Capitolo 21 • Ricevimento

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Il signor Davis mi guardò con tristezza. L'espressione del suo viso era carica di dispiacere.

«Credimi, io soffro ogni giorno per il fatto di stare in questo istituto» confessò. «L'Ordine è ancora guidato dalla persona che diede l'ordine di uccidere tua madre.»

Mi venne una gran voglia di vomitare e, sopratutto, di scappare da lì.

«E tu potrai chiederti: perché non sono scappato? Perché ho deciso di rimanere a seguire gli ordini della persona che odio di più al mondo?» Il signor Davis fece un respiro profondo. «Le risposte sono semplici e varie. Matthew, per dirne una. Che vita avrebbe potuto condurre da latitante? Comunque, nel caso fossimo riusciti a scappare, saremmo stati visti come traditori da entrambe le parti. Allora mi sono imposto di fare il portavoce degli ideali originali dell'Ordine, diventando Comandante e cercando di mettere un freno alle idee estremiste di Hole.»

Di colpo sentii il mio cuore traboccare di ammirazione. Da quel momento cominciai a vedere in modo diverso anche lui, proprio come avevo fatto con mia madre.

«Non dirà nulla di me all'Ordine, quindi?» Lo chiesi lo stesso, nonostante sapessi già la risposta.

«Per gli Dei, no» disse. «Devo rispettare la promessa che ho fatto a tua madre. Glielo devo. E non posso permettere che tu diventi un'arma di guerra.»

«Allora ci sono alcune cose che dovrebbe sapere.» Mi ritrovai a sorridere piano. «Ma credo che per farlo avrò bisogno dell'aiuto di Matt e Rose.»


***


La giornata prese una piega inaspettata.

Rimanemmo tutto il pomeriggio a mettere al corrente il signor Davis di quello che avevamo scoperto sino a quel momento.

Il comandante si trovò d'accordo con il programma che aveva fatto il figlio e non mancò di ricordarci con voce grave di mantenere più discrezione possibile.

«Possiamo contare sulle dita di una mano le persone che non ti consegnerebbero se sapessero che stai cadendo...» aveva detto.

Scoprimmo che, dalla sera della festa, il signor Davis aveva dovuto partecipare a molte riunioni all'Istituto Zero. Il tema principale, ovviamente, era stata la mia situazione.

Aveva detto e ripetuto al consiglio che non avevo affatto mostrato segni della Caduta, ma non sapeva per quanto avrebbero potuto reggere le sue parole senza che altri indagassero su di me.

Dall'ultima riunione di quella mattina, il consiglio aveva deliberato che mi avrebbero dovuta addestrare a combattere. Anche se questa decisione mi preoccupava, dovetti ammettere che sarebbe stato comodo potersi allenare nelle grandi palestre degli istituti.

«Non avrei mai detto che il signor Davis fosse un ribelle dentro ai Ribelli» ridacchiò Rose mentre mi riaccompagnava a casa.

«Credo che lui e mia madre fossero migliori amici, quasi come fratelli» dissi, ripensando alle parole del comandante.

«Il signor Davis deve aver rischiato molto, quando ti ha portata via da Elyria. Non lo avrebbe fatto per chiunque» commentò Rose.

« L'hanno uccisa» dissi. «Mi ricordo che mi diceste che i Ribelli sono contro la monarchia perché si sta trasformando in una tirannide. Mi diceste che il Re era in grado di uccidere per ogni minima cosa. Ma non è la stessa cosa che hanno fatto i Ribelli con mia madre? Non l'hanno uccisa solo perché voleva proteggermi? Mi chiedo chi l'abbia tradita...»

ELYRIA • L'ultimo soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora