22 Settembre

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Ormai erano più di due mesi, quasi tre, che la mia vita aveva preso la giusta piega, la piega che avevo sempre sognato..
Clarissa e Cocco finalmente avevano deciso di darsi una possibilità, una possibilità seria..litigavano ogni giorno per colpa del carattere di Clarissa, ma grazie alla pazienza di Cocco finivano sempre per fare pace.
Il sesto senso di Adriano invece aveva indovinato, la mia amica Marta in grembo portava una piccola Greta Cassio, che sarebbe stata l'orgoglio e la gioia di mamma e papà ed anche dei suoi zii.
Io e Niccolò eravamo ogni giorno più uniti e più innamorati di noi e di Stella, che era la luce dei nostri occhi.

...

R: "Non capisco perché non posso ascoltarla su Spotify"

Erano le 23:54 e tra precisamente sei minuti sarebbe uscita la nuova canzone di Niccolò, che lui non voleva farmi ascoltare. Stella ci aveva provato in tutti i modi a non addormentarsi per ascoltare la nuova canzone del padre, ma il sonno aveva vinto su di lei.

N: "Hai Ultimo qui e vuoi ascoltarla tramite un telefono?"
R: "Me la suonerai tu?"
N: "A costo di svegliare Stella, ma si..voglio suonartela io a mezzanotte"
R: "Stella è tua figlia Nicco, non si sveglierebbe nemmeno sotto tortura o con un bombardamento"
N: "Sei felice della vita che abbiamo Reb?"
R: "Certo, che domande mi fa..."
N: "Volevo solo esserne sicuro" disse ridendo
R: "Non me la conti giusta Moriconi"
N: "Non mi spiego come ancora oggi, dopo tanti anni, io mi imbarazzi a parlare con te di determinate cose.."
R: "Sono le 23:59" dissi interrompendo il suo discorso

Senza dire nulla il moro si alzò dal divano , gesto che io imitai. Mano nella mano andammo nella stanza del pianoforte.
Appena scoccò la mezzanotte gli occhi di Niccolò si insediarono nei miei, facendomi sentire nuda ancora una volta.

N: "Ti amo Rebecca Grimaldi. Ti amo come non ho mai amato nessuno in tutta la mia vita. Ti ringrazierò per sempre per avermi donato Stella"

I suoi occhi spostarono la loro attenzione da me al pianoforte, suo amante di vita.

N: "Preferisco vivere senza mai più chiedere
Preferisco stringere che lasciare perdere
Vivo nel confronto di un secolo e un secondo
E non trovo così assurdo che il mondo sia un istinto
Ti va se ci lasciamo? Che torna il desiderio
Poi vieni qui vicino e raccontami un segreto
Io so di un vecchio pazzo che parla alle persone
Di cose mai accadute, per vivere un po' altrove
Io la vita la prendo com'è
Questo viaggio che parte da sé
Che non chiede il permesso mai a me
Io la vita la prendo com'è
Puoi lasciare adesso le vecchie convinzioni
Ne costruiremo altre con nuove mie parole
Ci penserò io a tutto, tu dovrai un po' affidarti
E perdona la freddezza, ma spero che mi salvi
Per starmene in silenzio in sere più autunnali
Ricordo me in un parco a dire, "Mostra quanto vali"
E non essere mai affranto, se un sogno non si svela
Ho visto gente esclusa ridere a squarciagola
Io la vita la prendo com'è
Questo viaggio che parte da sé
Che non chiede il permesso mai a me
Io la vita la prendo com'è
Non prenderò quel treno che porta nel futuro
No, io voglio godere anche un semplice minuto
E il 22 settembre io tornerò in quel posto
Tu sai che cosa intendo, ma adesso io non posso
Non posso più permetterlo, devo alzarmi e accendere
Non scriverò la musica, ma vita della gente
Io sento una missione e ti giuro che andrò a meta
Cantare in pieno inverno per dar la primavera
Io la vita la prendo com'è
Questo viaggio che parte da sé
Che non chiede il permesso mai a me
Io la vita la prendo com'è
Io la vita la prendo com'è"

Ancora una volta i sogni aveva superato la realtà. Ancora una volta Niccolò era riuscito a descrivere me e lui, noi, la nostra famiglia in una canzone di tre minuti e mezzo. Ancora una volta mi aveva fatto emozionare con delle semplici frasi, che però per noi valevano più dell'oro. Ancora una volta mi fece sentire felice.

