27. Confessioni

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Katsuki entrò con passo esitante nella camera dell'albergo e si rese conto di aver trattenuto il respiro solo quando Eijiro, poco distante da lui alle sue spalle, aveva chiuso la porta.

Si guardò attorno e per quegli istanti di silenzio quella stanza buia sembrò soffocarlo benché non si trattasse di certo di un ambiente piccolo. Addossato ad una delle pareti bianche un letto matrimoniale occupava parte dello spazio, un tappeto chiaro segnava la distanza tra il materasso e un armadio a specchio mentre sul lato opposto alla finestra che si affacciava su uno dei canali un piccolo divano era posto contro l'ultima parete.

Il corpo di Katsuki reagí immediatamente quando le mani di Eijiro si posarono sui suoi fianchi, si tese come una corda di violino troppo nervoso per apprezzare quel gesto da parte del suo ragazzo

«allora, si può sapere che succede?» gli chiese il rosso poggiando il mento sulla sua spalla e il capo del biondo di voltò di scatto riuscendo a vedere solo con la coda dell'occhio il profilo del viso dell'altro.
«mh?» rispose come se fosse tornato solo adesso alla realtà e una risatina sfuggí alle labbra di Eijiro che fece scivolare le mani sul suo stomaco così da poterlo abbracciare
«Katsuki, perché sei così teso?» domandò allora e l'altro sospirò abbassando lo sguardo portando distrattamente le sue dita su quelle del rosso
«non lo so» bisbigliò così impercettibilmente che Eijiro riuscí a percepire solamente un mugolio
«come?» chiese curioso e un altro sospiro sfuggí alle labbra di Katsuki
«non lo so - ripeté a voce più alta sospirando e liberandosi dalla sua stretta - non lo so, ok? - disse frustrato sedendosi sul letto e poggiando i gomiti sulle ginocchia lasciando che le sue mani pendessero davanti a lui, sotto il suo sguardo perso nel vuoto - non ci capisco niente - imprecò ed Eijiro sorrise avvicinandosi a lui - è piuttosto palese che l'idea degli altri, per il regalo insomma, fosse un'altra, ma non capisco dove sia il problema, mi dispiace, dico davvero, lo so che ci provi da tanto, ma io- io... - borbottò arrossendo facendo di tutto per non incontrare lo sguardo del rosso - io sono nervoso - ammise con un tono di voce così basso che l'altro dovette fare un enorme sforzo per capirlo - ecco l'ho detto, sono terribilmente nervoso, perché tu hai di certo più... più esperienza di me e io... ho- io ho paura di sbagliare q-qualcosa, insomma non- non... - sospirò chiudendo gli occhi - sono patetico vero?»

Eijiro sorrise avvicinandosi a lui e poggiò le mani sulle sue guance facendogli alzare il viso verso di lui dopo essersi sistemato nella spazio creatosi tra le gambe del biondo

«non lo sei, è normale essere nervosi, avresti dovuto dirmelo subito, mi dispiace se in qualche modo ti ho messo pressione» gli rispose dispiaciuto
«ma io voglio- cioè nel senso... - si interruppe arrossendo mentre osservava l'altro dal basso - non mi hai messo pressione... solo non so- non so come comportarmi» sussurrò.

Eijiro lo ascoltò in silenzio e infine annuí pensieroso mentre la sua mano destra saliva ad accarezzare le sue ciocche bionde con gesti lenti e delicati che fecero rilassare Katsuki.

«devi solo... rilassarti Katsuki, tutto qui» rispose dopo attimi di silenzio abbassandosi alla sua altezza così da far incontrare i loro sguardi e il biondo arrossí nuovamente abbassando il suo viso e rompendo il contatto visivo.

Percepí poi la mano di Eijiro sfiorargli la guancia e quando sollevò lo sguardo l'altro lo baciò; non era un contatto urgente, ma lento e delicato, labbra che si sfioravano, respiri lenti, il fiato caldo sui loro visi e gli occhi chiusi. Ora che Katsuki aveva esternato il suo stato d'animo si sentiva più tranquillo, sapeva che l'altro l'avrebbe rispettato e non sarebbe andato oltre se lui non avesse voluto, ma in quel momento, preda di tutte quelle sensazioni, iniziava a dubitare che si sarebbe deciso a fermarsi.

Le mani di Eijiro di posarono sul materasso poco oltre la sua schiena e istintivamente Katsuki indietreggiò finché non si ritrovò al centro del letto con il busto sporto indietro, sovrastato dalla figura del rosso in ginocchio sul materasso con le gambe ai lati delle sue distese e le mani, anch'esse sul letto, oltre la sua schiena.

Backstage || KiribakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora