24. Che casino

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Sto passando tutti i pomeriggi assieme a Jaxon, prima in palestra poi nei campi esterni per qualche allenamento più mirato. Ha ripreso da qualche settimana gli allenamenti con la squadra. Ha le spalle più larghe rispetto a prima, le maglie gli vanno quasi tutte strette. Spesso mi prende in braccio senza il minimo sforzo. Una sera a settimana andiamo a mangiare da mio padre e rimaniamo lì la notte così mantengo la promessa di andarlo a trovare regolarmente. Oggi pomeriggio sul tardi ho la seduta col dottor Cox, Jaxon mi conferma che sta migliorando la cicatrice, merito anche delle medicazioni che mi cambia regolarmente, è diventato bravo con bende e cerotti. Le palestre sono deserte così lo accompagno dentro lo spogliatoio. "Vieni a fare la doccia con me?" Vorrei farla, ma poi se ci beccano finiamo nei casini. "Dai tanto non viene nessuno qui ora." Si toglie la maglietta e l'aquila mi richiama come un amuleto. Mi alzo e mi spoglio, ovviamente non faccio in tempo ad abbassare i pantaloni che lui mi ha già coperto con un telo. Controlla attentamente tutte le docce e mi fa entrare nell'ultima giù in fondo, qui si che non viene mai nessuno, è quasi nuova. Fa scorrere l'acqua sulla mia pelle mentre stuzzica i miei seni, li stringe e li succhia. "Jax." Lo ammonisco. "Lo so che hai il ciclo, ma non mi importa ho voglia di dare l'amore con te. Non sarà di certo il ciclo a fermarmi." Il suo corpo mi inchioda al muro, i suoi pettorali sono gonfi di più rispetto a quando l'ho conosciuto. "Ho la coppetta." Lo avviso prima che provi a mettere dentro le dita e trovare il passaggio chiuso. Tira giù la linguetta e mi toglie la coppetta. La sciacqua veloce sotto il soffione della doccia, mi cola un po' di sangue giù per le gambe, mi fissa rapito proprio in quel punto. Mi solleva per il retro delle cosce, le mie ginocchia solo sui suoi avambracci. Mi cala leggermente in modo da entrare dentro di me con delicatezza. Anche se ora ci va piano dopo sarà il mio Jaxon, il mio pervertito. Si spinge dentro e fuori da me con un ritmo accelerato, non possiamo stare qui in eterno. Con la palestra il suo testosterone è aumento, ha più barba rispetto a prima, cresce più velocemente. Per quanto riguarda il sesso cerchiamo di farlo quanto più possiamo, è come una droga, non riusciamo a farne a meno, non solo lui, ma anche io. Guardo il punto in cui i nostri corpi si uniscono, è sporco di sangue, questa sua perversione ancora mi lascia interdetta, ma piano piano mi ci sto abituando. Vengo spingendomi contro di lui, il mio petto sfiora il suo. Viene mordendomi la spalla per soffocare i gemiti. Quando torno sulle mie gambe si china in ginocchio, mentre mi lecca il clitoride gli insapono i capelli. So che gli piace sentire il mio sapore unito al suo, ma con il ciclo mi sento in imbarazzo, l'ultima volta gliel'ho fatto notare, ma mi ha detto che invece a lui piace molto così ho ceduto e lo lascio fare, spero questo imbarazzo passi col tempo. Si sciacqua i capelli, mentre si lecca le labbra. Mi mordo il labbro e non riesco a non fissare il suo pube. "Sta sera dopo cena ci chiudiamo in camera e ti farò urlare così forte il mio nome che tutto il palazzo saprà di noi." Rido all'idea di mio padre che è costretto a sentire i nostri versi mentre passa nel corridoio. "Perché ridi?" Mi chiede coprendomi con il telo, prende la coppetta, la piega e la rimette in posizione. "Ridevo al pensiero di mio padre che sente i nostri gemiti." Ride anche lui ora.

"Ciao ragazzi, siete arrivati." Mio padre è molto caloroso come sempre. "Si, siamo appena usciti dalla seduta col dottor Cox. Ha detto che basteranno un altro paio di sedute e poi siamo arrivati al risultato ottimale." È felice di sentire queste notizie. "Te Jaxon sei pronto per la prima partita di campionato questo weekend?" Ci sediamo a tavola e Abigail ci porta le fiamminghe di carne, sa che il mio ragazzo deve mangiare parecchio per mantenere la massa muscolare che ha. Prendo una salsiccia e un pezzo di pancetta. Tanto non rimarrà nulla, Jaxon si spazzola tutto a fine cena. "Speriamo di sì, la squadra è motivata." Gli conferma fiero. "Pensi che ti faranno qualche offerta dopo la prima partita?" Mio padre è super preparato sul football. "Difficile, i procuratori non fanno quasi mai proposte alla prima partita, aspettano di vederne un paio e poi scrivono a chi gli interessa, per ora non mi illudo. Spero per fine campionato di avere un paio di proposte." Si mantiene basso con le aspettative così non ci rimane male se non arrivano contratti nel giro di poco. "Avete programmi per le vacanze natalizie?" Cambia discorso e gliene sono grata. "Non sappiamo ancora, aspettiamo di vedere come si evolve la situazione football." Jhon annuisce, è d'accordo con i nostri progetti. "Tu nel caso si dovesse trasferire lo seguiresti?" Ma che domande? "Si, lo seguo non credo alle relazioni a distanza. Non voglio stare lontana da lui." Jaxon si rilassa dopo aver sentito la mia risposta. "Immaginavo, ma volevo esserne sicuro tesoro. Siete una bella coppia." Mi conforta sapere che Jhon è dalla nostra parte. "Bene, vuoi altro Elena?" No ho già mangiato abbastanza, lui mi sa pure. "Allora puoi spazzolare tutto Jaxon." Non se lo fa ripetere due volte, prende la fiamminga e butta giù tutta la carne rimasta senza alcuno sforzo. Mi siedo sulla divano indolenzita, mentre mio padre prepara tre bicchieri di bourbon. Sa che reggo l'alcol, ma che comunque lo bevo con parsimonia. "Sai che passerà professionista dovrai decidere se seguirlo in giro per l'America o stare a casa ferma e avere una relazione a distanza?" Il suo tono è serio e so che vuole sapere i miei progetti per il futuro ora che c'è Jaxon nella mia vita. "Lo seguirò in giro, non ho intenzione di stare in una bella casa vuota. Prenderò comunque una laurea, forse non a Seattle, ma la prenderò." Sembra assorbire le mie parole e segnarsele nella memoria. "Immaginavo volessi seguirlo, fai bene, ma fai bene anche a prendere la laurea. Non lavorerai come architetto, ma sono comunque contento. Finché sei felice per me va più che bene." Mi rintano in camera mentre Jaxon mi cerca nel salotto, apre la porta di schianto, mi si mette a cavalcioni sopra il sedere. "Vuoi un massaggio?" Sa benissimo che dirò di sì. "Ohh si, per favore." Le sue mani grandi mi districano i muscoli sulle spalle e poi lungo la schiena. "Ti eccitano i massaggi? Sai già che sta sera userò il sedere piccola." Mi aggiorna sui suoi programmi, sapere cosa mi vuole fare mi fa sentire una scarica in ogni terminazione nervosa. "Si che sei eccitata, il fiato ti si è mozzato." Mi sfila lentamente i pantaloni, mi deposita una serie di baci sulle cosce. Apro il cassetto prendo il flacconcino di lubrificante e lo passo a Jaxon. "Brava piccola, così mi piaci." La sua lingua scorre lungo la mia schiena. Il liquido freddo mi fa sobbalzare, le sue dita si fanno strada mentre con l'altra mano si tocca per darsi piacere, lo vedo con la coda dell'occhio. "Jax." Lo richiamo a me, la mia voce è bassa e vogliosa. "Cosa vuoi? Dimmelo." Gli piace sentirmi dire cosa voglio fare con lui e che lui faccia a me. "Voglio che mi fai tua. Voglio che mi fai impazzire come sai fare tu." Sento che punta suo sesso contro di me, lentamente spinge fino a che i miei muscoli cedono e lo accolgono, è proteso ora di me e si puntella sui gomiti. "Vieni un po' su." Mi puntello sui gomiti e le sue mani avide trovano i miei seni. "Bravissima piccola." Mi stringe tra le sue mani, mi tira leggermente i capezzoli mentre si muove dentro di me, mi sta dando piacere come gli ho chiesto. "Ti piace così?" I suoi tentavi di farmi parlare durante i rapporti sono adorabili, devo dire che poter comunicare liberamente con lui che mi piace è fantastico. Non temo di essere giudicata con lui, non temo di chiedere qualcosa e di osare un po'. "Si, mi piace piccolo, ma non resisterò a lungo." Il suo fiato caldo è sulla mia schiena, la sua lingua mi spinge la pelle mentre la sua bocca mi tira. "Vieni, vieni per me. Guarda come godi e pensare che non avevi mai fatto sesso prima di conoscermi. Cazzo, sei fantastica." Viene nello stesso momento in cui vengo io, non eravamo mai stati così sincronizzati, si accascia sulla mia schiena continuando a baciarmi la spalla. "Ti amo Ele." Mi sussurra dolcemente e io gli rispondo che lo amo da impazzire.

