Capitolo 24 • Assassina

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Rose si svegliò di soprassalto e si guardò intorno per qualche secondo.

«Che c'è?» rispose, sbuffando quando vide che la lezione non era ancora finita.

Cercai di nascondere le lacrime sul mio viso.

«Rose, cavolo...» mormorai impaziente, spostandomi all'indietro per farle vedere cosa stesse succedendo fuori in quel preciso momento.

Quando se ne accorse, sgranò gli occhi. Si girò immediatamente verso Matt, che stava diligentemente prendendo appunti. Matt alzò gli occhi, alzando le sopracciglia alla visione di Rose sveglia durante una lezione di storia.

«Chantal ha trovato Adam» sussurrò agitata, indicando fuori dalla finestra.

Matt guardò a sua volta, sgranò gli occhi e, con tono risoluto e stranamente calmo, mi disse di fingere uno svenimento.

«Eh?»

«Fingi di svenire, Eve. Dai, muoviti!»

Mi asciugai in fretta le ultime lacrime. Presi un respiro profondo e alzai una mano tremante.

«Professore, non mi sento affatto bene» interruppi la sua spiegazione, con voce lamentosa, attirando l'attenzione di tutti i presenti.

Mi portai una mano alla testa e Rose mi appoggiò una mano sulla spalla.

«Esca, signorina Lewis, vada a prendersi qualcosa di caldo.»

«Se non le dispiace, professore, noi andremmo volentieri con lei.» Matt si alzò in piedi e parlò con voce falsamente preoccupata. «Sa, Evelyn soffre di epilessia e sarebbe meglio che qualcuno la accompagnasse.»

«Va bene, andate, andate» acconsentì, guardandoci con occhi scettici.

Rose e Matt non persero un secondo di più: finsero di scortarmi fuori dalla classe e io cercai di simulare il meglio possibile un imminente svenimento. Non appena la porta si fu chiusa alle nostre spalle, i miei amici sembrarono dimenticarsi di me.

Li rimasi a guardare correre verso l'uscita della scuola per qualche istante prima di capire che non sarei potuta rimanere lì ad aspettare. Ero sicura che Rose e Matt non volessero che li seguissi, forse davano per scontato che rimanessi al sicuro all'interno della scuola.

Decisi di ignorare il buon senso.

Rose cominciò a correre alla velocità della luce, usando il suo elemento per sfrecciare fuori dalla scuola. Evidentemente non ebbe paura che qualcuno potesse vederla.

Non appena anche io e Matt fummo fuori nel parco, cercammo di starle dietro il più possibile. Ma Rose scomparì in un batter d'occhio nel bosco, alla ricerca di Adam e Chantal, che se ne erano andati dal parco.

«Cazzo» imprecò Matt, dalla quale bocca avevo sentito davvero poche volte uscire una parolaccia.

Il Dominus si fermò di colpo, chinandosi a terra e appoggiando una mano sul prato. Frenai immediatamente anche io, rimanendo a qualche metro di distanza. Ero sicura che se fossi entrata nel suo campo visivo, Matt si sarebbe ricordato della mia presenza e avrebbe dato di matto.

Dal terreno vidi uscire delle piccole e sottili radici, che avvolsero il suo braccio teso. Lui chiuse gli occhi e rimase fermo immobile per qualche secondo. Quando si alzò, le radici si ritrassero.

Cominciò di nuovo a correre, sempre verso il bosco. Matt non sembrava avere alcun accenno di fiatone, mentre io, fuori allenamento come sempre, cominciavo a sentirmi mancare l'ossigeno.

Entrammo nel piccolo e fitto bosco della periferia settentrionale di Boston, vicino al quale si trovava la nostra scuola.

Matt sembrava sapere dove andare, perchè, incurante di tutte le radici che io invece evitavo all'ultimo secondo, continuava imperterrito a correre nel cuore del bosco.

ELYRIA • L'ultimo soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora