Il ritorno all'isola che non c'è

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Ero intenta a preparare una semplicissima pasta al sugo, ma da lì a breve avrei combinato un casino...continuavo a ridere per le mille domande che Stella stava facendo a Niccolò.

S: "Io non ho capito, tu sei il mio vero papà o un papà per scelta?"
N: "Non credo di aver capito bene"
S: "Sei il mio papà vero? O sei diventato ora il mio papà?"
R: "Stella ma cosa vuol dire?"
S: "Uffa voi grandi non capite nulla"
N: "Ehi, io non sono grande."
S: "È vero, tu sei un bimbo" disse mia figlia lanciandosi tra le braccia del moro
N: "E sono il tuo papà, il tuo papà vero"
S: "Quindi, mica ti da' fastidio se ti chiamo papà e non più zio?"

Ecco, avrei bruciato il sugo da lì a poco.

N: "Certo che nun me da fastidio, anzi nun vedo l'ora. Da oggi saremo io e te e la mamma, solo noi tre contro tutti"
S: "Sconfiggerai insieme a me Capitan Uncino?"
N: "Certo amore mio"
S: "Grazie papà, finalmente siamo sull'isola che non c'è"

Mi voltai verso Niccolò, occhi lucidi e sorriso fiero. Finalmente mia figlia aveva pronunciato quella parola tanto attesa dal moro, ed abbinata all'isola che non c'è aveva mandato Niccolò in estasi.

S: "Mamma tu voli con noi sull'isola che non c'è?"
N: "Mhh la mamma si è rammollita un poco"
S: "Anche secondo me , lei non è una bimba come noi"
R: "In mezzo a voi due bimbi, un grande ci deve pur essere"
S: "Bleah, non meriti di volare con me e papà"
N: "Lo sai che qui con noi, c'è anche Spugna?"
S: "Davvero?"

Stella si illuminò alle parole di Niccolò, non capendo che però spugna punto primo non era qui, e punto secondo non era un pirata, ma una dolce palla di pelo.

N: "Si. Facciamo così, giovedì pomeriggio quando la mamma sta a lavoro, te lo faccio conoscere"
S: "SIIIII"
R: "Peter e Trilli, forza è pronto"
N: "Forza piccola Trilli, voliamo verso il tavolo"

È così fecero. Volarono verso il tavolo, con Niccolò che faceva strani versi più simili ad un elicottero , e mia figlia in area mantenuta dalle sua mani, quelle mani che non la avrebbero mai lasciata.

...

R: "Finalmente è crollata"
N: "Tieni, ho fatto il caffè"
R: "Grazie" dissi sedendomi accanto a lui
N: "Secondo te come è andata ?"
R: "Me lo stai chiedendo davvero?"
N: "Bhe si, ora come ora sto pensando a centomila cose. Forse è il caso di dirlo alla mia famiglia, ai ragazzi e nota dolente, alla tua famiglia"
R: "Sarà la parte più complicata"
N: "Me la sto già a fa sotto"
R: "Ipocondriaco, andrà benissimo. Con Stella sei stato perfetto"
N: "Dici?"
R: "Nicco, sei la sua isola che non c'è"
N: "So anche un po' la tua isola?"
R: "Senza un po' Nì... lo sai benissimo che come mi fai volare tu, nessun altro"
N: "Quindi siamo una famiglia felice sull'isola che non c'è?"
R: "Così sembra"
N: "Anche se per esser felici mi servirebbe er bacio di Wendy"
R: "Lo hai detto sul serio?"
N: "Così sembra" disse facendomi il verso
R: "Aspetta e spera Moriconi"
N: "Aspetterò, basta che non mi abbandoni sta volta"
R: "Tranquillo, stavolta non me ne vado dalla nostra isola" dissi alzandomi e dandogli un bacio tra i capelli.

Niccolò mi avrebbe fatto per sempre un effetto diverso, lui mi avrebbe fatto sempre volare pur avendo i piedi saldi sul pavimento. Amavo tutto ciò, ma allo stesso tempo avevo paura, avevo paura di ritornare ad essere la sua Wendy, avevo paura di soffrire, avevo paura di innamorarmi di nuovo, follemente e perdutamente di Peter Pan.

La stella più fragile dell'universo - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora