Ivan Matvej Ivanov, Istoricheskaya Akademiya, Mosca-Russia.
22/07/2012
Mi ero chiusa in cameretta.
Mi avevano chiusa nella mia cameretta.
Ma ho trovato il modo di sapere, le pareti - non sono poi così spesse - sussurrano.
Hanno detto che mamma è all'ospedale.
È ricoverata.
Hanno dovuto ricoverarla, ha detto papà ad una signora bionda.
Una signora bionda che non conoscevo, ma mamma è scoppiata a piangere quando l'ha vista.
Ero tornata da scuola.
Non ho capito cosa è successo.
Ho solo tredici anni, mi ha detto papà, non puoi capire, ha continuato. Vai in cameretta! Chiuditi e non uscire!
Ma ho paura.
Piango.
Mi manca la mamma.
Non tornerà.
Loro pensano che io non abbia sentito, ma ho sentito tutto.Chiusi il quadernino di scatto. Scrutai il soffitto e mi stropicciai il viso. Mi ero sentito un ladro. Mi sentivo un ladro. Quella ragazza, porca puttana, chissà quanto aveva dovuto soffrire, ma non riuscii ad esimermi dall'aprire di nuovo il quaderno e sfogliare qualche altra pagina.
16/09/2012
La donna bionda è ancora qui.
Mamma è ancora in ospedale.
Mamma non tornerà.
Scrivo perché ho paura di dimenticare. Non mi fanno uscire dalla cameretta, a meno che non debba mangiare. Voglio andare in quell'accademia meravigliosa dove ha studiato mamma.
Voglio scappare da qui.
Devo resistere.Con il cuore in gola sfogliai velocemente le altre pagine e mi accorsi che i giorni fossero sempre più distanti tra una annotazione e l'altra; era come se Gayaniya avesse perso anche la voglia di scrivere.
24/12/2013
Mamma non torna.
Papà non la vuole più.
La signora bionda è sempre qui ed io non riesco più a starmene chiusa in queste quattro mura. Ho 14 anni. È la vigilia di Natale.
Non ci sarà nessun Natale.
Non ci sarà mamma.
Papà e la signora bionda hanno una cena importante. Io sono qua da sola.Deglutii e mi resi conto che con Gayaniya avessi molte più cose in comune di quante ne avessi mai scovate con qualcun altro. A quel pensiero mi sorprese una morsa al petto: era due anni che non vedevo i miei fratelli; non li avevo più incontrati da quando mi avevano trasferito in Russia e non potevo biasimarli.
Avevo avuto davvero bisogno della 'mano dura' di Gorislav; era stato difficile? Tantissimo. Avevo iniziato ad amare la mia vita? Per niente, ma avevo imparato a fingere per non morire. E fingevo bene, facevo finta che stesse andando tutto bene, ma non andava bene per nulla. La vita mi scorreva tra le dita ed ero triste, molto triste, non avevo uno scopo, non mi sentivo a mio agio in quella che sarebbe dovuta essere la mia società, e per fortuna forse sabato sarebbe cambiato qualcosa, sabato avrei rivisto i miei fratelli, Maria e tutti i loro figli, i miei nipoti, mi ricordai con un vago sorriso e forse tutto sarebbe cambiato.
Sabato forse sarei tornato a percepire di nuovo una blanda emozione.
Forse.
O forse no.
Non avrei provato niente.
Niente di niente.
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Resilienza | THE NY RUSSIAN MAFIA #4
ChickLit[COMPLETAMENTE REVISIONATA✨] Ivan Matvej Ivanov. Un ragazzo salvato per miracolo, una vita spezzata dalle oppressioni della propria società, uno spiraglio di luce in due occhi scuri.