Jaxon
Sollevo Elena prendendola in braccio, guardo il corridoio buio e Cora mi dice che la terza porta a sinistra è la nostra camera per la notte. Mi dirigo verso la stanza a passo deciso, non voglio aspettare un secondo di più ad affondare nel copro voglioso di mia moglie. Le sue mani mi slacciano veloci i pantaloni e li strattona giù assieme ai boxer. "Hai voglia signora O'Donnel?" La prendo in giro affondando la testa nella sua intimità calda, lecco la pallina del piercing e la sento gemere. "Jax, non m-mi torturare." Ansima. "Cosa vuoi piccola?" Cazzo, finalmente si sta un po' sciogliendo con le parole. "Ti voglio dentro, dentro di me." Cazzo è così bello che stento a crederci che me lo abbia detto ed è completamente sobria. Tolgo il resto dei vestiti che ho addosso e faccio come mi ha chiesto, entro dentro di lei arrivando fino in fondo. "Ti amo Jaxon. Ti amo così tanto." Le sue parole mi inebriano, la sua voce così bassa le rende più vere. "Ti amo Elena. Non ho mai amato nessuno e non amerò mai nessuno come amo te." Nella penombra vedo l'effetto che le mie parole hanno su lei, il suo sorriso è bellissimo, basta quasi quello a farmi andare oltre. Le sue tette roteano ad ogni mia spinta, gliene strizzo una e poi succhio il capezzolo duro. Viene lasciandosi pervadere dall'orgasmo, mugola il mio nome, io esplodo poco dopo dentro di lei. Mi accascio sopra il suo corpo nudo, le sue braccia mi stringono. La mia piccola, anzi ora è mia moglie, ancora non ci credo. Intreccio le dita alle sue e la bacio sul petto, la sua pelle è calda. Spero che l'avvocato riesca a risolvere la situazione, non vorrei davvero che dovesse venirmi a trovare in carcere o peggio avere un latitante per marito. "A cosa pensi?" Si è già accorta che ho cambiato umore. "Niente piccola, niente di importante." Mi accarezza la schiena. "Non è vero, ti sei rattristato." Cazzo, non riesco a nasconderle proprio nulla, riesce a leggermi dentro così bene. "Ho paura di andare in prigione." Lei mi stringe a se con quelle braccia sottili. "Non andrai in prigione. Non ci voglio nemmeno pensare che ci sia questa possibilità." È così ottimista e un po' riesce pure a trasmettermelo. Torniamo nella sala e sono un po' più tranquillo, Elena è riuscita a trovare un modo per distrarmi dai miei pensieri prima. Mi rimetto a scrivere la deposizione, cerco di essere il più dettagliato possibile, l'avvocato mi suggerisce di inserire anche le mie sensazioni, ovviamente quelle negative, così da risultare anche io una vittima. Quel bastardo avrà ciò che si merita. Il signor Carter riceve una telefonata che sembra importante e si chiude di nuovo in cucina per rispondere, Elena parla con Mason mentre Cora sta prendendo un tè con mio fratello.
Elena
Osservo con la coda dell'occhio Jaxon che scrive parola dopo parola su quello che ha fatto suo padre a lui e a quelle donne. "Pensi che andrà in prigione?" Chiedo a mio nonno mentre osservo quella fede argentea che ora ci lega anche legalmente. "Vedrai che andrà bene, Carter è sempre riuscito a coprire le nostre magagne." Mi rincuora sapere che questo avvocato sa il fatto suo. Entro nella cucina mentre Carter è al telefono, sta programmando qualcosa per domani, capisco solo deposizione e procuratore il resto della frase è troppo specifica per il mio inglese di medio livello, ma quando chiude la chiamata gli faccio la domanda diretta. "Quante possibilità ci sono che lo incriminino?" Scuote la testa come se stesse soppesando la risposta. "Poche, il procuratore ha già accettato di venire qui domani per fare un accordo e prendere la deposizione di Jaxon. In più non potendo usare te e suo fratello come testimoni ha poco o nulla in mano per ritenerlo un complice." Mi sento sollevata dalla sua risposta. Tornata in sala vedo Jaxon con la penna poggiata alle labbra, sembra concentrato e non voglio distrarlo, mi avvicino a Cora. "Io mi sa che vado a letto, sono davvero stanca e qui in giro non c'è nulla che possa fare." Mi guarda serena e fiduciosa. "Fai bene cara, vedrai che domani sarà una giornata lunga è meglio se ti riposi. Li bado io qua questi uomini." Mi avvicino a Jaxon e gli do la buonanotte, mi risponde e gira la testa all'insù perché vuole il suo bacio della buonanotte. Lo accontento prima di imboscarmi nella camera da letto e rannicchiarmi sotto le coperte. Non so che ore siano quando Jaxon mi raggiunge, lo sento