Capitolo 12 • Pallavolo

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«Che cos'è successo?»

Le parole dei miei amici mi avevano incuriosita. Purtroppo per me, però, non ricevetti risposta. Non ero in vena di insistere, quindi, contro ogni previsione, rimasi zitta e li seguii all'interno della scuola.

Quel giorno, dopo l'intervallo, ci sarebbe stata la partita di pallavolo fra due diverse classi. Visto che la classe contro cui avrei dovuto giocare sarebbe stata quella di Will, non ero molto tranquilla: speravo vivamente che lui non parlasse con Matt e Rose della sera precedente.

«Allora Eve, dovremmo cominciare oggi» disse Rose, mentre raggiungevamo il mio armadietto e quello di Matt. «Vieni da me subito dopo scuola?»

«Non posso...» ammisi, guadagnandomi un'occhiata truce da parte sua.

«Evelyn... pensavo che ormai ti fosse chiara la gravità della...»

Non la lasciai finire di parlare, indignata dal fatto che lei avesse davvero dubitato di me.

«Lo so Rose! Ma devo stare in punizione per due ore a causa di ieri.»

«Allora stasera» sospirò. «Non avevi detto che gli Spencer sarebbero usciti?»

«Sì...»

«Allora è fatta. Stasera ci andremo ad allenare al National Park. Ti passerò a prendere non appena gli Spencer saranno fuori di casa.»

In quel momento la campanella decise di suonare e, a malincuore, tutti e tre dovemmo raggiungere l'aula di storia.

Non appena fummo arrivati, Matt e Rose si assicurarono che io mi sedessi nel banco più vicino alla porta.

«A questo punto sarebbe meglio che tu ti addormentassi e avessi una visione durante il sonno» mi sussurrò Matt all'orecchio, sedendosi di fianco a me.

«Non ho sonno» replicai, mentre guardavo Rose che, davanti a me, si stava già mettendo comoda per schiacciare un pisolino. «Sembro immune al potere soporifero di Altman... Perciò, mi metterò a leggere uno dei libri che mi avete dato ieri.»

«Comincia con quello della storia di Elyria. Più ti informi da sola, meno io e Rose ti dobbiamo spiegare.»

Non appena il professore si mise a spiegare, afferrai dallo zaino un tomo dalla copertina verde scura. Lo aprii e notai come fosse scritto a mano. Quel libro doveva essere vecchissimo, così vecchio da risalire a tempi in cui non esisteva la stampa.

Rimasi a leggere per tutte le due lunghissime ore. Imparai un sacco di cose, che sicuramente prima o poi avrei chiesto a Matt e Rose. Capii come gli dei avessero creato il mondo e come i primi Domini si fossero organizzati nelle prime comunità.

Secondo quel libro, il dio Seran era colui che aveva creato i Domini della Luce. Le illustrazioni raffiguravano un giovane dai capelli dorati e dagli occhi dello stesso colore. Era una figura senza età, maestosa e assolutamente terribile. In ogni immagine che vidi portava la stessa armatura, anch'essa del colore dell'oro, e una spada di cristallo con un sole intagliato nell'impugnatura. Era mancino e, con la mano destra, reggeva uno scudo gigantesco, sul quale era incisa la stessa immagine della spada.

Quando suonò la campanella, nella classe si diffuse un lieve mormorio. Davanti a noi, Rose si ridestò dal suo sonno.

«Non è strano che tu non abbia ancora avuto una crisi?» mi chiese Matt mentre uscivamo dall'aula.

«Per fortuna. Non aspetto con ansia la prossima volta che sverrò e diventerò una furia assassina» ribattei.

In quel momento Laura Gibs passò di fianco a noi, facendo girare molti ragazzi verso di lei.

ELYRIA • L'ultimo soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora