E quindi?

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Ormai la mia vita aveva preso una piega del tutto diversa. Arrivata qui a Roma un mese fa non mi sarei mai aspettata tutto ciò. Una nuova vita, un nuovo lavoro, un padre per mia figlia e il ritorno dei miei Miserabili.
Più li guardavo più ne restavo affascinata. Sono sempre stata invidiosa dei loro ideali e dei loro sogni, qui a Roma li conoscevano tutti, sono sempre stati un esempio per i ragazzini più piccoli, ed io speravo lo fossero anche per Stella.

Per quanto riguarda Stella, qualche giorno fa diede lei la notizia a tutti i suoi zii di avere un super papà .
Eravamo ad una delle nostre solite cene alla villa di Niccolò, ed ovviamente Stella disse vicino a Gabriele , mentre ammirava Niccolò fare la brace "come è bravo il mio papà, la mia carne la cuoce sempre tanto tanto perché sa come mi piace"... ovviamente quella frase fu udita da tutti. Niccolò la guardava con un sorriso fiero, Cocco non riusciva a metabolizzare, Gianmarchino e Nassi piangevano letteralmente mentre Adriano li sfotteva , ed infine Matteo dovette fare un po' di acqua e zucchero a Tiziano e Valerio per farli riprendere dallo shock...fu una serata bellissima, una serata con gli amici di una vita.

Ora ci trovavamo tutti in un bar vicino al Colosseo a bere qualcosa. Eravamo proprio tutti, non mancava nessuno... Valerio e le sue tre birre erano lì, come Nassi e la sua sbronza dopo già un sorso di drink, Adriano e Marta ed il loro amore, Nori e la sua fidanzata Carlotta e la loro infatuazione, Tiziano e la sua sfiga nel tentare di approcciare con qualsiasi ragazza che ci passava accanto ,Gianmarchino e Cocco e il loro infastidire puntualmente Clarissa, ed infine io e Niccolò, da sempre stati i più pacati...
Stella questa sera era andata a cena dei genitori di Niccolò insieme a quest'ultimo. Così felice di stare con Valerio e Lorenzo, decise di non uscire con noi... Anna si era offerta per tenerla con se durante la notte, e ovviamente quel piccolo terremoto accettò.

N: "Stasera ce possiamo mbriacà"
R: "Non ho intenzione di farlo, non ho mai retto molto bene ed ora sono fuori allenamento"
N: "Daje da quanto tempo nun te diverti?"
R: "Sono una mamma Niccolò, ho delle responsabilità"

Anche se Niccolò dei suoi amici era il più pacato, non si limitava certo nel bere, anzi forse era quello che beveva più di tutti, si ubriacava sempre, ma non era nè fastidioso nè molesto.

N: "Ed io sono un papà, ma stasera so solo Niccolò che vuole conquistare Rebecca" disse facendomi ridere come forse non facevo da tempo
R: "L'alcool ti frega Moriconi, attento" dissi bevendo un altro sorso di birra, per poi notare che di birre vuote davanti a Niccolò ce ne erano già tre , e lui tranquillamente ne stava sorseggiando una quarta
R: "Dopo questa basta"
N: "Sei la mamma di Stella, non la mia, so badare a me stesso"

Permaloso come la figlia...anzi, la figlia permalosa come il padre.

G: "Nun me sembra vero, regá ve voglio bene"
C: "Oddio eccolo, Coccoli versione molesto"
G: "Clarissa versione, ah no...tu sei sempre stronza"
A: "Forza, su i calici, i drink, e le bottiglie di bira. Un Brindisi"
M: "Chi lo fa?"
N: "Io" disse fissando i miei occhi ed alzandosi, cosa che dopo qualche secondo , tra abbracci e risate facemmo tutti
N: "Brindo a noi, all'amicizia che ci lega, e all'amore che ,nonostante il tempo passato, non finirà mai di unirci. Brindo a voi che siete la mia famiglia da sempre , e che sarete la mia famiglia per sempre" concluse questo discorso guardando me, ed una dolce lacrime solitaria abbandonò le mie iridi blu
A: "Alla famiglia"
NASSI: "Alla famiglia"
R: "Alla famiglia"
N: "Salute" disse Niccolò facendo toccare le nostre due bottiglie ormai quasi vuote
R: "A te Moriconi"
N: "A noi Grimaldi"

Due bottiglie quasi vuote di tennent's potevano creare una magia immensa, ed era quello che succedeva ogni volta a me e Niccolò. Una magia, un potere più forte dell'universo stesso ci univa.

N: "Nun me fa torná a casa" sussurrò nel mio collo
R: "Te lo avevo detto di non bere troppo"
N: "So mbriaco de te"
R: "Non ragioni"
N: "Fammi restare accanto a te stasera, te prego"
R: "Dovrei prenderti a calci Moriconi"
N: "Ed io dovrei baciarti, ma sti casinari poi te metterebbero in imbarazzo ed andremmo a finì en caciara"
R: "E quindi?" dissi rindendo
N: "E quindi te bacio dopo"
R: "Non ti ho detto che puoi restare da me"
N: "Posso?"
R: "No"
N: "Nun ce credi manco tu"
R: "E quindi?"
N: "E quindi resto da te piccolè"

Ed io avevo voglia di stare con lui, non lo avrei mai ammesso, ma avevo bisogno di un Niccolò che mi teneva al caldo durante la notte.
Forse era l'alcol a parlare, ma per quella notte eravamo solo Niccolò e Rebecca.

La stella più fragile dell'universo - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora