt non sono nulla di buono in base a quanto aveva sentito.
Il padrone sorpassa il banco dove tiene le porzioni con una frusta molto lunga fatta interamente di vertebre prese chissà dove, si avvicina alla bambina e alza la frusta per poi farlela schioccare sul braccio sinistro, che comincia a perdere sangue.
L'arma viene alzata una seconda volta, e il colpo finisce dritto sullo zigomo di lei che, rimasta pietrificata dalla paura, non è stata in grado di muoversi e scappare.
Viene colpita ancora, ancora e ancora, finché la frusta cade dalla mano del proprietario: un uomo gli ha afferrato le braccia, facendogli cadere l'arma e privandolo di ogni possibile movimento.
Unkar cede alla pressione su un nervo e cade a terra privo di sensi.
Rey è ricoperta di sangue ancora caldo; la vista le sta venendo meno, ma riesce a scorgere una figura passarle un braccio sotto la schiena e uno sotto le ginocchia, per poi sollevarla da terra e portarla via.~><~><~><~
Un paio di ore dovo la piccola si sveglia a causa di due voci che conversano tra loro.
X: "Non possiamo lasciarla qui. Potrebbe essere peggio la prossima volta"
Y: "Dobbiamo tornare a casa o tua madre ci ammazza"
X: "È ferita, non possiamo abbandonarla nel deserto"
Y: "Anche lei avrà una famiglia che la sta aspettando... Senti; aspettiamo che si svegli, la curiamo e poi la riportiamo a casa.. Va bene così Ben?"
X: "Va bene papà"
Le fa molto male la testa, ma riesce a individuare dei passi venire verso di lei. La porta di apre e un ragazzino poco più grande di lei si ferma al suo fianco e l'aiuta a sedersi sulla brandina.
"Grazie" sussurra la piccola strofina dosi l'occhio con un pugno.
"Di nulla. Io sono Ben"
"Piacere, io sono Rey"Ben ha i capelli scuri, lunghi e apparentemente molto morbidi; gli occhi scuri e la pelle chiara. È alto e le spalle sono molto larghe: come quelle di un nuotatore.
Tra i due c'è un filo di imbarazzo, ma chiacchierano parlando del più e del meno; fino a che Ben non domanda "Qual è il tuo cognome?".
"In realtà non ho un cognome. I miei genitori mi hanno venduta al signore che mi ha fatto male prima. Sono andati via, ma io li sto aspettando: ogni giorno faccio un segno sul muro di casa mia, così da ricordarmi i giorni che passano"
Lo dice con calma, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, anche se nel profondo sta male al pensiero di non avere una famiglia.
"Mi dispiace" dice il moro guardandola negli occhi cercando di cogliere le sue emozioni
"Non importa" e lo abbraccia timidamente. Non abbraccia qualcuno da molto tempo e, sentire di potersi confidare con qualcuno, la fa stare bene "Sò che torneranno a prendermi, prima o poi"
Si staccano, e la porta si apre una seconda volta. Han Solo scruta la bambina cercando qualche indizio sul suo passato.
"Vedo che ti sei ripresa. Sono Han Solo, ora possiamo riportarti dai tuoi genitori".
Al fianco di Rey, Ben fa segno al padre di non concludere il discorso, ma invano. La giovane abbassa lo sguardo per mezzo secondo e poi sorride all'uomo.
"Grazie, ma non ho una famiglia. Vi sono grata di tutto ciò che avete fatto per me"
Sembra molto più grande rispetto alla sua età: parla come una persona adulta, sa badare a sé stessa, vive da sola e si guadagna da vivere da sé.Negli occhi di Han si vede un velo di comprensione nei confronti della bambina: anche lui non aveva famiglia, e sa come ci si sente a fare tutto da soli.
Nonostante tutto, i due accompagnano Rey verso il vecchio rottame che chiama casa; si assicurano che vada tutto bene, e fanno per uscire.
Ben si ferma sull'uscio e si gira verso la piccola "Buona fortuna. Spero che i tuoi genitori tornino al più presto"
"Grazie. Se un giorno vorrete tornare sarete i benvenuti" dice lei un po' nostalgica.
Il moro le fa un saluto con la mano e corre dietro il padre che ha già acceso i motori del Millennium Falcon. Rey è alla finestra, guarda il mercantile alzarsi dal suolo e sfrecciare nel cielo rossastro del tramonto, sognando di poter volare via da tutto e poter vivere felice la vita che ha sempre sognato insieme ai suoi genitori.
~✨~
Buongiorno, buona domenica.
Non so da dove sia venuta fuori questa cosa, ma ho scritto di peggio 😂. Adoro immaginarmi un piccolo Ben, infatti lo ritroveremo anche nel prossimo capitolo.
Spero vi piaccia.
Baci.
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One-shot ~:~ REYLO
FanfictionQuesta storia è formata da piccole storielle inventate in momenti totalmente a caso riguardanti la Reylo. Pubblicherò quando mi verranno delle idee. Spero vi piaccia nonostante i probabili errori grammaticali, ( che vi chiedo gentilmente di segnalar...