33. Video

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Il kebab preparato da Mateo è davvero buono. "Te Mateo al college come va? Ho saputo che tuo fratello sta facendo di testa sua e che ancora sogna la carriera sportiva." Sta donna inizia a rompermi le scatole, forse inizio a capire perché Jaxon non torna da cinque anni. "Si tutto bene, guarda che mio fratello va forte nella squadra. È bravo e penso che a breve avrà qualche offerta." La donna alza gli occhi al cielo. "Fino ai nove o dieci anni era un figlio esemplare, dopo non so cosa gli sia preso, ma non ti aiuterò economicamente se sarai un fallito." Jaxon incassa il colpo in silenzio. "Non lo diventerà, anzi pagherai per andare a vederlo giocare." Mateo difende il fratello, mi fa piacere sapere che ho sempre il mio alleato migliore qui. Melania alza gli occhi al cielo. "Tu invece Elena a che anno sei? A quale carriera miri?" Finisco il boccone. "Sono al primo anno, ho iniziato a settembre. Ho sempre pensato che l'architetto fosse un bel lavoro, ma si vedrà non mi precludo nessuna strada." Resta spiazzata dal finale aperto perché immagino che l'architetto non sia tra le professioni più sicure. "Bene, è bello sapere che hai comunque un obbiettivo principale. Avete detto di esservi conosciuti ad una festa, vi siete messi assieme subito?" Scuoto la testa. "Non ci siamo parlati per tutta l'estate, un po' per colpa mia che ho fatto il ciglione." Se non altro Jaxon non nasconde nulla alla madre a parte il brutto vizio del padre. "Ah, quindi non state insieme o si?" Melania è confusa ora. "Stiamo assieme, più o meno da quando è iniziato il semestre a settembre." La madre si sta calmando e sta abbassando l'ascia di guerra. "Pensi di riuscire a laurearti mentre segui mio figlio in giro per l'America? Nel caso lo prendano davvero a giocare." Non sarà facile lo devo ammettere. "Si, penso di potercela fare, sarebbe insopportabile stare distanti." In definitiva è la verità, Mateo si alza da tavola e torna con un'enorme torta in mano. "Domani ci puoi fare un dolce italiano? L'ho mangiato solo una volta e mi piacerebbe rimangiarlo." Annuisco e aspetto che mi dica che dolce vuole. "Il mascarpone." Per fortuna nulla di complicato. "Ok, domani andiamo a prendere l'occorrente, ma anche se lo faccio la mattina lo dovrai mangiare la sera perché ha bisogno di tempo per diventare sodo." Nel suo viso compare un sorriso a trentadue denti. "Grazie." Sfetta la torta che ha davanti, prepara i piattini e li distribuisce. Riconosco questa torta è la Sacher, è davvero buona. Finita la cena ci sediamo nel salotto col la tv accesa, ma dopo non molto il sonno inizia a farsi sentire, il mio ragazzo mi punzecchia sulla mia espressione da catalessi. Non resisto più, mi alzo e di la buonanotte a tutti. "Domani la accompagno io a fare la spesa, in più le faccio fare un giro in centro." Jaxon si alza e mi segue al piano di sopra, mi infilo sotto al piumone con solo le mutandine addosso, il mio ragazzo mi fa posare la guancia sul suo petto, siamo avvinghiati, mi sento al sicuro e sentire il suo calore mi rilassa, mi addormento quasi subito.

Mi vesto con dei pantaloni della tuta, Jaxon mi ha sconsigliato i jeans perché potrebbero sfregare nella parte dove andrò a fare il piercing, la scusa della spesa è perfetta per coprire le nostre malefatte. Sua madre ci lascia una specie di lista di cose da comprare, non solo al supermercato. "Bene. Mi raccomando, state attenti." Finalmente vedo il lato premuroso di sua madre. Salgo in macchina e mi lascio trasportare dalla musica di sottofondo. "Quindi ne sei sicura di voler fare il piercing?" Mi distrae dal mio giovino di immaginare la vita delle persone che vedo passare dal finestrino. "Si, ne sono sicura." Mi giro lentamente verso di lui e gli sorrido. "Ti fa male?" Non capisco cosa intenda, lo guardo con sguardo interrogativo. "Il sedere intendo? Dopo quello che abbiamo fatto ieri non mi stupirei." Ridacchio. "No, giusto ieri sera, ma perché avevamo appena fatto quelle cose. Ora non mi da nessun fastidio." Lo vedo rilassarsi, allungo la mano sulla sua che è appoggiata alla leva del cambio, intreccia le dita alle mie. "Vedrai come ti piacerà quando ti toccherò in quel punto col piercing." Mi sta prendendo in giro. "Dovrai aspettare, si irriterà sicuro." Gli faccio la linguaccia. "Ovvio, ma ti segnerà sicuro una pomata per alleviare il gonfiore iniziale. Non vedo l'ora di spalmarti la pomata." Il solito pervertito. Parcheggia in una stradina secondaria, non è subito bellissimo il posto, però non è molto distante dal centro. Mi conduce dentro un negozio completamente arredato in stile gotico, una ragazza con piercing su tutto il viso si avvicina. "O'Donnel sei tu? Sei cambiato parecchio." Mastica una gomma con la bocca aperta, non è molto fine. "Si sono io. Ti trovo bene Jane." Si salutano come se si conoscessero da tanto. "Lei è Elena la mia ragazza." Aggiunge poco dopo così le stringo la mano. "Allora per che cosa siete qui?" Scorre lo sguardo tra me e Jaxon. "Elena vorrebbe farsi un piercing." Jane volge il suo sguardo a me. "Vorrei fare il piercing al clitoride, quello al cappuccio verticale." Mi sono informata su internet ieri sera per arrivare almeno un minimo preparata. "Ok perfetto, allora ti do i moduli da compilare, una volta compilati ti accomodi dentro quello studio, togli pantaloni e mutande e mi aspetti che arrivo subito. Per quattro settimane sconsiglio di andare a stuzzicare quella parte." Sparisce in uno sgabuzzino mentre io compilo e firmo i vari fogli, mi tolgo pantaloni e mutande per poi sedermi sul lettino e aspettare. Jane torna con dei cottonfiock un ago e qualche piercing, scelgo quello con le palline in acciaio semplice. "Ok allora stenditi e allarga le gambe che controllo se si può fare." Faccio come mi ha chiesto, sento il fresco dei suoi guanti mentre muove la pelle. "Ok, possiamo procedere." Pulisce e disinfetta la zona interessata, sento il bastoncino molto vicino al clitoride, Jaxon mi sta tenendo le spalle per sicurezza. Sento un bruciore improvviso e poi il fresco, la vedo gesticolare e spalancare qualcosa. "Abbiamo fatto." Di gia? È stata velocissima. "Ti segno una pomata da applicare dopo ogni volta che lo pulisci per almeno tre settimane." Annuisco, stacca il foglio con il nome della pomata e lo passa a Jaxon. "Ora ti faccio vedere come pulirlo." Mi passa uno specchio così che io veda bene come si fa, prima premo da sopra per arrivare bene ok fondo e poi ripeto anche dall'altro lato. "Bene allora abbiamo fatto." Mi metto a sedere, rimetto i vestiti e mi metto in piedi, è una sensazione strana. "Hai tempo anche per un tatuaggio?" Jaxon si fa avanti con vice decisa. "Che ti vorresti fare?" Gli fa con tono provocatorio, Jaxon si toglie la felpa rimanendo a torso nudo. "Vorrei una rosa, in bianco e nero vicino al nome sul braccio." Gli mostra il mio nome tatuato vicino ai rovi spinosi. "Si può fare, spediti alla poltrona che la facciamo subito." Jaxon si posiziona, io mi siedo sul fianco opposto, mi prende la mano e se la porta sopra la coscia, non molla un secondo la mia mano mentre Jane lo tatua, prima ha fatto uno schizzo a mano libera. Dopo una mezz'ora abbiamo finito, ha voluto pagare tutto Jaxon. Torniamo alla macchina e ci dirigiamo verso un centro commerciale. "Come ti sembra?" Mi chiede mentre parcheggia vicino ad una macchina. "Strano, per ora non fa male è solo strano." Mi prende per mano e mi conduce verso l'entrata. "Andiamo a prendere la roba che hanno chiesto e qui dentro c'è anche la farmacia per prendere la pomata."

Il centro commerciale è enorme, per fortuna Jaxon ha preso un carrello perché sennò non riuscivamo a prendere tutto. "Bene, le cose sulla lista le abbiamo prese tutte ora manca l'occorrente per il dolce." Torno alla corsia dei formaggi, dopo un'attenta ricerca trovo il mascarpone confezionato, poi andiamo a prendere lo zucchero, i biscotti savoiardi e infine le uova. "Ora abbiamo tutto." Confermo, ripercorriamo l'enorme supermercato verso le casse. "Jaxon?" Una voce maschile cattura la nostra attenzione, è un ragazzo con abbigliamento e modi di fare punk. "Evan?" Risponde il mio ragazzo. "Cazzo, ma sei proprio te. Allora che fine hai fatto?" Gli chiede avvicinandosi. "Sono andato a studiare in America. Lei è la mia ragazza Elena. Tu come stai?" Stringo la mano al ragazzo. "Dai non mi lamento, poteva andarmi peggio. Sono uscito dal carcere un annetto e mezzo fa. Sai la storia di quella ragazzina ubriaca che diceva di essere maggiorenne e invece non lo era, mi è costata cara scoparmi quella ragazzina." Cavolo in carcere addirittura. "Sempre è solo con le maggiorenni dopo i ventuno anni." Io ne ho diciannove in teoria per lo stato americano sono minorenne, ma in Italia no quindi questo gioca a mio favore. "Si, lo so. Ma io non guardò più nessuna dopo aver trovato lei. Non riesco più nemmeno a pensare di portarmi a letto qualcun'altra o svegliarmi senza di lei." Evan lo guarda stranito come se il mio ragazzo fosse una figura mitologica a tre teste. "Cavolo, fortunato te. Io invece giro ancora con gli altri, facciamo bordello come al solito, dovreste passare." Non rispondo aspetto che sia Jaxon a dire qualcosa. "No, non sono più quello che faceva casino con voi mi dispiace, saluta tutti." Lo liquida con noncuranza, il suo amico non ci rimane male, forse se lo aspettava. "Ok, allora ci si vede in giro." Evan è più distaccato rispetto a prima. "Già, tua figlia come sta?" Figlia? Sto ragazzo ha già una bambina? "Bene, ha sei anni ormai, io le sto alla larga così l'ameno non finirà come me." Jaxon gli assesta una pacca sulla spalla. "Non l'hai più vista dopo che è nata?" Il mio ragazzo lo guarda con disappunto. "Già." Evan abbassa lo sguardo. "Vabbè ci si vede." Si allontana lentamente tenendo la testa chinata. "Sono sei anni che non vede sua figlia?" Chiedo mentre Jaxon guida in direzione casa di sua madre. "Si, quando giravo con loro ogni sera ci scopavamo una ragazza diversa tutto assieme. Francy questa ragazza è rimasta incinta, aveva detto di prendere un anticoncezionale mentre invece non era vero. Come è successo a Sara e Kyle. Hanno fatto i test per capire chi fosse il padre e la bambina è di Evan, lo abbiamo accompagnato all'ospedale quando la bambina è nata, dopo non ho più saputo nulla perché sono partito per l'America." Arrivati a casa mi fiondo a preparare il dolce mentre Mateo assieme a Jaxon preparano il pranzo.

Jaxon mi fa strada lungo un corridoio, mi fa entrare in una stanza adibita a studio. "È lo studio di mio padre, voglio farti vedere una cosa. Così saprai veramente tutto sul mio passato." Si siede nella lussuosa sedia in pelle e mi fa sedere sulle sue gambe, sussulto leggermente perché ancora mi devo abituare al piercing. Accende il pc e controlla sotto l tastiera, lì c'è scritta la password, quando accede all'utente col nome di può padre cerca direttamente dentro a delle cartelle specifiche finché non ne trova una piena di file video. Ne apre uno e vedo la stanza della cantina, un uomo è sopra una donna legata al letto mentre un ragazzo è legato alla sedia nudo, sento che nasconde il viso sulla mia schiena. "Sei te quello sulla sedia?" Chiedo con voce tremante. "Si, sono io." Era davvero un bel ragazzino lì, non avrà più di dodici anni in questo video. Mi lascia il controllo del mouse, apro qualche altro video giusto per curiosità, in alcuni è più grande ha già qualche tatuaggio. Più guardo la faccia di Jaxon in quei video è più provo odio verso suo padre. "Eri un bel ragazzino." Gli faccio quando chiudo i video, ne ho visti abbastanza. "Io ti ho fatto vedere questi video e tu mi dici che sono in bel ragazzo?" Gli accarezzo la guancia. "Si, anche se ho visto i video non ho cambiato idea su te o su noi." Mi fa voltare solo con la schiena e mi bacia, sento il suo bisogno che cresce oltre il rigonfiamento dei pantaloni. "Non possiamo farlo qui." Lo ammonisco. "Perché no? Tanto non entra nessuno." Mi lascio convincere, mi abbasso i pantaloni assieme alle mutande mentre Jaxon si abbassa i suoi vesti. "Ma col piercing?" Chiedo mettendomi sopra di lui. "Tranquilla da dietro è più difficile che lo tocchiamo." Mi siedo di nuovo sopra le sue gambe, sento suo sesso duro farsi strada lungo la mia pelle e poi dentro di me. "Cazzo piccola, non resistevo più." Mi guida nei movimenti, una sua mano è sui miei fianchi mentre l'altra è sul mio seno, metto le mie mani sopra le sue. "Jax." Ansimo, sento addensarsi il desiderio proprio dove ho fatto il piercing, mi sembra di scoppiare. Continua con un ritmo sostenuto, mi si irrigidiscono i muscoli. "Vieni piccola, vieni per me." Mugolo il suo nome e vengo. Continua a entrare e uscire da me, viene morendomi la pelle del collo, in quel momento qualcuno apre la porta. Sua madre assieme a Mateo erano venuti a cercarci. "Oddio." La posizione in cui siamo è inequivocabile, mezzi svestiti io sopra di lui, le sue mani sui miei seni. "Mamma." La ammonisce Jaxon cercando di girare la sedia per coprirci. "Scusate usciamo, vi aspettiamo alla piscina." Chiudono la porta, tiriamo entrambi un sospiro.

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