44. Affrontare il rientro

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Stiamo tornando a Seattle dopo aver trascorso il resto delle vacanze dai miei nonni, Mateo è un po' irrequieto, da quando ha saputo che sua mamma è in custodia preventiva non si da pace. Purtroppo non posso fare nulla per lui, Jaxon invece mi sembra più fiducioso e tranquillo, ma nemmeno io sarei totalmente tranquilla se ci fosse Jhon al posto di Melania. Atterriamo a Seattle, Connor ci scorta fino alla confraternita, quando scendiamo dal suv tutti ci guardano, ci fissano bisbigliando. Non mi aspettavo un trattamento diverso al nostro rientro, dopotutto il padre di mio marito è finito su tutti i notiziari. Entriamo a passo spedito nella confraternita. Lucas e Oliver sono nel salotto che guardano un film, quando ci vedono sembra abbiano visto un fantasma. Si alzano e si avvicinano a noi cauti. "Ehi, abbiamo saputo di vostro padre." Jaxon alza gli occhi al cielo. "Che cosa si sa in giro?" Chiede pacato. "Nulla di specifico, solo che è indagato per stupro e per violenza carnale su minori. Ma non hanno detto nulla di più ai notiziari. La squadra è dalla vostra parte, immaginiamo voi non sapevate nulla." Oliver posa una mano sulla spalla di mio marito. "Ok, grazie ragazzi. Sia io che Mateo vorremmo tornare alla normalità. Non sapevamo che nostro padre fosse una bestia del genere." Ha mentito spudoratamente perché lui sapeva, ma immagino non vada nello specifico dato che poi si scoprirebbe che anche lui era in quella stanza la maggior parte delle volte. "Immaginiamo, infatti sta sera ci sarà la festa di ripresa del campionato." Lucas con il suo solito atteggiamento sbruffone ci avvisa che non possiamo mancare. Saliamo al piano di sopra e ci buttiamo sul letto sfiniti, sti giorni sono stati davvero concitati. I Rams hanno richiesto l'inserimento di Jaxon già da marzo, così ora dovrà sbrigarsi a dare i suoi ultimi due esami. Io ho già avvisato mio padre che mi trasferirò assieme a lui e frequenterò un college la a Los Angeles. Gli ultimi giorni li ha sfruttati per allenarsi nella palestra dei miei nonni, non mi è dispiaciuto tornare un po' alla nostra normalità, allenarci insieme e poi ovviamente fare i birichini. "Sta sera cosa vuoi da mangiare?" È vero che qui dobbiamo cucinare noi, mi andrebbe molto il pollo come lo sa fare lui. "Potresti fare il pollo, come lo sai fare tu." Suggerisco. "Davvero ti piace?" Annuisco sorridente. "Andata, più tardi scendiamo a cucinare." Mi da una pacca sul sedere prima di stendersi sopra di me. Sento la sua erezione premere contro le mie cosce. "Dici che potrei scopare il tuo sedere signora O'Donnel?" Mi sta stuzzicando, lo guardo con la coda dell'occhio e gli do il permesso. Mi abbassa velocemente i pantaloni e senza perdere tempo infila due dita dentro la mia intimità, sobbalzo perché sono gelide. "Scusa piccola, così si scaldano meglio." Che furfante, lo ha fatto apposta, estrae le dita. "Oh, mi sa che è arrivato il ciclo." Mi giro velocemente e vedo le sue dita completamente rosse, faccio per alzarmi, ma mi si addossa con tutto il peso e rifila dentro le dita. "Non sarà di certo il ciclo a fermarmi, ormai dovresti averlo imparato che ciclo o non ciclo con te farei sempre l'amore." Mi bacia la schiena, gliela lascio vinta, quelle dita mi stanno dando piacere mentre con l'altra mano si sta toccando il suo sesso. "Verrai con me in tribunale durante l'udienza di mio padre? Ti vorrei con me." Momento perfetto per estorcermi una richiesta del genere, ma non lo ha fatto con quel intento, lui quando certe cose gli passano per la testa chiede. "Certo che ci vengo. Mi fa piacere che tu mi voglia lì con te." Mi bacia il centro della schiena e un brivido mi attraversa. "Ti voglio sempre con me piccola. Mi piace come il tuo corpo reagisce al mio." Si spinge tra le mie cosce dopo aver messo del lubrificante. "Porca puttana piccola, sei strettissima. Anche se piano piano il tuo corpo si adatta a me." Si muove piano per farmi abituare, poi aumenta il ritmo. Le sue dita assieme al suo sesso non mi danno tregua, sa come spingermi al limite. Ansimo mentre lui mi fa piacere e si lascia sfuggire qualche mugolo. Vengo, ma lui continua a spingermi in me con forza, esplode e si distende a peso morto sopra di me. "Meglio che andiamo a fare una doccia, mi hai marchiato tutto col ciclo." Ridacchio all'idea che lo abbia marchiato come fa lui con me coi succhiotti o venendo dentro la mia intimità.

Siamo nella cucina della confraternita, aiuto Jaxon a preparare la cena, per lui si è preparati quasi un pollo intero mentre per me la porzione è molto più ristretta, non so dove lo faccia stare tutto quel cibo che ingurgita. Miles frega qualche pomodorino che ho tagliato con tanta cura. Le cheerleader non si sono fatte vive ancora, orami è diventata la quotidianità cenare con la squadra di football. Oliver ha preparato la tavola, mentre Lucas sta preparando delle polpette per il resto della congrega. Mi siedo a tavola dopo aver preso la mia porzione di pollo, Jaxon si è fatto una porzione enorme, tutti guardano il suo piatto stracolmo. Se ripenso ad un anno fa quando andavo ancora a scuola e avevo appena passato il capodanno da sola in casa, sono cambiate parecchie cose e quella fede argentea ne è la prova più eclatante. "Ehi, tutto bene?" Jaxon si deve essere accorto che ho cambiato umore. "Si, tutto bene. Stavo solo pensando a tutte le cose che sono cambiate rispetto capodanno di anno scorso. Io ero da sola a casa." Mi strizza un fianco. "Io non lo ricordo nemmeno, sarò stato di sicuro ubriaco e fatto, forse avrò scopato qualcuna di cui non ricordo nulla. Ma non scambierei per nulla al mondo ciò che ho adesso con ciò che avevo prima. Ora è molto meglio, ho trovato la felicità e l'amore." Passo la lingua sul labbro e lui mi guarda da sotto. "Che romantico." So che gli dà fastidio quando gli dico così infatti mi fulmina con lo sguardo. "Guarda che dopo ti lego e ti scopo a sangue. Questo è romantico?" Ridacchio. "È romantico a modo tuo." Ride assieme a me ora, tutti ci guardano straniti perché vedere Jaxon ridere è davvero strano. Sono appollaiata su Jaxon che a sua volta è seduto sulla poltrona del salotto, i ragazzi sono tutti nei divanetti o per terra. Lucas ci passa due birre, sa che io non ho l'età ma nessuno ci guarda, mio marito si è rassegnato perché da dove vengo potrei bere ed entrare in tutti i locali ora. Arrivano le cheerleader, Betany va dritta da Lucas e non perde tempo a farsi cacciare la lingua in bocca. Dafne è seduta vicino a Mateo, ogni tanto si fanno qualche occhiata di traverso quei due. "Ragazzi un giro ad obbligo o verità? È da tanto che non lo facciamo." Ricordo cosa è successo durante l'estate con questo gioco, però ora la situazione è diversa quindi potrebbe non finire così male. "Ti va?" Mi chiede sottovoce mio marito. "Si, non sarà poi così male." Mi bacia delicatamente la spalla e sospira. "Ok, ci siamo anche noi per giocare, ma vi avverto. Giù le zampe da mia moglie." Il silenzio di tomba cala nella sala, tutti ci guardano come se fossimo dei mostri a tre teste, Oliver sbatte platealmente gli occhi, l'unico che non è sorpreso è Mateo e ci mancherebbe anche che fosse sorpreso dopo aver fatto da testimone a suo fratello. "Voi due vi siete sposati?" Chiede Asher con una patatina a mezz'aria. "Si, ci siamo sposati." Mostra la sue fede per poi prendermi la mano e mostrare anche la mia. "Non è che tra qualche mese salta fuori che è pure incinta vero?" Oliver è spiazzato. "No, per ora niente bimbi, non è incinta. Non l'ho sposata perché è incinta. La amo e ora è veramente mia in tutto e per tutto." Mi stringe di più a se. "Cavolo, complimenti allora. Ma lo avevate programmato?" Lucas si accende la sua canna. "Diciamo che non gli ho mai nascosto di volerla sposare, ma è venuta l'occasione e abbiamo anticipato un po' i tempi." Ottima risposta evasiva sognor O'Donnel, non avrei saputo fare di meglio per omettere la verità. "Perché bimbi ancora no? Tanto orami le tappe le avete bruciate tutte." Oliver è il solito. "È vero le tappe le abbiamo bruciate tutte, ma ancora non abbiamo un lavoro stabile e lei studia ancora quindi abbiamo tempo per i bambini." Piano piano tutti tornano a fare quello che stavano facendo, Dafne è rimasta esterrefatta dalla notizia. "A proposito di rivelazioni shoccanti, ne ho una anche io." Salta su Lucas mettendosi in piedi. "Io e Betany avremo un bambino, non era nei nostri programmi, ma è successo." Si risiede e abbraccia la cheerleader che però non sembra contenta della notizia, brindiamo tutti alle buone notizie, ma vedo come scorre lo sguardo tra Betany e Asher. Qualcosa mi puzza, ma iniziamo con i primi giri del gioco e sta volta gli obblighi sono per lo più alcolici. Vado in cucina per prendere un po' di acqua, se continuo a buttare giù alcol stasera dovrà fare gli straordinari Jaxon. Sento spaccarsi qualcosa di vetro, tutti si precipitano dietro di me, in cucina ci sono Asher e Betany che si urlano addosso. "Avevi detto di essere sterile, invece sorpresa sono incinta e Lucas pensa sia suo non sospetta che sia tuo." Oh cazzo, Asher con Betany? "Si, lo credevo. Vivian minha sempre detto che le sue visite erano ok, ma non è mai rimasta incinta quindi pensavo di essere io il problema." Betany sta facendo su e giù per la cucina. Lucas ha le lacrime agli occhi. "Cosa pensi di fare?" Chiede Asher preoccupato. "Vuoi sapere se terrò il bambino?" Lui annuisce. "Penso di sì, ma nessuno dovrà sapere questa storia, lo dirò io a Lucas appena lo beccherò da solo." Asher sbatte il pugno sul bancone della cucina. "Ma il padre sono io, non penso di voler lasciare la paternità del bambino a qualcun altro." Non avevo mai sentito Asher alzare così tanto la voce. "Bhe cosa suggerisci che Lucas lo veda solo quando tu hai il bambino? Se tra me e lui le cose non cambiano il bambino lo vedrà sempre in casa quindi è più naturale che lo veda come il padre. Sopratutto mentre è piccolo. Sappiamo entrambi che tu ami Vivian e non funzionerebbe mai tra noi." Il quarterback sospira pesantemente. "Non dico che non dovrebbe vedere Lucas come padre però non voglio essere uno sconosciuto per quel bambino o bambina che sia." Lucas si fa avanti ed entra nella cucina, i due lo guardano seri. "Hai sentito?" Chiede Betany con voce tremante. "Si, ho sentito tutto." Non ho mai visto Lucas così serio, di solito è il giullare della squadra. "Come è successo?" È sconcertato come lo siamo tutti. "Eravamo entrambi ubriachi, io più di lei. Le sono andato attorno io, ero arrabbiato perché le cose con Vivian non andavano benissimo ed è successo quel che è successo." Se non altro bisogna dargliene atto ad Asher che sa smettere le proprie colpe. "Cosa vuoi fare tu?" La voce della cheerleader a malapena si sente. "Cosa voglio fare?" Ridacchia nervosamente. "Non lo so. Controvoglia mi ero rassegnato a diventare padre pensando di essere stato io l'autore del misfatto, ma non so se ho voglia di essere il padre di un figlio non mio. È troppo anche per il mio poco orgoglio." Si gira ed esce dalla confraternita senza nemmeno prendere su il giacchetto. Vivian in tutto ciò è corsa in bagno, forse dovrei andare da lei. Mi avvicino alla porta del bagno e la chiamo, la avviso che sono io e sono da sola. Mi fa entrare, è in lacrime seduta sul wc, la testa fra le mani. "È colpa mia. È colpa mia." Continua a ripetere, effettivamente se avesse detto ad Ascher la verità non si sarebbe arrivati a questa situazione. "Vedrai che lui capirà quando gli dirai la verità." Tira su col naso e mi guarda dritto negli occhi. "Pensi che sia un buon momento per dirglielo?" Sta singhiozzando. "Bhe, in parte lo ha già capito. Non sarà mai un buon momento, ma ormai è inevitabile che tu glielo debba dire." Prende coraggio esce dal bagno e si dirige da Asher. Mateo è vicino a me in cucina, mi aggiorna che mio marito e Oliver sono andati a cercare Lucas. "Mi spiace per Vivian e il quarterback, spero riescano a risolvere i loro problemi." Mateo annuisce disinteressato. "Cosa affolla i tuoi pensieri?" Gli chiedo vendendolo distratto. "Dafne, non so sta diventando sopportabile. Mi è quasi mancata durante le vacanze. Chissà, ma intanto stanotte rimane con me in camera." Sono felice per lui anche se io e lei non siamo mai state grandi amiche.

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