Usciti dalla doccia ci stendiamo nel enorme letto a guardare un po' di tv, sono letteralmente in braccio a lui, ma sono comoda e potrei quasi addormentarmi in questa posizione. Il suo respiro mi culla, le sue dita scorrono sulla mia schiena con un ritmo costante e lento. Sentiamo vibrare un telefono, controlla il suo e non da segni di vita così prende il mio e prova a leggere il nome, ma è una catastrofe con i nomi italiani. Vedo che è il padre di Sara a telefonarmi. Rispondo subito e Jaxon sentendo una voce maschile dall'altra parte si allarma subito. Gli poso una mano sul petto per tranquillizzarlo e gli dico che appena ho finito la chiamata gli spiego tutto. "Pronto Giovanni tutto bene?" Chiedo sentendo del silenzio dopo l'iniziale saluto. "Ehi Elena, mi dispiace disturbarti, ma solo tu puoi aiutarmi in questo momento." Inizio a preoccuparmi. "Certo dimmi come posso aiutarti? Si tratta di Sara?" Lo sento singhiozzare. "Si, va bene tra un si e no. È successa una cosa. Insomma non sospettavamo di nulla, sapevamo che stava attenta." Inizio ad intuire dove voglia parare. "Elena, Sara è incinta e non abbiamo idea di chi sia il padre e sopratutto lei non lo vuole tenere. Dice che se deve diventare una ragazza madre preferisce abortire. Sai che siamo sempre stati contrari a questa pratica, ma lei non vuole senitr ragione. Tu per caso ricordi se ha fatto sesso con qualcuno mentre era in America?" Sono davvero shoccata da questa notizia. "Oddio Giovanni, è stata effettivamente assieme a qualcuno mentre era qua, ma non prendeva la pillola?" Gli chiedo a conferma. "No, aveva smesso perché le dava qualche problema. Grazie Elena, se ti viene in mente qualcosa contattami per favore." Butta giù il telefono e io alzo lo sguardo incrociando quello di Jaxon. "Era il padre di Sara, quella ragazza che era con me la sera all'appartamento di Trevor. È incinta e non sa chi sia il padre. Uno dei problemi è che anche tuo fratello è stato a letto con lei mentre era qua." Quando sente nominare Mateo si irrigidisce. "Cioè mio fratello potrebbe essere il padre?" Chiede velenoso, mi stringo nelle spalle e chiamo velocemente Mateo. "Ciao, volevo chiederti una o due cose anche se sono argomenti delicati." Sento la titubanza di Mateo dall'altra parte del telefono. "Ok, va bene chiedi." Prendo un lungo respiro. "Quando hai fatto sesso con Sara, la mia amica, hai usato il preservativo o no?" Jaxon sospira in attesa che il fratello risponda. "Ho sempre usato il profilattico, mi ha detto che non prendeva anticoncezionali quindi abbiamo usato quello come precauzione. Me lo hai chiesto perché Sara è incinta?" Sento il mio ragazzo rilassarsi e distendere i muscoli oltre che i nervi. "Si è incinta, ma non sa chi sia il padre e sapevo che tra voi c'era stata qualche notte brava. Grazie e scusa per la domanda personale." Mi saluta come sempre con la sua immensa gentilezza e butta giù il telefono. "Tuo fratello non è, se ha detto che non prendeva nulla con Mateo lo avrà detto anche con gli altri che erano in casa. L'unica..Oddio." Mi metto le mani davanti la faccia, provo a scendere dal letto, ma Jaxon mi stringe e mi tiene inchiodata al suo petto. "Oddio cosa?" Mi domanda preoccupato. "Kyle. La sera che io sono stata nella camera con te lei era con lui e tra l'alcol e le droghe non penso abbiano badato al preservativo. Devo parlare con Kyle, ora." Ma non mi lascia andare, lo guardo in cagnesco. "Tu non ci vai da sola in quel appartamento." Il suo sguardo è duro quanto il mio in questo momento. "Non pensavo di andarci da sola." Ammetto dopo poco dato che mi sta tenendo inchiodata addosso a lui, mi guarda con uno sguardo interrogativo. "Pensavo tu venissi con me, lo davi per scontato." Quando sente che pensavo mi avrebbe accompagnato lui si rilassa, mi lascia andare e si riveste assieme a me. Scendiamo velocemente le scale e Jhon mi guarda sospettoso. "Devo andare da un suo amico, è una cosa abbastanza urgente." Taglio corto. "La sua amica è incinta e forse il bambino è di un mio amico." Jaxon invece spiega tutto per bene mentre passiamo lungo il salotto verso l'ascensore. Jhon annuisce e ci sorride salutandoci con un gesto della mano.

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