Tempo

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S: "Il pranzo è pronto" disse Stella uscendo sul balcone, interrompendo così quel contatto tra me e Niccolò.

Ci sedemmo a tavola ed iniziammo a mangiare, fortunatamente la presenza di Stella non faceva sembrare imbarazzante la situazione.

S: "Zio come conosci la mamma?"
N: "La conosco da dieci anni"
S: "Ma da tantissimo, nemmeno io ho dieci anni"
N: "Ci siamo conosciuti a Napoli"
S: "Dove sono nata io"
N: "Si, ti manca Napoli?"
S: "Un po', mi mancano i nonni e zio Dario, ma anche qui sto bene. Ho tanti nuovi zii e poi mamma è contenta di stare a Roma, vero Mammina ?"
R: "Si amore"
S: "Se mamma è felice lo sono anche io"
C: "Di me non ti importa?"
S: "Zia Clari ma tu lo sai che sei la mia zia preferita"
C: "Ora va meglio"
N: "Ed io? Posso essere il tuo zio preferito?"
S: "Non lo so, ci stanno anche zio Adri e zio Dario"
N: "Beh se la competizione è con loro, vinco di sicuro" disse Niccolò facendo ridere mia figlia

Sembrava un quadro perfetto, ma io avevo tanta paura di affrontare quel maestoso dipinto che avevo davanti.
La paura mi logorava dall'interno e dovevo cercare di controllarmi con tutte le forze per non farla uscire fuori.

Il pranzo si rivelò più piacevole di quello che avevo previsto, Stella dopo pranzo crollò in braccio a Niccolò sul divano, che dopo un po' decise di andarla a mettere nel letto. Dopo aver aiutato Clarissa a sparecchiare, anche quest'ultima decise di abbandonarci con la scusa "La visione di Moriconi mi ha fatto venire la nausea, mi vado a stendere sul letto anche io"...

N: "Abbiamo un discorso in sospeso io e te"
R: "Ah si?"
N: "Hai detto che abbiamo gli stessi occhi"
R: "Niccolò senti, è un periodo strano per me. Mi sono trasferita in una nuova città con una figlia di cinque anni, che più che una bambina sembra un terremoto, tra qualche giorno ci sarà il matrimonio, poi Stella dovrà iniziare la scuola, ed io.."
N: "Ao fermate. Ce sto io qua, te aiuto io"
R: "Ho già Clarissa che mi da una mano"
N: "Non mi importa, voglio aiutarti io con la bimba, starò io con te, ti accompagnerò sempre a prenderla e portarla all'asilo"
R: "Non è necessario"
N: "Per te forse no, ma per me si. Rebè non sei ancora riuscita a dirmi la verità"
R: "Perché vuoi così tanto saperlo?"
N: "Perché se davvero quella bambina è mia figlia io ho il diritto di saperlo, se è davvero mia figlia non vorrò perdere tempo con lei, nemmeno un secondo. Ho già perso cinque anni"
R: "Forse dovrei andare a riposare un po' anche io"
N: "Sei la solita testarda. Ma fidate che non smetterò di fare ciò che sto facendo per lei, per voi. Non smetterò di provare a stare intorno a Stella solo perché tu hai deciso di chiuderti e di non affrontare in faccia la realtà. Io sono convinto che quella bambina sia mia figlia e aspetterò altro tempo, aspetterò che tu sia pronta. Ma ti prego, non metterci altri cinque anni...non potrei sopportarlo questa volta"

E detto ciò, anche Niccolò mi abbandonò. Uscì dal mio appartamento, era deluso e lo si poteva capire dal tono di voce che aveva usato tutto il tempo.
Tempo, si tempo. Avevo solo bisogno di tempo.


Ciao a tutti, vi sta piacendo la storia?❤️

La stella più fragile dell'universo - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora