Stranamente non svenni.
Mi sembrava di doverlo fare da un momento all'altro ma non successe.
Di colpo l'ambiente intorno a me cambiò. Al posto dei muri di pietra chiara del cortile della scuola, ne apparvero alcuni color nero pece. Erano decisamente più alti e imponenti. Su ogni singola pietra correvano dei maestosi bassorilievi dorati.
Dal portone di ebano, che aveva sostituito quello di vetro, uscirono due ragazzi in abito da sera, con i volti sfocati e non distinguibili. Le loro voci risultavano ovattate e difficili da comprendere, ma riuscii comunque a sentire.
«Evelyn, fermati!» urlava una voce maschile.
«Ti rendi conto di come dovrà finire questa storia?» Riconobbi la mia voce, disperata e quasi supplicante.
«Troveremo una soluzione» disse la voce maschile, debole ma sicura, mentre si avvicinava all'altra figura dall'abito rosso.
Quella voce era stranamente familiare, ma c'erano troppe interferenze per capire a chi appartenesse.
«Non esistono soluzioni! Non posso ucciderti... Non posso farlo.»
I muri della mia scuola ritornarono nitidi e le immagini che stavo guardando scomparvero di colpo. Non rimasi nemmeno a prendere fiato: con il cuore a mille mi alzai velocemente e corsi verso la classe di inglese.
Non era possibile. Io che uccidevo qualcuno? Era sicuramente un errore.
Avevo la dannata e tremenda sensazione che quella scena fosse vera. O meglio, che quella scena sarebbe diventata reale nel futuro. Non riuscivo a capire come, ma in quel momento ne ero assolutamente certa.
Raggiunsi l'aula di inglese poco prima che la professoressa chiudesse la porta. Deglutendo e ansimando, mi lasciai ricadere di fianco a Rose.
«Dov'eri finita? Quella era capace di farti rimettere in punizione. E tu non puoi tornare in punizione» mi disse subito sottovoce.
«Ho avuto un'altra crisi» ansimai con il fiatone, mentre la professoressa cominciava a fare l'appello.
Non rimasi affatto stupita quando sentii la mia voce incrinata. La mia amica mi guardò con occhi sorpresi, invitandomi a continuare con un cenno del capo.
«Ho visto delle cose» le sussurrai agitata. «No, non sono svenuta, ma... è possibile che io abbia visto il futuro?»
Rose rivolse subito un'occhiata a Matt, che però non stava ascoltando, proprio nel momento in cui la professoressa chiamava il mio nome.
«Presente» risposi in fretta, prima di rivolgermi nuovamente a Rose. «Rose, è stato orribile. Ho visto me stessa dire di dover uccidere una persona...»
«Sicuramente prima o poi ti capiterà» scrollò le spalle. «Siamo o non siamo in guerra?»
«Sì, Rose, ma...»
«Rose Ward?»
«Presente.»
«Ora la pregerei di non parlare più con la signorina Lewis, potrete farlo non appena uscirete da questa aula.»
Feci per parlare di nuovo con Rose, ma lei mi precedette.
«Ci pensiamo dopo, ok? Matt sicuramente potrà dare più senso a questa faccenda...»
***
«Uccidere qualcuno?» Matt aggrottò la fronte pensieroso. «Non mi sembra una cosa così assurda: siamo in guerra in fin dei conti.»
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ELYRIA • L'ultimo sole
Fantasy[ELYRIA - PRIMO VOLUME] - Seconda stesura revisionata Evelyn Lewis ha un'unica regola: non disfare gli scatoloni prima di quattro mesi. Il continuo spostarsi di famiglia affidataria in altra non le ha dato molta fiducia nel trovare una sistemazione...