16. Verità

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"È andato tutto bene, tranquillo. Mateo mi ha chiesto di passare l'estate con lui sul Puget Sound e ho accettato, ma ovviamente passerò di qui spesso. Prendo su giusto due cose che potrebbero servirmi." Spiego velocemente. Qualcuno suona al campanello del ascensore e Abigail controlla. "Mr Dallas dicono di essere Sonia e Alessandro i genitori di Elena. Li faccio salire?" Cosa mia madre e Alessandro sono qui? Scuoto la testa, ma Jhon ha già detto alla governante di farli salire, non ne uscirà nulla di buono. "Non vedo Sonia da diciannove anni sarà interessante." Esordisce Jhon sedendosi sul divano, mi siedo vicino a Mateo, spero che quei due mi stiano il più lontano possibile. Sento aprirsi l'ascensore e la voce di mia madre risuona in tutta la casa. Li vedo sbucare dal corridoio, sono esattamente come ricordo, Alessandro mi squadra con lo sguardo. "Ciao tesoro mio. Buonasera Jhon." Sonia è sempre lecchina come al suo solito. "Buonasera signor Dallas." Alessandro è più formale. "Buonasera a voi. Prego accomodativi." Ci sediamo tutti sul divano. "Ti sei sistemata bene Elena." Alessandro mi punzecchia subito e io lo ignoro come al solito. "Siamo qui per riportare Elena in Italia, sua sorella soffre terribilmente senza di lei." Che bugia grande quanto una casa. "Non dire cazzate Alessandro, io e Virginia non ci parlavamo nemmeno mentre eravamo a casa." Lo zittisco, lui mi guarda male, ma qui non può alzare un dito su di me. Henry e Connor compaiono ai margini della stanza. "Bhe, insomma qua ve la passate bene. Mi pare equo che anche la madre debba godere del nuovo status della figlia." Sputa acido Alessandro, sta chiedendo soldi quel verme. "Lei è venuto a chiedere soldi dopo quello che ha fatto ad Elena?" La voce di Mateo è tagliente. Tutti guardiamo nella sua direzione. "Ragazzo, sono argomenti da adulti. Potete andare in un'altra stanza." Alessandro lo liquida come fa al suo solito. "No no aspetta Mateo. In che senso dopo quello che ha fatto ad Elena. Cosa le ha fatto?" Jhon è visibilmente alterato. "Le hanno dato la colpa per una cosa che non ha fatto e l'ha sfregiata con una corda di ferro calda. Perché secondo loro lei aveva sbagliato e doveva essere punita." Mateo esplode, vedo la sua rabbia. "Cosa? È vero Elena?" Jhon è più che alterato. "Credete veramente ad una ragazzina? Comunque la punizione l'aveva meritata ha rovinato una bambina, una sua compagna di asilo." Alessandro è inferocito, ma non quanto Jhon. "Non ho aperto io quel cancello." Ribadisco forse per la millesima volta. "L'altra bambina diceva che avevi aperto tu il cancello." Sonia asseconda Alessandro ovviamente. "Ma lei non poteva mentire? No, il diavolo sono solo io." Sbotto, mi tolgo la maglietta e mostro a Jhon il segno della corda di ferro calda sulla mia pelle. "Ecco cosa mi hanno fatto. E tu mamma eri lì a guardare mentre Alessandro mi faceva questo. Avete lasciato che si rimarginasse da sola senza nemmeno portarmi all'ospedale." Ora Jhon sa con chi ha a che fare. "Ogni tanto ho ancora gli incubi di quella sera, ma come dicevate: gli incubi passano da soli quando si diventa adulti. Non mi pare siano passati." Vedo gli occhi di Jhon pieni di rabbia, si alza e si avventa su Alessandro, lo sbatte a terra e gli butta le mani al collo. "Sei un verme, fare quello ad una bambina. Hai sfregiato la mia bambina per una bugia di un'altra. Io ti ammazzo." La faccia di Alessandro sta diventando scura. Henry e Connor tirano via Jhon da Alessandro che tossisce per riprendere fiato. "Portateli via, non li voglio più vedere. Non avrete un centesimo da me e non ci avvicinerete più a mia figlia." Urla su tutte le furie mentre Connor lo tiene fermo come può. Henry prende Sonia e Alessandro per braccio e lo butta dentro l'ascensore cliccando sul tasto del piano terra. "Perché non mi hai detto quello che ti avevano fatto?" Jhon mi guarda con apprensione. "Volevo dirtelo, ma quando ho deciso di rimanere qui ho pensato che avrei dato un taglio con il passato e mi sento in colpa per quello che è successo." Le lacrime mi bagnano gli occhi e colano sulla guance. "Ma tu non hai colpa, se non hai aperto tu il cancello non è colpa tua. È solo colpa di quei coglioni che ti hanno fatto da genitori fino ad ora. Vieni qui." Apre le braccia e io mi ci fiondo, piango tra le sue braccia. Mateo si avvicina e si unisce all'abbraccio, quando mi allontano Jhon mi fa voltare e controlla la cicatrice. "Non mi da fastidio. Sono rimasti solo gli incubi." Lo avviso e sento le sue dita sulla mia cicatrice. "Potremmo sentire con un chirurgo plastico per vedere se si può migliorare questo sfregio." Jhon mi propone ovviamente di migliorare la cicatrice e accetto di vedere un medico per sapere se si possa fare qualcosa. Insomma quasi diciannove anni e una cicatrice così brutta sulla spalla non è il massimo. "Ce la posso portare io Mr Dallas. Dato che Elena starà con me durante l'estate." Jhon annuisce a Mateo. "Ma voglio essere aggiornato sulle ultime notizie e venite a trovarmi spesso." Ci avvisa serio e accetto volentieri le sue condizioni. Finito di preparare la valigia esco da casa assieme a Mateo, ma prima di uscire Jhon mi avvisa che chiederà un ordine di allontanamento per Sonia e Alessandro nei miei confronti.

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