Capitolo 10 • Crisi

399 28 2
                                    


L'uomo camminava avanti e indietro lentamente nel suo studio. Ora, senza la penombra della Sala del Trono, il suo viso appariva nitido e indecifrabile. Solo le sopracciglia aggrottate e la bocca che si muoveva di tanto in tanto potevano suggerire che stesse riflettendo riguardo a qualcosa. I capelli neri e la barba dello stesso colore erano ancora privi di bianco: non poteva avere più di una quarantina d'anni.

Nella stanza risuonò il rumore deciso di nocche che battevano contro la porta.

«Avanti.»

Una donna dai capelli argentei, raccolti in uno stretto chignon severo, entrò facendo un inchino profondo. Fissò il suo sguardo in quello dell'uomo e sorrise.

«Vostra maestà.»

La donna chiuse la porta alle sue spalle e, camminando con passo lento e felpato, raggiunse l'uomo e si fermò. Posò le mani dalle dita lunghe e affusolate sulle sue spalle e annunciò: «È cominciata, maestà».

L'uomo non lasciò trapelare nessuna espressione sorpresa, concedendole solamente un vago sorriso alla sua interlocutrice.

«Era solo questione di tempo. Noi non ci facciamo aspettare.»

La donna abbassò molto lentamente le mani sul suo petto. «Presto sarà con lei, mio signore.»

Lui annuì.

«Fra tre mesi il processo sarà completo. Per l'anno nuovo la vedremo raggiungerci...»

«Merda, tre volte in un giorno Matt!»

La voce di Rose mi esplose nelle orecchie. Cercai di sbattere lentamente le palpebre, ritrovandomi alla fine a fissare il soffitto bianco del salotto di Rose.

«Evelyn!» La mia amica, con voce tremante, mi fu subito accanto. «Che cos'è successo? Che cosa hai visto? Oddio, non dovrebbero cominciare così frequenti queste visioni...»

Scossi la testa, cercando di elaborare quello che avevo appena visto. Non riuscivo ancora a capire che cosa fosse successo: il mio cervello sembrava aver perso di nuovo la capacità di ragionare.

«I libri dicono che solamente nelle ultime settimane il Dominus ha tre ricadute al giorno...»

Matt sembrava preoccupato, gli occhi dietro gli occhiali scorrevano freneticamente sulle pagine del tomo che aveva in mano.

Mi raddrizzai un po', con la testa così dolorante che la vista mi si annerì di nuovo e credetti di stare per svenire ancora.

«Come può essere già così avanzata?» La voce di Rose era tremante. «Non è possibile che...»

«Abbiamo tre mesi esatti di tempo» la interruppi con voce affannata. «L'ho visto, il Re lo sa. Ha detto che per l'anno nuovo sarò con loro.»

Ormai non potevo avere più dubbi, quella donna lo aveva chiamato "vostra maestà": quell'uomo che era apparso già diverse volte nelle mie visioni era il Re di Elyria.

«L'unico che riuscirà ad estirpare l'oscurità dal mondo o a farla prevalere...» Matt citò il passo della profezia, annuendo e riflettendo: «A questo punto aspetterà soltanto che tu ti trasformi. Non ti vuole uccidere, ma certo. Anche lui vuole fare avverare la profezia. Ma al contrario.»

«Quindi spera che Evelyn ci faccia fuori non appena cadrà e che lo raggiunga di sua volontà» disse Rose, versando dell'acqua in un bicchiere.

«Sì è quello che spera» confermai allungando la mano per prendere il bicchiere che mi stava porgendo.

ELYRIA • L'ultimo soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora