«Tu, brutta puttana schifosa.»Riuscii a stento a sentire la voce di Rose. In seguito mi si sarebbe scaldato il cuore al ricordo: Rose non sarebbe potuta essere più comprensiva di così.
«Rose!» Matt spalancò la bocca, sconvolto.
Per una volta la Dominus dell'Aria aveva capito qualcosa prima di lui.
Non riuscendo più a sopportare la vista di quegli occhi color nocciola che non smettevano di fissarmi, ritrovai la parola.
«Evelyn... mi dispiace tanto» stava dicendo, con la voce rotta dall'emozione.
Le lanciai un'occhiata di fuoco, azzittendola. Dopo tutti i mesi passati a soffrire per quello che mi aveva fatto, e a soffrire, dovevo ammetterlo, per la sua mancanza, avevo cercato di cancellare tutta quella che era stata la mia vita a Seattle.
Non riuscivo più a ricordare con piacere le serate passate sul divano a bere cioccolata calda e a guardare film strappalacrime, le infinite feste dopo le quali riaccompagnava una me ubriaca persa a casa e tutte le chiacchierate al telefono che si protraevano fino a notte fonda.
«Non provare a parlarmi» dissi, abbastanza forte perchè potesse sentirmi. «Devi solo essere contenta che non ti sia saltata addosso di nuovo.»
Abigail rise piano e io presi in seria considerazione la possibilità di spaccarle il naso un'altra volta.
«Per fortuna non è servita un'operazione» disse, alzando una piccola mano e sfiorandosi il naso con le dita.
La guardai con tutto il disprezzo che riuscii a mettere nel mio sguardo. Sul viso, il sorrisino le scomparve in fretta com'era arrivato. Tornò a guardarmi con malinconia e tristezza.
Non aveva il diritto di sentirsi così.
«Non siamo più riusciti a mantenere i rapporti io e lui, sai?» disse. «Quando te ne sei andata...»
Questa volta fu il mio turno per ridere. Sentii gli sguardi di Matt e Rose addosso, ma non me ne importai.
«Hai perso ogni diritto di parlarmi di lui quando ci sei andata a letto, Abigail» le sibilai contro.
Spostai lo sguardo sul campo, dove pure la squadra della Mayer aveva raggiunto il professor Kane. Le due squadre si diedero la mano, mentre il professore parlava al pubblico.
«I ragazzi dell'ultimo anno della scuola della squadra avversaria hanno accettato l'invito del nostro preside. Approfitteranno della trasferta per fermarsi qualche giorno a Boston, in gita scolastica. Il nostro caro preside è sicuro, e noi lo siamo con lui, che questa possa essere l'opportunità di intraprendere un percorso di gemellaggio con una scuola della West Coast...»
Mi sentii male.
Sembrava tutto un incubo.
Cercai di non guardare Weston, ma fallii miseramente. In quel momento era impossibile non farlo.
La mia mente sembrava ripetermi in continuazione di tornare a casa e di rimanervici per tutta la settimana seguente.
Quando riuscii a staccarli da Weston, i miei occhi si fermarono su William. Non stava più guardando nella mia direzione, ma in volto aveva ancora un'espressione corrucciata, seria. Seguii il suo sguardo.
Non c'erano dubbi, stava guardando proprio Weston.
Che lo avesse riconosciuto dalle foto che aveva visto in camera mia?
«Evelyn, vuoi andare a casa?» mi chiese Matt cauto, appoggiandomi una mano sulla spalla.
Non risposi, sicura che se lo avessi fatto non sarei più riuscita a trattenermi dal piangere e dall'urlare.
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ELYRIA • L'ultimo sole
Fantasy[ELYRIA - PRIMO VOLUME] - Seconda stesura revisionata Evelyn Lewis ha un'unica regola: non disfare gli scatoloni prima di quattro mesi. Il continuo spostarsi di famiglia affidataria in altra non le ha dato molta fiducia nel trovare una sistemazione...