avvicinarsi cauto, ma quando capisce che sono sveglia mi tira a se per farmi dormire addossata a lui. "Ti amo." Bofonchio prima di riaddormentarmi col viso sul suo petto. "Ti amo." Sento rispondere in lontananza. Qualcuno bussa insistentemente alla porta, sbraito perché vorrei starmene ancora un po' a letto assieme a mio marito, suona così strano chiamarlo così, penso che non cambieremo l'abitudine dei nomignoli che abbiamo usato fino ad ora. "Dobbiamo alzarci." Jaxon prova a convincermi con i modi gentili. "Il procuratore sarà qui tra una mezz'ora." È Mateo che fa tutto questo casino. "Ok siamo svegli." Rispondo così che smetta di bussare alla porta. "Andiamo a farci una doccia." Mi suggerisce O'Donnel tirandomi verso il bordo del letto. "Non abbiamo molto tempo." Farfuglio. "Ci faremo bastare la mezz'ora piccola." Quando apre l'acqua mi trovo insolitamente sveglia e arzilla, mi fa girare con il petto al muro ed entra dentro di me velocemente arrivando fino in fondo. "Sarà una cosa veloce, ma appena avremo tempo ti scoperò per bene stanne certa piccola." Si muove ad un ritmo davvero sostenuto e non riesco a non farmi scappare qualche gemito. "Non ti trattenere, fammi sentire quanto ti faccio stare bene." Faccio come mi chiede e lascio uscire dalla mia bocca dei suoni alquanto lascivi. Esplode dentro di me con prepotenza. Esce da me senza proferire parola, prende lo shampoo e mi insapona i capelli. Lo guardo irrequieta quando mi giro. "Che hai piccola?" È confuso. "Non, non ho finito prima." Mi si colorano di sicuro le guance perché sento l'imbarazzo che prende il controllo. "Non sei venuta? Cazzo nella foga di fare presto non me ne sono accorto." Scuoto la testa. "Fa niente, faremo dopo." Taglio corto, ma ora è lui a scuotere la testa. Si inginocchia. "Che fai?" Mi rivolge il suo ghigno lascivo. "Ti faccio venire, non ti lascio di certo con la voglia addosso." La sua lingua trova subito il punto magico, le sue dita sono senza pietà sulla mia intimità. "Jax." Sono vicina, mi si irrigidiscono i muscoli. "Vieni, vieni per me." Vengo sulla sua bocca che mi sta sapientemente assaporando. Quando si rimette in piedi si lecca le labbra umide. "Hai sempre un buon sapore, il mio preferito." Ridacchio perché le sue sconcerie mi piacciono, mi fanno sentire il brivido del peccato. Mi asciugo i capelli mentre aspettiamo l'arrivo del procuratore da Seattle. Un uomo sulla cinquantina con i capelli biondo ramato entra dalla porta, l'avvocato si presenta per primo. "Procuratore Giuliacci. Sono l'avvocato Carter e rappresento la famiglia O'Donnel e Dallas in questo caso di violenza su donne e bambini." Bambini? Intende Jaxon spero o quel porco schifoso ha violentato anche dei minori. "Piacere avvocato, possiamo accomodarci?" Si sbottona la giacca e segue l'avvocato fino i divanetti. "Procuratore le presento il signore è la signora O'Donnel." Il tipo fa cenno con la mano e non sembra curarsi del fatto che mi abbia presentata col cognome di mio marito. "Il signor Jaxon O'Donnel è chiamato a rispondere per complicità in violenza sessuale su donne e su minori." Porca miseria. "Il mio cliente è una vittima come quelle donne, i video lo dimostrano benissimo. È legato e il signor Marcus le obbliga a fare sesso con il figlio che ha appena dieci anni." Il procuratore non sembra convito. "E quanto ne ha diciotto? Ci sono gli ultimi video in cui il suo cliente è gradicello, lì non la può passare come violenza verso di lui. Godeva mentre quelle donne lo scopavano sotto obbligo. Sotto ricatto." Spero l'avvocato sia preparato su questo fronte. "Certo era violenza verso il figlio anche quella. Perché sennò perché una volta allontanato dal padre non ha continuato l'attività. Il mio cliente è un cittadino onesto e non ha più usato violenza su nessuno." Giuliacci scrive e annota qualcosa nel suo blocco appunti. "Davvero da quando si è trasferito alla Seattle Pacific non ha più usato violenza? Io ho trovato qualche annotazione per schiamazzi notturni e qualche richiamo per rissa." Carter incassa il colpo. "Ma nessuna annotazione su donne che hanno subito violenza da parte di Jaxon." Ora è il procuratore ad incassare il colpo. "Ok, allora mi vedo costretto a chiamare Elena Dallas come testimone, Marcus ritiene che la ragazza sia informata sui fatti." Carter estrae dalla sua borsa i documenti retrodatati del matrimonio. "Vede procuratore i ragazzi sono coniugi da una settimana e secondo la costituzione la moglie non può testimoniare contro il marito." Giuliacci serra la mascella perché non si aspettava questo colpo basso. "Quindi ora sono i signori O'Donnel?" Carter annuisce e lascia una copia dei documenti al procuratore. "Quindi ho solo i video per inchiodarti." Afferma beffardo Giuliacci. "Veramente nemmeno quelli, perché ci appelleremo alla violenza fisica e mentale su Jaxon e sa anche lei che la giuria avrà pietà per un bambino di dici anni violentato così dal padre ogni notte fino a che non è andato via di casa." Scacco matto al procuratore. "In più per avvalorare la buona fede del mio cliente potremmo fornirle una deposizione da parte di Jaxon in cui è scritto tutto quello che il padre ha fatto alle ragazze." Il procuratore sembra combattuto, ma alla fine metterà dentro quel bastardo e si merita l'ergastolo. "Ok, cosa volete in cambio della deposizione?" Carter è soddisfatto di come ha concluso velocemente la trattativa. "Voglio il mio cliente prosciolto da ogni accusa, anche futura se collegata a questo caso." Giuliacci prende un tablet e digita rammaricato sullo schermo. "Posso stampare l'accordo?" Mason gli indica come usufruire della stampante di casa e dopo poco l'accordo è davanti a Jaxon nero su bianco, Carter lo esamina attentamente per vedere che non ci siano postille e poi annuisce dando il via libera per la firma. Jaxon mette la sua sigla su quel foglio, l'avvocato consegna a Giuliacci i fogli originali della deposizione, il procuratore si mette gli occhiali, vuole davvero leggere tutte quelle pagine? "Posso leggere qui ora la deposizione?" Carter risponde che non ci sono problemi. Mi alzo per andare a prendere un bicchier d'acqua, tutta questa ansia mi sta prosciugando, il procuratore mi segue. "Vuole un po' d'acqua anche lei?" Annuisce e mi segue in cucina mentre Jaxon e Carter parlano tranquilli. "Come si sta salendo di aver sposato un violentatore?" Lo guardo storto. "Jaxon non le ha violentate, non va fiero di ciò che è stato costretto a fare. Non mi ha mai messo le mani addosso contro la mia volontà." Beve il suo bicchiere d'acqua e poi io bevo il mio. "Ne è sicura? Mai preteso che lei facesse qualcosa che non voleva fare?" Scuoto la testa. "Mai." Sembra rassegnato e torna in sala a leggere la deposizione. Torno anche io in sala dopo aver trafugato una barretta al cioccolato dalla dispersa dei miei nonni. "Nella deposizione non si fa cenno alla violenza sui bambini. Come mai?" L'avvocato fa cenno a Jaxon di rispondere. "Le sere che io ero lì legato a quella sedia non ci sono mai stati bambini o bambine, erano sempre e solo donne, una alla volta ed erano quasi sempre di giovane età." Annota a fondo pagina questo punto sui bambini. "Abbiamo trovato su un computer personale video con bambine di età inferiore ai sedici anni, una di queste era ricorrente." Allunga una foto. "La riconosci?" Jaxon avvicina la foto, la osserva serio. "Non sono sicuro, ma sembrerebbe una che era nella mia classe quando avevo sei o sette anni. Non ho più contatti con quelle persone da più di dieci anni." Giuliacci annuisce serio. "Si è suicidata otto anno fa. Tuo padre gliene ha fatte di tutti i colori alla poveretta." Mateo compare nella sala assieme ai miei nonni, hanno cercato di lasciarci un po' di privacy. "Non sapevo facesse quelle cose anche alle ragazzine." Jaxon sembra davvero scosso e Mateo sembra debba vomitare da un momento all'altro. "Ah perché lo sappiate, avete due fratellastri e una sorellastra. Sono in corso le verifiche del dna, ma le donne affermano che sono nati dopo aver subito quelle violenze." Cazzo pure dei figli, porca miseria che casino. "Tua madre davvero non sapeva nulla dell'attività del marito." Jaxon é perso nei suoi pensieri così lo scosso leggermente. "No, lo avrebbe lasciato se avesse saputo. Avrebbe portato via sia me che Mateo da quel depravato." Il procuratore imbusta tutti i documenti, saluta Carter, ma prima di uscire ci invita a presentarci in aula il giorno in cui giudicheranno Marcus.
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Ce n'è sempre una
ChickLitElena è una ragazza solitaria, pochi amici e anche in casa nulla è come dovrebbe essere. La sua vita procede come sempre fino a quel incidente, di lì tutto cambia e i cambiamenti portano sempre aria nuova. La storia è piena di violenza, linguaggio f...