Ivan Matvej Ivanov, Istoricheskaya Akademiya, Mosca-Russia.
Erano le quattro del mattino. Le fottute quattro del mattino ed un messaggio proveniente dal numero di mio zio mi aveva ordinato di recarmi con urgenza nei sotterranei. Erano due mesi che dormivo due ore a notte, perché Gorislav voleva mettere a punto l'attacco contro uno dei tanti esponenti contrari nell'istituzione politica russa, ma era altrettanto tempo che ignoravo le sue avance.
"Zio." Mi addossai alla parete umidiccia e cancellai qualsiasi espressione dal mio viso. "Desideravate parlarmi?"
Nonostante fosse quasi buio, sapevo che era lì: lo vedevo nascosto vicino alle scale.
"Nipote caro." Uscì allo scoperto con un sorriso storto e si passò una mano sulla testa canuta. "Volevo parlarti."
"Mio fratello?" Sollevai un sopracciglio, perché nonostante Gorislav fosse un Ivanov, era comunque fratello di mio padre e inferiore a me e i miei fratelli nella linea di successione. "È lui il boss."
"Bada a come parli, ragazzino." Serrò la mascella ma non mi feci intimorire. "Hai eseguito il mio ordine?"
"No." Fu la mia risposta secca. "Adesso che mio fratello è tornato, come ti dico da un anno a questa parte, eseguirò i suoi diretti ordini e lui non mi ha ancora chiesto di uccidere una ragazzina." Incrociai le braccia al petto. "Quindi, no."
"Ma suo padre-
"Non me ne fotte un cazzo di suo padre, Gorislav." Stavo camminando su una linea molto sottile, quasi inesistente. "Lo sai benissimo che non possiamo rischiare e mi chiedi di uccidere una ragazzina; per la miseria, vuoi per caso che il KGB ci dia la caccia?!" Ringhiai, ormai troppo incazzato per rendermi effettivamente conto del rischio. "Una ragazza che probabilmente non è responsabile e non sa nulla di ciò che sta accadendo fuori di qui."
"Tutti paghiamo per gli errori dei nostri genitori." Gorislav si avvicinò come una pantera. "Vogliamo parlare di te? Tua madre voleva togliersi la vita quando ancora ti portava in grembo e sei diventato un cazzo di cocainomane."
La rabbia mi saturò i neuroni e lo afferrai per la collottola. Gorislav era basso e tarchiato, assolutamente diverso da mio padre, che era stato invece un uomo alto e imponente, non mi sarebbe stato dunque difficile sbatterlo contro al muro alle sue spalle, ma non potevo.
Aveva potere, aveva degli uomini e non volevo rischiare la pelle. Era vero, avevo fatto uso di cocaina e grazie al cielo ne ero uscito; avevo fatto pace con la mia vita? No, odiavo quella società, la odiavo con profonda dedizione, ma non mi sarei più rovinato a causa della Drakta.
"Ricordati con chi stai parlando, zio." Lo lasciai e per poco non capitombolò sul pavimento. "Non dimenticartelo." Gli diedi le spalle e feci per dirigermi verso l'esterno. "Torna con mio fratello e ne possiamo parlare, ma non prima di allora."
Lasciai i sotterranei, ma sapevo che me l'avrebbe fatta pagare, perché erano ormai sei mesi che cercavo di tenergli i piedi in testa; per precisare, da quando avevo compiuto diciotto anni ed ero più che certo che quel trattamento non fosse tra i suoi preferiti.
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Resilienza | THE NY RUSSIAN MAFIA #4
ChickLit[COMPLETAMENTE REVISIONATA✨] Ivan Matvej Ivanov. Un ragazzo salvato per miracolo, una vita spezzata dalle oppressioni della propria società, uno spiraglio di luce in due occhi scuri.