Jaxon
Elena dorme ancora beata addossata a me, è incredibile quanto in fretta passa il tempo, sembra ieri inizio estate, no meglio non ricordare quel periodo. Che coglione, le stavo lontano, ma non avevo proprio speranza di riuscirci. So che Mateo ha tagliato i ponti con Philip dopo quello che ha cercato di fare alla mia ragazza, anzi alla mia fidanzata e quel anello che porta al dito ne è la prova. Ieri è passato l'avvocato il contratto migliore in termini di cifre e di bonus è quello dei Rams, ma se rimanessi qui con i Seahawks lei non dovrebbe cambiare università, potremmo stare qui da suo padre assieme. Si muove leggermente e casualmente posa la sua mano sul tatuaggio della clessidra, cavolo me la sono vista brutta quel giorno. Le avevo promesso di raccontarle tutto, ma avevo omesso quel pezzo della mia vita, volevo scappare dalla realtà come sono scappato dalla gang e quando lo è venuto a sapere per poco non l'ho persa. Per un certo periodo ho pensato di farci un altro tatuaggio sopra, ma alla fine l'ho tenuto, mi ricorda i casini in cui non devo più cacciarmi. Stanotte non ci siamo dati tregua, fino a che non siamo crollati entrambi senza rendercene conto. Sono solo le dieci di mattina, è tranquilla e serena, le accarezzo la schiena e vedo che ha un brivido, anche mentre dorme il suo corpo risponde al mio tocco. Riesco a farla scivolare sopra di me senza svegliarla, ha la testa appoggiata sull'acquila, so che è uno dei suoi tatuaggi preferiti, non mi ha mai giudicato sul aspetto, solo negli atteggiamenti la prima mezz'ora, ma anche io l'avevo giudicata male fino a che non è saltata addosso a Betany, che ridate quella sera. Si gira sopra di me mi ritrovo il suo sedere proprio nel punto giusto. Allora dillo che vuoi che ti svegli così pervertita, ma sta ancora dormendo, sarebbe ora di svegliarla e si è messa nella posizione migliore per me. Allungo un bacio e scopro che non si è rimessa l'intimo stanotte, perfetto. Il suo piercing é esposto, lo trovo senza problemi, lo muovo lentamente con dolcezza, le bacio il collo. Dalla sua bocca escono dei mugoli che arrivano diretti nel mio fondoschiena, prova a scostarsi per scappare dalla mia tortura. "No piccola, stai ferma lì." Si rimette per bene sopra di me, il suo orecchio è alla portata della mia lingua. Quel piercing fa proprio il suo lavoro, è già bagnata, pronta per me, infilo un dito dentro la sua intimità calda. Porto il dito alla mia bocca, lo succio e poi lo porto sulla sua bocca, lo lecca e lo succhia convinta. Cazzo è brava, è sempre brava per me. Non resisto oltre devo averla ora. "Piccola, prendilo e mettilo dentro." Ha già capito di che cosa parlo, sento le sue dita sottili attorno al mio sesso, la punta è proprio appena fuori la sua figa bagnata, mi tortura strusciando il mio sesso fuori dal suo. Le strizzo un capezzolo per farle capire che voglio fare l'amore e lei lo capisce, cazzo, mi capisce sempre anche quando non parlo. Entro dentro di lei, le sue gambe sono rancichiate al suo petto mentre io mi muovo da sotto entrando ed uscendo dalla sua intimità. "Ti piace così piccola?" Le domando anche se i suoi gemiti mi dicono già quanto le piace. "S-si." La sua voce è flebile. "Quanto ti piace?" Non mi risponde così mi fermo, emette un lamento. "Non ti fermare Jax. Ancora, ne voglio ancora p-perché mi piace tanto." Riparto muovendomi più velocemente, deve capire che se mi parla le darò sempre ciò che vuole. "Così piccola?" La sto spronando, ma non eccessivamente altrimenti rischio di parare oltre. "Si." Succhio la pelle del suo collo fino a lasciargli due segni rossi ben visibili. Viene tirandomi i capelli, quel gesto mi fa andare oltre e le vengo dentro. "Preparati piccola perché stanotte ti farò gridare forte." La vedo sorridere lussuriosa, si sta già immaginando cosa le potrei fare sta sera. Scendiamo in cucina per fare colazione, Abigail è già alle prese con i fornelli per preparare il cenone. "Cosa farete voi due sta sera?" Guardo Elena che è visibilmente imbarazzata. "Pensavo di rendere più che felice tua figlia fino a sfinirla." Forse mi sono spinto oltre, Jhon mi guarda di sbieco abbassando il giornale e Elena mi tira una gomitata. "È comunque mio padre." Sbraita in difesa di Jhon che invece ride sotto i baffi, tanto ormai sa come siamo fatti. "Immaginavo che i vostri programmi comprendessero parecchio sesso, quindi io vado ad una cena di beneficenza. Ve la risparmio per quest'anno, ma Elena essendo mia figlia dovrebbe esserci. Un giorno l'azienda sarà sua e questi eventi fanno bene all'immagine della Dallas Ind." Abbasso lo sguardo perché è principalmente colpa mia, Elena non ci va perché passa il capodanno con me, ma cazzo sono il suo fidanzato è più che giusto che stia con me. "Vorrà dire che il prossimo anno dovrai far aggiungere due posti alla cena." Interviene Elena calma, suo padre annuisce sereno come se la promessa di esserci in futuro risolva il fatto che quest'anno non ci andremo. "Andrò via sulle diciotto, ste cene sono lunghissime e noiosissime, un sacco di gente vecchia." Sbuffa, ora capisco perché voleva la figlia, così può evitare di essere assalito dalle conversazioni scomode o dalle raccolte di fondi.
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Ce n'è sempre una
ChickLitElena è una ragazza solitaria, pochi amici e anche in casa nulla è come dovrebbe essere. La sua vita procede come sempre fino a quel incidente, di lì tutto cambia e i cambiamenti portano sempre aria nuova. La storia è piena di violenza, linguaggio f...