Antarctica ~ Hawks x OC

27 ~ Litigio

Quattordici giorni, tutto doveva essere perfetto. Hitashi convocó Antarctica per raccogliere le ultime informazioni ed elaborare gli scenari insieme agli altri membri della commissione.
Sembrava deciso ormai, avrebbero smosso praticamente tutte le forze a loro disposizione per cogliere di sorpresa i loro nemici.
Passarono un paio d'ore a discutere di ogni minimo possibile dettaglio finché la videoconferenza non terminò ed Eri rimase da sola con il suo tutore. Sapeva già che quel momento sarebbe arrivato e sapeva dove voleva andare a parare. L'atmosfera della stanza d'un tratto si era fatta glaciale.

"Non so proprio cosa fare con voi"

Ammise l'uomo, sempre elegantissimo, mentre si stropicciava gli occhi per poi risistemarsi gli occhiali.

"Uhm niente?"

Eri freddissima gli rispose di getto senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Ma quell'atteggiamento fece letteralmente esplodere il suo tutore che balzò in piedi alzando esageratamente la voce.

"Non è così che ti ho cresciuta Yukiko. Se voi volete farvi ammazzare sono affari vostri, ma qui stiamo parlando dell'intera nazione"

Gli occhi della ragazza uscirono quasi dalle orbite, davvero pensava che fosse tanto stupida da compromettere tutto? Si sarebbe anche sacrificata senza esitazioni per quella dannata missione, avrebbe dato la vita per liberare la sua nazione da quel pericolo.

"Pensi che condannerei il Giappone per i miei sentimenti? Grazie per la considerazione Hitashi"

"Yukiko una relazione è un'inu..."

Ma Eri non lo lasciò finire, si sfogó completamente contro quell'uomo che l'aveva considerata per tutta la sua vita come un prototipo di eroe perfetto per le missioni più delicate e mai come una ragazza.

"Inutile distrazione e punto debole? Non hai mai pensato che invece provare dei sentimenti potrebbe rendermi più forte? Darmi una motivazione? O almeno farmi provare cosa significhi vivere prima di morire? Magari farmi stare addirittura bene?
Mi hai cresciuta tu, è vero, proprio per questo dovresti sapere che sono pronta a tutto, ma non lascerò Takami per una tua stupida convinzione, vivrò queste due settimane come mi pare"

Hitashi la guardò impassibile, la freddezza di Antarctica era niente in confronto a quella che poteva assumere il membro della commissione, per poi porre fine al loro incontro.

"Due settimane, tienilo bene a mente"

Alla ragazza quelle parole sembrarono quasi una minaccia, non lo diede ovviamente a vedere, ma un brivido la percosse. Quattordici giorni e poi? Cosa ne sarebbe stato di lei? E di loro? Nessuno avrebbe potuto dare risposta a quelle domande così strinse i pugni e cercò di allontanarle dai suoi pensieri.
Lei e Keigo si erano avvicinati veramente tanto in quel periodo facendole conoscere dei nuovi sentimenti, delle nuove sensazioni, sciogliendo poco per volta il ghiaccio di cui si circondava da sempre. Ora Antarctica sapeva cosa voleva dire amare ed essere amati e Hawks era diventato parte integrante del suo mondo. Nonostante per lei fosse quasi inconcepibile ammetterlo non avrebbe più saputo immaginare nulla senza quell'eroe accanto.
Si sorprese di se stessa quando si rese conto di aver cominciato a sorridere solamente pensando a lui nonostante la rabbia che Hitashi le aveva tirato fuori. Estrasse poi il suo cellulare per iniziare a digitare freneticamente un messaggio per il biondo, l'aveva lasciato di servizio da solo per raggiungere il suo tutore ed ora le sembrava giusto tornare al lavoro.

"Dove sei polletto?"

Le spunte dell'app di messaggistica si colorarono di blu quasi immediatamente, ma la risposta non arrivó nel modo che si aspettava.

"Dietro di te Fiocco di neve"

La voce calda del ragazzo la fece sobbalzare, non l'aveva previsto minimamente.
Keigo dal canto suo sapeva benissimo che quell'incontro non sarebbe stato facile, dire che Hitashi fosse in grado di terrorizzarlo era dir poco, per cui, complice la situazione tranquilla della città di quel giorno, aveva tenuto sott'occhio ogni spostamento di Yukiko per poterla raggiungere in ogni momento.
Hawks si guardò velocemente intorno per poi spingerla all'ombra di un piccolo vicolo alle loro spalle.