Capitolo 6 • Sogno

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«Rose, richiamami appena puoi.»

Dopo aver riattaccato, buttai il telefono sul letto per quella che mi parve almeno la milionesima volta.

Rose e Matt avevano entrambi la segreteria telefonica e io provavo il bisogno impellente di parlare ancora con qualcuno di quello che era successo.

Non riuscivo ancora a capacitarmi dell'esistenza di una gigantesca isola in mezzo all'Oceano Pacifico chiamata Elyria, nella quale abitavano uomini e donne capaci di controllare un elemento.

Avevo delle domande, troppe domande.

Infatti avevo passato tutto il pomeriggio a chiamarli entrambi, senza però ricevere risposta.

Per un tragico, per fortuna brevissimo, momento, ero stata tentata di chiamare pure William. Fortunatamente quell'idea era andata via dalla mia mente in fretta com'era arrivata: sarebbe stato decisamente imbarazzante.

Maledetto alcol.

Se c'era una cosa alla quale stavo pensando di più che a tutto quello che mi avevano detto Matt e Rose, quella era l'immagine di me stessa nel bagno insieme a Will.

Mi buttai di peso sul letto, mentre tornavo a chiedermi il perché mi avessero raccontato del loro mondo.

Cosa intendeva dire Matt quando aveva detto che io ero coinvolta in questa storia?

Qualcuno bussò alla porta e io mormorai un «Avanti» senza staccare gli occhi dal soffitto.

«Ti ho portato qualcosa da mangiare. Mia madre dice che non hai mangiato né a pranzo né a cena.»

Quando sentii la voce di Shaun girai la testa per guardarlo.

La felpa bordeaux che indossava non faceva che risaltare il biondo dei suoi capelli.

«Non avevo fame.»

«In ogni caso, qui c'è qualche coscia di pollo e un panino» replicò, appoggiando un vassoio sul comò. «Magari dopo ti viene fame.»

«Grazie» gli dissi incrociando il suo sguardo, con un velo di gratitudine della voce.

«Ci vediamo domattina.»

«Buonanotte» gli augurai prima che la porta sbattesse.

Come se quel cibo mi stesse chiamando, balzai su dal letto. Era dalla sera precedente che non mandavo giù qualcosa e il mio stomaco brontolava di continuo.

Decisi di provare a chiamare Matt un'ultima volta, così composi il suo numero e aspettai speranzosa.

«Segreteria telefonica di Matt Davis, lasciare un messaggio...»

«Matt, giuro che farò qualcosa di sconsiderato se tu o Rose non mi risponderete, passa una bella serata» dissi sarcastica, prima di riattaccare la chiamata.

Perché erano spariti tutti?


***


La mattina dopo, però, puntuale come sempre, Rose era lì ad aspettarmi in macchina.

Uscii di casa afferrando un pezzo di pane tostato e, cominciando a pensare alle domande che avrei potuto farle, raggiunsi la macchina.

«Buongiorno» mi accolse allegra, mentre aggiustava allo specchietto retrovisore il rossetto già perfetto.

«Che fine avevi fatto?» la aggredii subito, dimenticando di colpo tutte le cose che in realtà avrei voluto chiederle.

ELYRIA • L'ultimo soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora