Ivan Matvej Ivanov, Villa Ivanov, Mosca-Russia.
Avevo dovuto bere per forza qualcosa di forte, per decidere di andare nella villa Ivanov, che i miei fratelli avevano comprato quando erano venuti ad abitare in Russia; qualcosa di decisamente forte e assolutamente illegale per un neo maggiorenne. Camminai lungo il vialetto d'ingresso della sontuosa abitazione imponente e mai il mio metro e novanta mi era sembrato più insulso.
La villa che avevano comprato poteva benissimo competere con Malfoy Manor; ah, sì mi appuntai mentalmente, nella to do list avrei dovuto aggiungere anche la maratona di Harry Potter con Gaya, ma non era di certo quello il momento per poter pensare a queste faccende.
Dovevo entrare. Chiedere in prestito uno smoking a Mikhail. Uscire. Niente di più semplice: entra, prendi lo smoking e esci. Veloce, pratico, ma, ovviamente, non attendibile. Il maggiordomo che mi spalancò la porta fu Reginald e fui alquanto sorpreso di scovarlo lì; avevo pensato che con la sua età non avrebbe avuto alcun desiderio di viaggiare tra due parti del globo, invece, eccolo, impettito come al solito.
"Signorino Matvej, non la aspettavamo."
Raddrizzai la schiena e sorrisi tirato di fronte all'utilizzo del mio secondo nome.
"Oh, lo so." Entrai per eludere il clima freddo che prometteva neve nel pomeriggio e mi girai a guardare Reginald. "Dove trovo i miei fratelli?"
Non mi scomodai a togliere il cappotto dell'Accademia: doveva essere una toccata e fuga.
"Nello studio sulla destra, in fondo a quel corridoio."
"Perfetto come sempre, Reginald." Sorrisi un po' più naturale quando notai due grossi pomelli rossi proprio di fianco al naso adunco. "Grazie."
Senza attendere la sua risposta, mi incamminai verso la zona indicata, ma voltato un angolo le mie lunghe gambe si scontrarono con due marmocchi.
"E voi siete?" Sollevai un sopracciglio e notai altri quattro marmocchi, di cui uno pel di carota, all'arrembaggio. "La ciurma, immagino."
"Tu chi sei?" Disse la bambina bionda, incrociando le braccia con fare dispotico.
"Erin Fenya," dissi a mo' di saluto con una smorfia. "Non potresti essere nessun altro se non la figlia di Andrej." Spostai lo sguardo sul moccioso alla mia destra. "Aleksei?"
"È esatto," borbottò il bambino di quasi cinque anni.
"Sempre insieme a combinare guai?" La mia domanda retorica non ebbe alcuna risposta e così svicolai lontano dai marmocchi, salutando con un cenno del capo le tre donne che si erano palesate all'estremità opposta del corridoio e mi fissavano con tanto d'occhi. "Matrimoni," sibilai mentre bussai alla porta dello studio.
"Sì?" Il chiacchiericcio che proveniva dall'interno si interruppe bruscamente. "Avanti."
Mi schiarii la gola e chiusi le mani a pugno.
"Sono Ivan, devo parlare con Mikhail." Non ricevendo risposta, spalancai la porta e miei occhi caddero sui movimenti bruschi e goffi di Dimitri. "Cosa mi nascondete?" Mi avvicinai un po' alla scrivania, ma Mikhail si interpose con un finto sorriso su quel bel viso da prendere a schiaffi. "Allora?"
"Niente di che, fratello." Si scompigliò i capelli, che se possibile mi risultarono ancor più biondi alla luce dello studio. "Affari."
"Io non credo." Svicolai da Mikhail con una spallata e agguantai il foglio sulla scrivania; Dimitri sospirò sconfitto e Andrej si avvicinò cauto. "Un documento di disconoscimento?" Sfogliai il fascicolo, ma la totale immobilità dei miei tre fratelli mi fece sospettare il peggio e con occhi vacui riconobbi la firma sull'ultima pagina. "Gayaniya?!" La mia attenzione si focalizzò su un insieme di quadernini alla destra del posa cenere. "Questi sono i suoi cazzo di diari!"
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Resilienza | THE NY RUSSIAN MAFIA #4
ChickLit[COMPLETAMENTE REVISIONATA✨] Ivan Matvej Ivanov. Un ragazzo salvato per miracolo, una vita spezzata dalle oppressioni della propria società, uno spiraglio di luce in due occhi scuri.