27. Non farlo

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Jaxon

Il pilota ci avvisa che inizierà la manovra di atterraggio, Elena scende dalle mie gambe, si siede sulla poltroncina accanto e si allaccia la cintura di sicurezza. Le prendo la mano, sapere che è con me mi tranquillizza, non mi piace molto volare, ma con lei va meglio questa mia fobia, non ho avuto il coraggio di ammettere che ho paura di prendere l'aereo. Atterriamo con abbastanza delicatezza sul asfalto della pista, è molto piccolo come aeroporto rispetto a Seattle. Il pilota parcheggia il jet in un hangar privato a lato della pista, Elena ci avvisa che dobbiamo sbrigarci, Kyle è teso, non posso biasimarlo. Se fossi nella sua stessa posizione sarei teso anche io. Elena parte spedita verso il parcheggio, sia io che Kyle abbiamo la falcata lunga, ma facciamo fatica a stare dietro alla mia ragazza che sembra diventata uno gnomo da assalto. Il tipo della macchina cerca di fare veloce con le pratiche, quando ha capito che Elena è di qui e con lei non la scampa si è dato una mossa, mi viene da ridere mentre guardo Elena che picchietta le dita sul bancone e il tipo sta sudando freddo. Non ho ben capito cosa gli abbia detto, ma il tipo ha subito cambiato atteggiamento, questo lato da generale della mia ragazza non si vede spesso, ma è adorabile. Finalmente consegna le chiavi e ci scorta fino ad una bmw berlina nuova di zecca, caspita è davvero bella, Elena si mette alla guida, io al lato passeggero e Kyle nel retro. Estrae il telefono dalla tasca del giubbotto, controlla i messaggi e sembra ragionare su qualcosa. "Qualcosa non va?" Chiede Kyle sporgendosi in avanti. "No, dovremmo andare spediti." Quindi andrà a tavoletta tutto il tempo dato che ci ha avvisato. "So qual è la clinica. Dovremmo sbrigarci è fuori città." Ingrana la retro ed esce spedita dal parcheggio, prende quella che presumo sia una highway, la macchina fa le fusa sotto al cofano quando schiaccia l'acceleratore. Sono abituato a vederle guidare il pick-up non una berlina sportiva, ma sta sgusciando nel traffico senza timore. Mi sta salendo la voglia di metterla sulle mie gambe e prenderla in questa macchina, ma non abbiamo tempo, appena avremo un po' di tempo so che asseconderà i miei ormoni eccitati. Potrei andare veloce anche io, fuori e dentro dalla sua intimità calda, non è più stretta come la prima volta, ma comunque aderisce perfettamente al mio sesso. Devo pensare ad altro, guardo fuori dal finestrino per osservare il paesaggio che ci circonda, è pressoché campagna, ma è molto diversa da quella che circonda Seattle. Pensare che lei sia cresciuta in posti come questi mi incuriosisce, vorrei sapere qualcosa di più sul suo passato, mi ha già raccontato di Sonia e Alessandro, ma non so molto altro. Le vorrei parlare di mia madre, probabilmente sta sera quando saremo nel letto gli racconterò di Melania, andrebbero molto d'accordo secondo me, sa solo di mio padre e del gran bastardo che è. Il piccolo generale che è vicino a me guarda l'asfalto come se lo dovesse mangiare, alle volte mi fa paura quando si avvicina troppo alla macchina davanti. "Non sapevo che guidassi così. Non ti farò guidare mai più." Sa che la prendo in giro, mi fa la linguaccia come i bambini piccoli, le strizzo la coscia e lei mi sorride. Prende l'uscita rallentando piano piano lungo la corsia. Usciti dalla highway prendiamo delle strade trafficate e la mia ragazza sbuffa e probabilmente impreca anche, ma non capendo l'italiano non so bene cosa stia dicendo. Si arrabbia con gli altri automobilisti, di solito non guida così a casa, è davvero un piccolo despota in questo momento. Dopo diversi semafori e rotonde, la campagna ha lasciato il posto alla città, entriamo in parcheggio asfaltato. Appena trova uno stallo libero parcheggia e scende veloce te, chiude la macchina e guarda l'orologio. Il suo passo è più veloce ancora di quando eravamo in aeroporto, entriamo nella clinica, prendiamo le scale fino al secondo piano. Siamo in un lungo corridoio con delle sedie a lato e gli ambulatori di fronte. "Sarà!" Urla la mia ragazza e dopo poco nel mezzo del corridoio compare la sua amica. Kyle resta imbambolato, Elena si gira verso di lui e gli fa cenno di avvicinarsi. Lo vedo deglutire e iniziare ad avvicinarsi, noi lo seguiamo a poca distanza. Sara si mette le mani davanti alla bocca, è incredula di vederci qui. "Che vi fate qui?" Chiede con voce rotta, Elena gli risponde che gli ha portato il padre del bambino. "Ma io non ricordo di aver fatto sesso con Kyle, abbiamo bevuto e tirato su poi ho il vuoto." Sarà si striscia la fronte. "Abbiamo fatto più che sesso quella notte, più di una volta e mi avevi detto che stavi prendendo la pillola." Kyle si fa avanti, Elena gli cede completamente la parola. "Ho detto che prendevo la pillola?" È sempre più in imbarazzo e sotto shock. "Si, avrei usato il preservativo se avessi saputo che non prendevi un anticoncezionale. Immaginavo fossi un po' fuori tra alcol e droga, ma ti ho chiesto più volte se prendevi la pillola e tu hai detto di sì. Non sarei sempre venuto dentro nel caso." Kyle è dispiaciuto, ma ormai quel che è fatto è fatto. "Vabbè, ormai sono qui e ho preso l'appuntamento per abortire." Sara ha la voce più che incrinata. "Lo so, ma sono qui per dirti che io vorrei tenerlo il bambino. Se volevi farlo perché eri sola, non lo sei. Sono qui per quel bambino." Non avevo mai visto Kyle piangere, ma in questo momento ha gli occhi lucidi e la voce tremante. "Davvero vorresti il bambino?" Sara è stupita, da dietro una colonna compare una donna che somiglia molto a Sara, deve essere sua madre, lei e Elena si salutano. Una infermiera esce e chiama la ragazza in lista, questa entra con lo sguardo basso mentre un'altra esce sospirando, Kyle fissa Sara. "Si, si che lo voglio." Gli comunica convinto avvicinandosi a lei. Da un altro ambulatorio l'infermiera chiama Sara. "Mi dispiace, non posso Kyle. Non sono pronta e non so se possa funzionare." Si gira e si avvia dentro l'ambulatorio, Kyle cade in ginocchio e scoppia a piangere. Lo tiro su e lo faccio sedere su una delle sedie. "Ciao Giulia." Elena saluta la signora. "Ciao Elena, siete arrivati giusto in tempo, ma cosa è successo?" La donna è visibilmente provata. "Ci abbiamo provato Giulia, ma Sara non se la sente e quindi è entrata per abortire. Kyle glielo ha detto che vuole il bambino, ma non è bastato." Le due si abbracciano come se si conoscessero da sempre, come se fossero parenti. "Giulia loro sono Jaxon il mio ragazzo e Kyle." La signora ci stringe la mano e sorride debolmente. Ci giriamo tutti verso la porta che sbatte, Sara esce in lacrime e si avvicina a passo deciso a noi. Si siede sopra a Kyle e lo bacia, lui ricambia senza saper bene come comportarsi. "Non ce l'ho fatta." Quindi non ha abortito? Piange addossata a Kyle. "Lo hai tenuto?" Gli chiede tra i singhiozzi il ragazzo. "Si." Kyle tira su col naso e torna a baciare Sara, Giulia non sembra capire, ma dopo che Elena gli ha detto le ultime novità vedo la donna buttarsi su sua figli e Kyle, li abbraccia e si lascia sfuggire qualche lacrima. "Allora diventerai nonna Giulia." Elena deve aver preso in giro la signora perché ridono assieme. Vedo Kyle che allunga la mano sotto la felpa di Sara, le sta accarezzando la pancia. "Piccola peste non ti preoccupare che ora ci sono io." Lo sento mentre bisbiglia al bimbo. Elena si avvicina e io la abbraccio da dietro, le bacio il collo lei si addossa a me completamente.

"Chi vuole gli spaghetti?" Chiede la signora, ma non riesco a capire cosa abbia chiesto. "Gli spaghetti alla carbonara di Giovanni vuoi dire?" Elena sembra felice di sentire quello che dice Giulia. "Sì proprio quelli." Torniamo alle macchine, Kyle sale assieme a Sara nella macchina della madre mentre io e Elena ci mettiamo dentro la berlina nera. "Ci sono telecamere?" Le chiedo velocemente prima che si allacci la cintura, si guarda attorno e risponde di no, non oppone resistenza quando la invito a mettersi a cavalcioni sopra di me. La mia lingua trova i suoi capezzoli e la torturo con dedizione. "Jax, non possiamo qui nel parcheggio." Le sue parole sono un ammonizione da nulla perché il suo corpo mi dice il contrario, ha bisogno di me, mi vuole come io voglio lei. Le slaccio i pantaloni e li abbasso, si gira e nel mentre mi abbasso i pantaloni e i boxer. Si cala lentamente su di me e io genò quando mi fa arrivare in fondo. "Faremo presto piccola." Le prometto iniziando a farla muovere velocemente, sarà l'adrenalina perché viene prima del solito, io la seguo a ruota riempiendola. Le tiro su le mutandine e i pantaloni prima che si rimetta al lato guida, tiro su anche i miei vestiti la bacio sulla fronte prima che metta in moto il bolide. Parcheggia davanti ad una schiera di casette tutte uguali, non sono malvagie, Giulia ci sta aspettando nel vialetto, quando ci vede arrivare ci fa segno. La casa è arredata in modo spartano, non hanno di certo seguito uno stile però è funzionale. "Elena." Un uomo si avvicina, sto per mettermi davanti a lei quando invece Elena gli va incontro e lo abbraccia, deve essere il padre di Sara. Finiamo le presentazioni quando Kyle e Sara si dileguano verso la camera da letto di lei, Giovanni è in cucina intento a preparare il pranzo mentre noi siamo appollaiati sugli sgabelli. "Allora quel carciofo dalla chioma grigia è il padre di mio nipote?" Le ragazze ridono. "Si, ma è tinto quindi non so quale sia il vero colore di capelli." Elena risponde come se fosse di famiglia. "Ma dove sono andati?" Il padre è decisamente poco a suo agio in questa situazione. "Sono di sopra." Sta volta è la moglie a rispondere. "Stanno facendo sesso?" Sta volta si mettono a ridere pesantemente e l'uomo le guarda con gli occhi a fessura. "Si, ma ti pare che non si vedono da qualche mese e non facciano sesso ora? Tanto è già incinta nostra figlia. Non è più una bambina Giovanni." La signora gli fa cenno di rilassarsi, ma il signore e di altro avviso. "Tu Elena invece tutto bene? Righi dritto vero?" Perché ha nominato Elena, detesto non capire cosa si dicono. "Tutto bene, sto rigando dritto per quanto posso." Si sentono delle urla in sottofondo, quei due di sopra non ci stanno andando piano. "Tuo padre come l'ha presa sapendo che sto ragazzo si infila tra le tue gambe?" Elena ridacchia. "Si è fatto una ragione, sopratutto perché noi siamo più rumorosi di così." Giovanni sgrana gli occhi mentre Giulia ride a crepapelle, anche Elena si mette a ridere. Le chiedo cosa si stanno dicendo non resisto più, quando mi ha spiegato di cosa hanno parlato sorrido come un ebete anche io. "Ma che lavoro potrà mai trovare qui quel Kyle?" Giovanni lancia il cucchiaio nel lavandino. "Sarebbe meglio che lei venisse in America, da quel che ho capito lui ha un buon lavoro." Elena lo rassicura lo sento dal tono di voce. Quei due si fanno vivi solo quando è tutto pronto e ci sediamo a tavola. "Restate qui a dormire?" Giulia si rivolge a Elena perché la guarda. "No, abbiamo una stanza all'hotel qui vicino. Forse resta Kyle o viene Sara in hotel non so come si siano accordati." Risponde la mia ragazza per poi buttarsi sugli spaghetti che ha nel piatto, devo ammettere che sono buoni, ma tra l'uovo e la carne sono una bomba calorica, sta notte farò fare le capriole a letto ad Elena. Le prendo le mani sotto al tavolo, la poso sulla mia patta e aspetto che il suo tocco plachi un minimo il mio bisogno. Non vedo l'ora di essere in camera da solo con lei. Dopo pranzo mi siedo sulla divano, non sto ad accendere la tv perché non ci capirei nulla, finalmente i genitori di Sara escono. Elena si piazza a cavalcioni su di me, non me ne frega se  siamo a casa di sconosciuti, la prenderò ora su questo divano e gli altri se non gli va bene si girano. Le sfilo la maglia, ma Sara fa capolino nella stanza e chiede ad Elena di andare alla spiaggia sta sera. Fantastico io sono gonfio, vorrei affondare nella mia ragazza e la sua amica si mette in mezzo, guardo male Kyle che stringe le spalle.

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