Ivan Matvej Ivanov, quartiere residenziale in provincia di Mosca, Russia.
Entrai nel piccolo cottage di uno dei villaggi in provincia di Mosca, in cui mi ero trasferito insieme a Gayanyia e respirai il profumo di casa; erano trascorsi cinque anni ed amavo quella donna molto più di quanto potessi anche solo immaginare e l'anno scorso Primrose si era aggiunta a noi due.
Prim, la mia bellissima bambina dagli occhi azzurri e dai capelli neri come la notte, si stava incamminando verso di me un po' traballante su quelle gambettine cicciotte.
"Ehi, amore di papà, vieni qui." La presi sotto le ascelle e me la appiccicai al petto. "Dov'è la mamma, amore?" Le baciai la testa e con il piede chiusi la porta di casa mentre Prim mi rispose con un versetto, muovendo le gambine con insistenza. "Ma cosa ci fai ancora sveglia, birichina?" Le baciai il naso. "Sono le nove, non dovresti dormire?"
Primrose rise e mi accarezzò la guancia.
"Ivan, finalmente." Gaya mi sorrise e mi aiutò a sistemare la valigetta ventiquattro ore con la quale lavoravo in un ripiano del mobile di fianco alla porta di ingresso. "Non ha voluto dormire, non quando il suo papà le mancava."
Mi sorrise e la abbracciai, ma il nostro abbraccio e bacio di bentornato a casa fu interrotto da una splendida manina cicciottella.
"Prim, lasciami baciare la tua mamma." Presi con delicatezza Gayaniya per il collo e le scoccai un bel bacio. "E ora vediamo di dormire." Strizzai l'occhio a mia moglie e mi portai la mia bella bambina nella sua stanzetta. "Allora, principessa, vogliamo dormire?"
La adagiai nella culla e iniziai a canticchiarle una canzoncina che di solito Gayaniya le propinava per farla addormentare, mentre le massaggiavo il pancino; dopo dieci lunghi minuti, Primrose chiuse gli occhi.
"Sei bravo con lei, lo sai?"
Mi cullai nella voce dolce di mia moglie e mi girai verso di lei. Se non ci fosse stata lei, se non ci fossimo salvati a vicenda, se questa bellissima donna non mi fosse venuta a sbattere addosso quando eravamo due ragazzini nei corridoi dell'Accademia, tutto questo, la nostra vita, la nostra nuova rinascita, la nostra bellissima bambina, non ci sarebbe stata.
"Lo sai che ti amo?" Chiusi la porta della stanza di Prim e le presi la mano. "Lo sai, vero?"
"Sì." Mi sorrise e la presi in braccio. "Dai un bacio a tua moglie?"
"Finalmente sì." Le diedi un bel bacio e poi mi feci accompagnare in cucina, dove mi passò un calice di vino e la cena. "Ha chiamato Dimitri?"
"Sì, ci aspetta per le vacanze di Natale." Mi sorrise e sorseggiò il vino. "Puoi?"
"Sì, sì, sono un vecchio associato nello studio legale in cui lavoro, quindi teoricamente posso lavorare come mi pare." Le strizzai l'occhio. "E la scuola di danza?"
Perché Gayaniya aveva abbandonato l'idea di essere una ballerina del Bolshoi, ma aveva continuato a coltivare la sua passione. Eravamo ancora legati alla Drakta, ma in maniera più finanziaria, e, ovviamente, a causa dei miei legami di sangue, ma così riuscivo a respirare, finalmente e solo grazie alla donna al mio fianco avevo ripreso a respirare come una persona normale.
Ed io adoravo la normalità.
"Non ci sarà nessun problema."
Fine.
ANGOLO AUTRICE🤩:
Babeeeeeesss here we are! Ivan è stato davvero uno dei miei preferiti.
Attendete il prologoooo
STAI LEGGENDO
Resilienza | THE NY RUSSIAN MAFIA #4
ChickLit[COMPLETAMENTE REVISIONATA✨] Ivan Matvej Ivanov. Un ragazzo salvato per miracolo, una vita spezzata dalle oppressioni della propria società, uno spiraglio di luce in due occhi scuri.