<<Vedrai che ti piacerà, ne sono sicuro!>>, esclamò Taehyung salterellando accanto a me.
<<Perché mai dovrebbe piacermi questo corso, è così noioso e inutile>>, finii il mio caffè.
<<Scienze applicate non è noioso, lo sei tu Jimin>> sorrise, stringendomi.
Camminammo insieme verso il grande edificio che, come tutti i giorni, ci intratteneva per gran parte del tempo, prevalentemente con lezioni, laboratori, lezioni, e ancora laboratori. Persino al pomeriggio.
Che dire, ero emozionatissimo. Anche oggi mi sarei ritrovato a seguire qualcosa a cui non ero interessato solo per un motivo: Chen. Il ragazzo che mi piaceva dal liceo.
<<Quindi a che ora dobbiamo subirci questa rottura?>>, esclamai sedendomi in uno dei gradini posti all'entrata dell'edificio U9.
<<Durerà un'ora, sei fortunato. Dovrebbe iniziare alle 10>>, affermò guardando l'orologio, cosa che feci anch'io. Perfetto, mancavano dieci minuti alla mia morte.
Mi ero iscritto all'università per studiare psicologia e comunicazione, per diventare poi un'interprete. Amavo le lingue, amavo viaggiare, ma ancor di più, osservare le persone. Studiando per anni il linguaggio non verbale mi resi conto di un sacco di gesti, emozioni che le persone reprimono e mostrano con lo sguardo, con le espressioni. Mi concentrai specialmente sulle sue: Chen. Era così solare, pieno di energie, stronzo e dolce allo stesso tempo. Il mio ragazzo ideale.
Se solo fossi riuscito a rivolgergli la parola per almeno una delle venti volte in cui mi sono ritrovato a svolgere un progetto di gruppo con lui, ora saremmo a un passo dal convivere. Ma il mio coraggio decide sempre di andarsi a fottere nel momento in cui incontro il suo sguardo.
<<Andiamo, si fa tardi>>, esclamò buttando la confezione di caffè d'asporto e sistemandosi lo zaino. Che voglia.
<<Mi devi un favore, sappilo>>, affermai seguendolo. Avanzammo nel grande edificio, vedendo scorrerci davanti migliaia di studenti che si affrettavano a raggiungere le classi, chi chiacchierava tranquillamente, e chi osservava la sua crush da lontano. Non io ovviamente.
Taehyung fu il primo ad entrare, sedendosi come al solito, nel suo amatissimo banco accanto al calorifero. Toccava sempre a me soffrire il freddo.
<<Perché per una volta non posso stare io lì?>> mormorai, tirando fuori i libri.
<<Perché non riusciresti a vedere bene Chen che sta facendo il suo ingresso proprio in questo momento>>, esclamò emozionato. Mi raggelai sul posto.
<<Cosa? Perché non mi hai detto che fosse qui? L'hai fatto apposta vero? Io ti uccido!>>, esclamai nascondendo il viso fra le mani. Perché non sono rimasto a letto?
<<Finiscila e sorridi, sta venendo verso di noi>>, affermò scuotendomi. Ruotai lentamente la testa, cercando di sembrare il più naturale possibile, ma avevo l'ansia alle stelle. Chen si sedette davanti a noi, salutandoci sfoderando il suo miglior sorriso smagliante e stringendo la mano a Taehyung.
<<Da quando siete amici voi due?>>, sussurrai.
<<Da ieri, abbiamo fatto una partita a basket insieme>>, rispose. Prese un quaderno e una penna, mimandomi di stare zitto.
<<Da quando fa parte della squadra lui? E perché io non ne sono a conoscenza?>>, sbraitai. Averlo davanti era anche peggio di parlargli. Almeno lì potevo vedere il suo sorriso, il castano scuro dei suoi occhi profondi, i capelli grigi, le sue mani, il suo corpo da mozzare il fiato....stavo morendo, su quella sedia, in quel momento. E che morte ragazzi.
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Love's Expressions (Jikook)
Fanfiction"Cosa ne sai tu di me? Parli come se mi conoscessi, se sapessi perfettamente cosa provo, e invece non sai proprio nulla. Stammi lontano Jungkook", affermai spingendolo. Mi riportò da lui, costringendomi a guardarlo negli occhi, rimanendo ammaliato d...