Non avevo mai pensato a cosa sarebbe successo se avessi toccato il fondo della mia dignità. Non avevo idea di come mi sarei sentita, né di quale sarebbe stata l'occasione in cui lo avrei fatto.
Non riuscivo nemmeno a capire se fosse quello il momento.
Nella mia mente cercavano di intrufolarsi tutte le domande e le risposte lasciate in sospeso da quello che era appena successo, ma io mi rifiutavo di farle entrare.
Ero consapevole di stare solo facendo qualcosa che avrebbe peggiorato la situazione, che mi avrebbe fatto solo del male. Ma in quel preciso momento non mi importava.
Non mi importava di stare rischiando l'osso del collo, lasciandomi andare a quello che poteva sembrare un semplice e innocuo bacio. Il pensiero di finire seriamente in una cella di Elyria e rimanere lì dentro fino alla mia Caduta non trovava spazio nei miei pensieri.
La voce della mia ragione era troppo soffocata per intervenire, per dirmi di scappare prima che fosse troppo tardi.
E per intimarmi di smettere di lasciarmi andare in quel modo.
Le mie mani si erano abbassate ad accarezzargli i bicipiti muscolosi, mentre Will, dopo quell'iniziale tentennamento, continuava a baciarmi con impeto e passione.
Avevamo perso entrambi ogni controllo della situazione e ogni briciolo di buonsenso che ci intimava di fermarci.
Lo aveva detto lui stesso, eravamo fottuti.
Mentre le nostre bocche si muovevano tremanti e disperate l'una sull'altra, improvvisamente ricordai quelle parole che Will mi aveva sussurrato la sera del nostro incontro.
«Non così.»
«Così?» mi ritrovai a chiedere fra un bacio e l'altro, senza ottenere risposta da parte sua.
Mi sollevò da terra allacciando le sue mani dietro la mia schiena e continuando a tenermi incollata a lui.
Cominciò a camminare all'indietro, ma io ero troppo presa da lui e dall'effetto che mi faceva per cercare di capire dove mi stesse portando. Le sue labbra, morbide contro le mie, sembravano sapere di cioccolato.
Quel bacio, quel dannatissimo bacio, era diverso da tutti quelli che avevo dato nella mia breve vita. Quel bacio sembrava giusto, era quello che, inconsapevolmente e involontariamente, avevo sempre desiderato.
Quando sentii il rumore di una porta sbattere, lasciai ricadere la borsa a terra. Mi sentii appoggiare su un banco scolastico e subito allacciai le mie gambe sulla schiena di Will, permettendogli di stare vicino a me il più possibile. Sentii le sue mani scivolare lungo il mio corpo, accarezzarmi avanti e indietro i fianchi e le cosce.
«Dovresti fermarmi» fu la prima cosa che disse.
«È quello che vuoi?» replicai con un sussurro.
«Dovrei volerlo.»
Portai le mani sui suoi fianchi, prima di intrufolarle sotto la maglia blu che stava indossando. Piena di desiderio, lasciai che le mie dita scorressero sui suoi addominali scolpiti, fino su al petto.
Sentii un calore familiare nel basso ventre e capii che, se qualcuno non ci avesse fermato o se noi non ci fossimo fermati da soli, saremmo andati fino in fondo.
«Scappa da me, prima che sia troppo tardi» mormorò, mentre cominciava a lasciarmi piccoli baci sulla mandibola.
«È la stessa cosa che hai detto a Rose?»
Will, intanto, aveva preso a mordicchiarmi l'orecchio, e io stavo facendo molta fatica a trovare le forze per parlare.
«No» rispose lui con voce bassa e rauca. «Lei è scappata da sola. E se sapessi il motivo lo faresti anche tu.»
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ELYRIA • L'ultimo sole
Fantasy[ELYRIA - PRIMO VOLUME] - Seconda stesura revisionata Evelyn Lewis ha un'unica regola: non disfare gli scatoloni prima di quattro mesi. Il continuo spostarsi di famiglia affidataria in altra non le ha dato molta fiducia nel trovare una sistemazione...