Eijiro fu il primo a svegliarsi quella mattina, non era certo di che ore fossero ma il sole rischiarava ormai il cielo e i suoi raggi caldi si insinuavano tra le tende bianche della finestra affacciata su uno dei canali di Venezia. La camera era silenziosa e quella luce improvvisa che lo colpiva dritto negli occhi lo costrinse a stringere le palpebre mentre la sua bocca si abbandonava ad un sonoro sbadiglio; stiracchiò appena le braccia, il destro ancora sotto il cuscino, il sinistro sul fianco del ragazzo davanti a lui e si concesse poi di guardarsi attorno lasciando sfuggire il suo sguardo a quello spiraglio di luce dalla finestra che tanto lo infastidiva. La sua attenzione fu immediatamente rivolta a Katsuki, il ragazzo ancora dormiva e in quel momento gli dava le spalle impedendogli di vedere il suo adorabile - così amava definirlo Eijiro - viso rilassato. Anche se non poteva osservarlo direttamente immaginava perfettamente l'espressione di pace dipinta sul suo volto, gli occhi chiusi senza quel solito cipiglio, le ciglia lunghe, le guance arrossate per il calore emanato dalle coperte che lo avvolgevano e le labbra socchiuse.
Eijiro sorrise con occhi assonnati e reggendo il suo busto con il gomito destro si mise su un fianco sporgendosi appena così da poter scrutare il profilo del suo viso attraverso la chioma di capelli biondi scombinato. Le dita della sua mano sinistra risalirono lentamente e sfiorarono le sue ciocche scostandole poi dal suo viso prima di depositare un piccolo bacio sulla sua tempia.
Sorrise ancora notando le guance del biondo tingersi di sfumature rossastre osservandolo poi mentre socchiudeva gli occhi dopo aver corrucciato la fronte in un cipiglio. Gli occhi assonnati di Katsuki si rivolsero a lui e mentre le sue dita accarezzavano i suoi capelli sussurrò al suo orecchio
«ehi, è tardi, dovresti svegliarti» il suo tono era basso e delicato e il biondo mugolò voltandosi verso di lui stendendosi sulla schiena e chiudendo di nuovo gli occhi.
Eijiro si sentiva uno stupido tanto lo stesse osservando con amore, ma non poteva farne a meno, in quel momento, sembrava tutto perfettamente al suo posto, nulla andava cambiato e mai si era sentito più felice di provare quel piacevole mix di emozioni che gli scaldavano il cuore. Quella pace, il silenzio che li circondava, i loro respiri lenti, il calore dei loro corpi nudi avvolti dalle coperte.
«ti amo» sussurrò spontaneamente e Katsuki sorrise mostrandogli le sue iridi prima che il rosso si sporgesse in avanti per baciare le sue labbra.
Quel secondo giorno a Venezia fu più tranquillo del primo, entrambi i ragazzi erano rilassati, si concedevano tempo per guardarsi attorno, per chiacchierare, godendosi a pieno quella giornata di sole calda e piacevole. Le vie erano gremite di turisti, le voci delle persone si sovrapponevano l'una all'altra, ragazzi che ridevano, turisti fermi per scattare foto, chi scrutava guide cartacee.
Katsuki ed Eijiro camminarono per ore, la loro giornata sembrava essere iniziata tardi, avevano abbandonato l'hotel solo verso l'ora di pranzo, ma non persero occasione si girare tra le vie e i canali di quella città tanto affascinate.
Non si erano fermati un istante, i loro sguardi avevano esplorato curiosi ogni dove, le dita delle loro mani costantemente intrecciate e i loro passi accompagnati dalle risatine del biondo che seguiva i passi veloci di Eijiro ritrovandosi trascinato da lui.
Lo aveva scrutato per parecchio tempo quel giorno, perdendosi nelle sue espressioni affascinate, nelle sue parole mentre gli raccontava tutte quelle storie e informazioni sui monumenti che visitavano. Era stato condotto al palazzo Ducale di Venezia, capolavoro dell'arte gotica più volte distrutto e ritornato splendente, il rosso gli aveva parlato delle opere che ospitava pronunciando perfettamente quei nomi di artisti italiani che al solo pensarci gli sembravano impossibili da ricordare.
Erano stati sul Canal Grande ed Eijiro gli aveva parlato di come questo attraversasse Venezia per ben quattro chilometri dividendo in due parti il centro storico della città. Era ben più antico della stessa città e i palazzi che si affacciavano sulle acque sembravano fare a gara per catturare l’attenzione dei turisti, regalando un scenario meraviglioso e del tutto nuovo. Ogni volta che il rosso sorrideva Katsuki non poteva fare a meno di ricambiare lo stesso gesto, provava una felicità inimmaginabile alla vista del suo ragazzo così spensierato e allegro, avrebbe fatto qualsiasi cosa per far in modo che fosse sempre così. Il tour era poi terminato a Piazza San Marco e i due ragazzi si erano concessi una breve pausa passeggiando lentamente nella vasta area colma di turisti
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Backstage || Kiribaku
FanfictionE se My Hero Academia fosse invece un famosa serie televisiva? Cosa ci si potrebbe aspettare dietro le quinte, tra una pausa e l'altra, tra ragazzi che si allontanano per pochi minuti dalla personalità del loro personaggio?