34 ~ Compleanno

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"Fiocco di neve"

Erano seduti su quel tetto, solo loro due, da ormai un po'. La testa di lei era appoggiata sulla sua spalla e la mano calda di lui le cingeva il fianco. Avevano bisogno di recuperare il tempo perso.
Eri alzò gli occhi e lo guardò incuriosita, sembrava quasi imbarazzato.

"Dimmi"

Il ragazzo si grattó la testa confermando la sensazione di lei.

"Non so dove stare stanotte"

Yukiko sgranò gli occhi, non se lo aspettava minimamente.

"Ma sei serio?"

"No, sono Keigo, secondo te?"

La ragazza si alzò allibita dalla terribile battuta e fece per allontanarsi a braccia conserte sotto lo sguardo confuso dell'eroe.

"Ed io che ti volevo nel mio letto, ma dopo questa, buona fortuna stanotte"

Subito Takami le corse dietro supplicante. In realtà non voleva forzarla, era un mese che non si vedevano ne parlavano, non poteva fiondarsi tra le sue coperte così, ma visto che l'aveva detto lei.

"Ehy ehy Fiocco di neve scherzavo, eddai, aspettami"

Eri si fermò trattenendo a fatica un sorriso per la faccia dell'eroe in quel momento, ma visto che non accennava a desistere dalla sua finta arrabbiatura lui le si lanciò praticamente alle spalle sollevandola per la vita.

"Che diavolo fai?"

"Ti porto a letto"

Rispose lui con tutta la calma e la normalità di questo mondo facendo impazzire la ragazza.

"Mettimi giù, non sai neanche dove andare"

Iniziò a lamentarsi mentre si dimenava senza risultati.

"Neanche per sogno"

Hawks sapeva esattamente dove viveva Antarctica, la nota datagli da Hitashi era più che chiara e subito andò a colpo sicuro sorprendendo la ragazza, che in men che non si dica si ritrovò finalmente a terra, ma davanti alla porta del suo appartamento.
Yukiko si girò verso di lui per tirargli un pugno in pieno petto.

"Sei sempre il solito pollo"

Lo accusó quasi arrabbiata, ma allo stesso tempo aprì la porta afferrando la mano di Takami.
Il ragazzo la seguì con un sorriso beato sul volto e curioso di guardarsi in giro.

"È proprio vero che senza di me non sai vivere"

Scherzò alla vista di quell'appartamento praticamente spoglio beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza che lo fece scoppiare a ridere.
La verità era che la castana stessa aveva deciso, quasi inconsciamente, di non fare suo quel luogo. Farlo avrebbe significato adattarsi, rassegnarsi all'idea di dover vivere lì e lei aveva continuato a rimandare, come se una parte di sé fosse ancora legata a quell'appartamento nell'agenzia di Hawks, come se contasse sul poter tornare indietro.

Yukiko lo osservò attentamente, la sua attenzione era stata attirata dai controller della PlayStation, uno blu, uno rosso, il suo controller che non aveva mai osato usare, ma che tutte le volte gli ricordava le loro nottate a giocare, prendersi in giro, spintonarsi. All'improvviso però le tornò in mente quel dannato articolo, non avrebbe voluto parlarne, ma qualcosa dentro di lei la spinse a farlo.

"Hawks"

Il ragazzo si girò perplesso per quel tono di voce facendole capire che la stava ascoltando.
Non sapeva bene come dirlo, era imbarazzata da morire e spaventata dalla risposta. Non poté trattenersi e le sue guance si colorarono di rosso.

Antarctica ~ Hawks x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora