Mi siedo sulle gambe di Jaxon, sono stanca nonostante abbia dormito un po' stanotte. "Posso chiederle un'altra cosa avvocato?" Carter guarda mio marito facendogli cenno di esporre i suoi dubbi. "Tre squadre di football mi avevano fatto una proposta di ingaggio, come posso sapere se questa storia di mio padre influisca sulle proposte?" È preoccupato per il suo futuro che non è più solo suo, ma è il nostro futuro. "Posso contattare le varie squadre e sentire se ritirano la loro proposta o no. Che squadre sono?" Jaxon serra la mascella. "I Seahawks, i Rams e i Patriots." Mason tossisce quando sente le squadre che volevano O'Donnel. "Allora mi informo e poi ti faccio sapere per le squadre. Signori io qui ho finito, direi che siamo a posto." Carter si alza. "Dici che ci debba andare in tribunale come ha detto il procuratore?" Carter ci pensa su. "Si, sarebbe meglio perché così vedono che non ti nascondi dietro il pezzo di carta." Carter esce dalla tenuta e finalmente tiriamo tutti un sospiro di sollievo. "Chi vuole un piatto di pasta al formaggio?" Cora sa come attirare la nostra attenzione. Pranziamo tutti assieme come fossimo della stessa famiglia, i miei nonni hanno accettato Jaxon senza fare una piega. Mateo l'ho visto piangere per la prima volta da quando lo conosco. Si è commosso per il fratello. Dopo pranzo esco in veranda col fratello di mio marito. "A cosa pensi?" Era assorto nei suoi pensieri. "A mio fratello, alla fortuna che ha avuto nel conoscerti. È cambiato come nemmeno credevo possibile, tutto grazie alla persona giusta." Mi siedo su una delle sedie della veranda. "È merito suo, non mio. Si è impegnato duramente. Devo ringraziare il te di avermi portato a quella festa." Ridacchia. "Non ti pesa che voglia fare sempre sesso? Insomma voi due lo fate davvero spesso." Ora sono io a ridere. "No, lo amo in tutto e per tutto. Anche la sua voglia continua." Mateo non è sorpreso della mia risposta. "Sono un po' teso all'idea di avere altri fratelli e una sorella. Insomma loro ci vorranno conoscere? Inizieremo a frequentarci con i nostri fratellastri? Influirà sul rapporto tra me e Jaxon? Nostra madre chissà come se la passa." Sono un sacco di domande. "Non penso che il rapporto tra te e tuo fratello cambierà siete cresciuti assieme. Per i fratellastri vedrete come vengono le cose. Melania non l'ha presa bene da quel che mi ha detto mio padre." Mason compare sulla veranda assieme a Connor. "Non ti trovavamo più. Avverti su dove vai." La mia scorta mi fa la paternale mentre Mason sghignazza. "Hai delle armi in casa nonno?" Chiedo spiazzando tutti. "Certo che le ho, perché?" Si sta già esaltando lo vedo. "Perché dovrei imparare a sparare con la pistola intendo." Connor non batte ciglio, dopotutto è stato lui ha dire che devo imparare. "Bhe allora andiamo, abbiamo il poligono qua di dietro a casa, così lo sfruttiamo." Non perde tempo, mi porta nello scantinato e prendiamo su l'occorrente. Arrivati nello spiazzo mi passa le cuffie e gli occhiali, ma prima mi spiega che dovrò avere una presa salda perché la pistola farà il rinculo. Mi aiuta a mettermi in posizione e premo il grilletto. È strano, ma finché si spara a dei bersagli non è male. Dopo un paio di colpi che non vanno a segno riesco a centrare la lattina di soda posizionata sul cumulo di mattoni. Provo una pistola molto simile a quella che Connor ha preso per me, è massiccia e pesante, ma dicono che siano le più precise ed affidabili. Mason poi vuole proprio esagerare e mi va provare a sparare anche con qualche fucile. Devo dire che mi sto divertendo parecchio al tiro al piattello con mio nonno, penso che sia una delle poche volte in cui mi stia divertendo con la mia famiglia, con mia madre o Alessandro non ho mai fatto nulla così assieme. Torniamo in casa e Cora è in cucina intenta a preparare lo stufato per cena, Mateo la sta aiutando con la preparazione. Cerco Jaxon in camera e in ogni angolo della casa, controllo la piscina, ma non c'è. Arrivata alla palestra sento che qualcuno sta sbattendo contro qualcosa.
Entro e Jaxon è con una canotta larga i pantaloncini, le mani fasciate e sta sferrando pugni al sacco appeso al soffitto. Mi appoggio al cavallo da atletica, con un balzo mi ci siedo sopra e lo osservo rapita, non mi ha sentito entrare perché ha le cuffie con la musica. È rabbioso contro quel sacco, mi piace vederlo senza freni. Dopo un po' vedo il suo telefono sulla panca, mi avvicino quatta quatta, lo sblocco senza troppa fatica, il suo codice è la mia data di nascita. Cerco una canzone italiana molto famosa tra i ragazzi della mia età, quando si andava alle elementari/medie tutti la ascoltavano, erano i tempi della tamarraggine pura. Si blocca, mi cerca in giro e quando mi trova sorride lascivo. Finisce di ascoltare la canzone prima di togliersi le cuffie, si avvicina lentamente. Mi siedo sulla panca spostando il suo telefono, posa un ginocchio tra le mie gambe e le mani covino alla mia testa. Mi guarda famelico, ma sembra volersi trattenere. "Che hai mr. O'Donnel hai paura di tua moglie?" Sghignazza. "No, affatto. La signora O'Donnel è il mio mondo come potrei averne paura. Non voglio che pensi che la voglio solo per il sesso." Deve aver origliato la conversazione con suo fratello. "Che peccato e io che pensavo che mio marito mi avrebbe fatto stare benissimo. Uffi." Lo guardo storto. "Davvero? Mi stai usando come oggetto?" Ridacchio. "Bhe in questo momento vorrei che mio marito facesse meno il coglione e che tornasse il puttaniere della prima sera che l'ho conosciuto." Mi bacia la guancia. "Sei sicura?" Ora è diventato serio. "Jax, quando mai ho detto di no al sesso con te? E se hai origliato bene ho detto che io amo tutto di te come ho detto quando ti ho sposato." Il suo atteggiamento cambia, mi bacia il collo. "Sei la mia piccola vogliosa." Gli poso una mano sulla patta dei pantaloncini. "Sempre piccolo." Lo vedo inspirare profondamente. "Ti farò stare benissimo mrs. O'Donnel." La sua promessa è quello di cui avevo bisogno, sono così abituata a sentire le sue sconcerie che mi mancano. Ora capisco perché mi chiede di dirgli quello che voglio, di dirgli sconcerie. "Voglio che mi tocchi, ovunque. Sopratutto dove ho il piercing." Lo vedo sorridere, fa come gli chiedo, mi sfila la felpa poi i pantaloni. Gli levo la canotta sudata, il suo petto è completamente bagnato. "Mi piace quando sei così sfacciata." Mi accarezza il punto sensibile su cui poggia il piercing, ansimo. "Hai chiuso la porta?" Chiedo in un momento di lucidità. "Non verrà nessuno." Mi rassicura continuando col dito sul clitoride. "Sei mia piccola. Ti amo così tanto. Amo poter essere me stesso con te. So che sono un pervertito, ma sapere che ti piace questo lato di me. Cazzo se mi piace." Si mette in piedi e fa scivolare giù i pantaloncini, non aveva i boxer sotto. Mi avvicino e lo prendo in bocca, Jaxon posa le sue mani sulla mia testa e mi guida nei movimenti, passo la lingua sulla punta del suo sesso. "Si piccola. Cazzo." Mi piace sapere di riuscire a dargli piacere come lui ne da a me. Gli continuo a dare piacere e sento che geme quando uso la lingua per stuzzicarlo. "Piccola vengo." Esplode nella mia bocca con un verso liberatorio. Mi stende velocemente sulla panca. Affonda la sua testa fra le mie gambe e la sua lingua è insistente sul mio punto sensibile. Affondo le dita nei suoi capelli, mugolo quando sento la sua lingua dentro di me. "Ancora Jax." Mi lamento, lo sento sogghignare per poi tornare con la lingua nella mia intimità. "Sei scatenata Ele." Ad un tratto si ferma, lo guardo vogliosa. "Toccati." Ordina e faccio come chiede, vedo che si sta dando piacere toccandosi da solo pure lui. Si avvicina e affonda dentro di me fino in fondo. "Porca puttana, non ne avrò mai abbastanza di te." Le sue parole non sono romantiche, ma lo sono per me. "Nemmeno io ne avrò mai abbastanza di noi." Si muove velocemente come se non resistesse più, la sua mano preme sul mio piercing. Vengo ripetendogli che lo amo. Dopo non molto viene dentro di me, marchiandomi a fondo. Mi aiuta a rivestirmi prima di uscire assieme dalla palestra e infilarci sotto la doccia in camera. Ovviamente una volta nudi non abbiamo resistito e ci siamo abbandonati al piacere di nuovo.
È pomeriggio inoltrato quando l'avvocato Carter si presenta a casa dei miei nonni, per ora abbiamo deciso di passare i pochi giorni rimasti delle vacanze qui a Austin dai miei nonni. Non ho ancora detto a Jaxon cos'ho fatto con mio nonno però spero la prenda bene e che l'avvocato non abbia cattive notizie. "Buongiorno, allora ho qualche notizia bella e qualcuna brutta. Da dove partiamo." Jaxon sospira pesante e dice di voler partire dalle notizie brutte. "Allora, vostra madre Melania ora è accusata di complicità, ma non hanno prove e il procuratore con la tua deposizione sa che lei non è colpevole quindi la libereranno tra qualche giorno." Mateo scatta in piedi. "Quindi è in carcere?" Chiede con voce grossa. "Per il momento si, perché c'era il ragionevole dubbio che potesse scappare come avete fatto voi." Cazzo, povera donna. Oltre ad aver scoperto cosa faceva il marito ora è pure in carcere. "E non possiamo fare nulla per lei?" Chiede Jaxon più calmo rispetto al fratello. "Per il momento la deposizione che hai fatto è la cosa migliore anche per lei." Mateo si risiede sul divano. "Vada avanti." Sbuffa incrociando le braccia. "Jhon è voluto rimanere a Seattle così da poter aiutare da più vicino vostra madre. Ho avuto le risposte da tutte e tre le squadre di football." Jaxon ora è un faccio di nervi, lo vedo. "Dato che tutto il putiferio è successo a Seattle i Seahawks hanno ritirato la proposta anche se ho assicurato che ti hanno già prosciolto da tutte le accuse." Lo sento avvilirsi. "Mentre i Rams e i Patriots hanno mantenuto le loro proposte. Dando un occhio ai contratti quello dei Rams è veramente buono, soprattutto garantiscono parecchi benefit e dato che ora Elena è tua moglie può seguirti senza problemi quando ci sono le partite in trasferta." Finalmente le buone notizie. "Quindi secondo lei il contratto dei Rams sarebbe quello da firmare?" Jaxon lo sta fissando intensamente. "Ragazzo parlando chiaro, se fossi mio figlio ti farei firmare quello dei Rams." L'avvocato è schietto, ma incisivo. Porge a Jaxon una copia dei due contratti, è venuto preparato Carter e ha fatto bene. Jaxon mi guarda in cerca di sostegno e io glielo do completamente, gli stringo la mano e lo incoraggio a decidere liberamente perché a me andrà bene qualsiasi sia la sua scelta. Firma il contratto con i Rams così appena avrà finito il college potremo trasferirci a Los Angeles e lui inizierà gli allenamenti. "Bene, allora io sfrutto la stampante te ne faccio una copia e lo scansiono per mandarlo alla società. Ottima scelta." Finalmente riusciamo a rilassarci un po' nella piscina. "Che hai fatto oggi mentre io ora in palestra?" È tutto il pomeriggio che aspetto questa domanda. "Ho imparato a tenere una pistola in mano. Con mio nonno ovviamente non ero sola. Ho sparato a delle lattine innocenti e poi ha insistito per farmi provare il tiro al piattello. Non è così male." Si avvicina guardingo. "Ah si? Hai sparato? E come ti è sembrato?" Annuisce convinta. "Non è una cosa che farei contro una persona, ma contro una lattina di soda vuota non mi ha creato problemi." Deglutisce per poi afferrarmi e stritolarmi contro il suo petto. "Se fosse necessario dovrai sparare contro una persona. Anche se non mi piace l'idea. Se fossi stato al posto di Connor probabilmente avrei scaricato il caricatore su quel figlio di puttana." È la prima volta che lo ammette, avrebbe riempito di pallottole quel tizio. "Troveremo un posto sicuro dove nascondere un'arma anche alla confraternita. Ho parlato con Connor e anche secondo lui potrebbero cercarti anche lì per colpire tuo padre." Lo abbraccio e lui mi stringe forte, mi bacia la fronte, la guancia e poi il collo. Prende la mia mano dove è la fede, la osserva come un bimbo che ha appena ricevuto il giocattolo che desiderava. "Non ho mai voluto niente e nessuno come voglio te. Ti amo." Affonda la testa nel mio petto. "Ti amo Jax." Lo sento rilassarsi, lasciar andare via la tensione di questi ultimi giorni.
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Ce n'è sempre una
ChickLitElena è una ragazza solitaria, pochi amici e anche in casa nulla è come dovrebbe essere. La sua vita procede come sempre fino a quel incidente, di lì tutto cambia e i cambiamenti portano sempre aria nuova. La storia è piena di violenza, linguaggio f...