N: "Puoi smettere di piangere e dire qualcosa?" disse ridendo mentre si avvicinava sempre di più a me
R: "Come sempre mi lasci senza parole" dissi provando ad asciugarmi il viso
N: "Dovevamo allontanarci un po' per capire davvero quello che sentivamo e quello che volevamo"
R: "Il desiderio è tornato"
N: "Non ti lascerò mai Grimaldi"
R: "Nemmeno io..come si chiama la canzone?"
N: "22 settembre"
R: "Nì.."
N: "Anche se io l'ho scoperto da poco, il 22 settembre la mia vita è cambiata per sempre"
R: "Avresti dovuto saperlo da subito"
N: "La cosa importante è che ora lo so, la cosa importante è che ora ho voi due con me, le mie stelle.."
S: "Ma che ci fate qui?"

Una piccola voce disturbò quel momento...

R: "Che ci fai sveglia Stella?" dissi avvicinandomi a mia figlia , che era ferma sull'uscio della porta con gli occhi pieni di sonno
S: "Dovevo fare pipì ed ho visto la luce accesa"

Niccolò prese in braccio la piccola ed insieme andammo nella sua camera da letto per rimetterla sotto le coperte.

S: "Papi ma la canzone?"
N: "Te la farò ascoltare domani" disse Niccolò mentre le sistemava le coperte
S: "Ma ormai sono sveglia"
N: "No Stellì, domani" disse provocando un broncio da parte di Stella
N: "Però prima di andare a dormire, puoi fare una cosa per me?" disse facendo annuire nostra figlia

Niccolò si avvicinò all'orecchio di Stella , dove le sussurrò una frase che fece ridere mia figlia. Stavo per urlare ad entrambi che era maleducazione parlare nell'orecchio..si, stavo per farlo, ma mia figlia mi precedette facendomi ammutolire.

S: "Wendy, vuoi sposare PeterPan?"

Il mio mondo per un momento si fermò. Di fronte a me avevo gli amori della mia vita, avevo mia figlia che mi guardava con aria sognante , ed il mio fidanzato che mi fissava con gli occhi lucidi ed il fiato corto.
Sposarmi? Non ci avevo mai pensato, non era nei miei programmi, anzi ..niente di tutto ciò che avevo adesso era nei miei programmi, eppure la felicità che avevo qui ed ora non ero mai riuscita a trovarla da nessuna parte.
Gli occhi di Niccolò mi guardavano e scrutavano , speranzosi di una riposta positiva.
I nostri universi erano collegati, ed ormai questa era una cosa certa.
Avevamo la nostra isola che non c'è, ed avevamo tanto amore...
Niccolò un giorno disse a Stella che un pezzo di carta non avrebbe cambiato l'amore che regnava tra noi tre, ma forse questa volta quello stupido pezzo di carta avrebbe ricostruito il nostro vaso...un vaso rotto troppe volte ma che finalmente questa volta non si sarebbe mai più scheggiato.
Mi avvicinai al letto di Stella dove vi era seduto Niccolò...

R: "Wendy non può vivere senza PeterPan.."
S: "E senza Trilli?" disse mia figlia facendomi ridere
R: "Nemmeno senza Trilli... ti sposerei ogni giorno Moriconi"

Finalmente sul suo viso nacque un sorriso, un sorriso che durò poco dato che le sue labbra si intrecciarono avidamente alle mie.

S: "EVVIVA GLI SPOSI" iniziò ad urlare Stella durante il nostro bacio...

Questa volta aveva ragione...evviva gli sposi.


Ciao a tutti, la storia "La stella più fragile dell'universo 2" si è appena conclusa. È stata una storia che mi ha dato tanto, e che spero abbia dato tanto anche a voi.
Rebecca, Niccolò e Stella hanno trovato il loro equilibrio...
Ormai un po' mi conoscete e sapete che io senza scrivere e senza pubblicare storie non so stare... quindi sono felice di annunciarvi che anche questa volta non vi abbandonerò...
la prossima storia spero lasci tutti senza fiato..
E ricordate, siamo tutti le stelle più fragili dell'universo di qualcuno
A presto❤️

La stella più fragile dell'universo - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora