Capitolo 33 (Ultimo)

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Jungkook's pov

Lessi il primo biglietto, in cui c'era scritto

"La prima volta che siamo conosciuti è stato in un club, in cui quando toccasti la mia mano, per farmi voltare, avvertii mille scosse elettriche pervadermi il corpo, lasciandomi stupefatto. Già quella sera, ti mostrasti preoccupato per me, cercando di risvegliarmi dall'errore che stavo commettendo. Già lì, avevi capito tutto. Ti cacciai, è vero, perché non volevo vedere la verità, e quella era la soluzione migliore"

<<Hyung vuoi farmi morire?>>, domandai piangendo. Non ero un tipo emotivo, ma quando si trattava di lui nulla era scontato.

<<Lasciati amare>>, affermò. Si alzò sulle punte, lasciandomi un bacio a stampo. Che approfondii.

Mi guidò verso il secondo biglietto, posto accanto ad una lanterna, che raccolsi da terra, per illuminare il suo viso, meraviglioso. Jimin era di una bellezza rara, che mai mi sarei stancato di apprezzare.

"Lo stand di ciambelle, come dimenticarlo. Stavo gustando una delle mie colazioni preferite, tutto solo, finché non sei arrivato tu. Giuro, ti stavo odiando. Non solo perché ne volevi un pezzo, ma perché mi piaceva la tua compagnia, e stavo iniziando a non riuscire più a farne a meno. Ti dissi che eri un ragazzo che allungava troppo le mani, che mi doveva stare lontano perché era un estraneo. Beh, ora quelle braccia sono diventate il mio posto sicuro, la mia salvezza.

Sai perché ti comprai la ciambella poco dopo? Perché non sapevo come ripagarti, e mi sentivo in colpa per averti trattato male, così feci qualcosa che di sicuro, a giudicare dall'espressione delusa che avevi in volto, ti avrebbe aiutato. Vedere il tuo sorriso spontaneo, genuino, è stata la cosa migliore di tutta la giornata" scrisse.

<<Mi stai facendo piangere come una fontana, sei così dolce, amore tutto questo è meraviglioso davvero>>, esclamai emozionato. Non avrei mai pensato che potesse fare una cosa del genere, e sapevo quanto gli costasse esporsi, mettere a nudo ciò che provava, ma l'aveva fatto, aveva trovato coraggio nell'amore che provava per me.

<<Te lo meriti tutto, e ora prendi il terzo biglietto>>, rispose.

Lo presi, trovandolo sopra il tavolo, su cui era appoggiata un'altra rosa, questa volta rossa.

"La palestra. Mi avevi portato in un quell'angolino che nessuno conosceva, tirando giù un materasso, sdraiandoti sopra insieme a me. Lì fu la prima volta in cui ebbi il desiderio di abbracciarti. Se ti ricordi, misi un mano fra di noi, sperando che fossi tu a fare la prima mossa, perché non ne avevo il coraggio. In quel momento il cuore mi urlava di farlo, e così ti ho preso per mano. Ero ammaliato dal tuo sguardo, sempre pieno di dolcezza quando era rivolto a me, fin dai primi giorni.

Mi difendesti in quella furiosa litigata avuta con gli avversari, dell'altra squadra, come se fossi il mio ragazzo. Lì conobbi un altro lato di Jungkook: coraggioso, deciso, più maturo di qualsiasi atro ragazzo della tua età. Nessuno si era mai battuto per me, nessuno lo aveva mai considerato necessario. E guarda cosa hai fatto tu, dopo nemmeno una settimana di conoscenza. Questo accadde perché nessuno è te, la tua rarità è una delle tante cose che amo"

<<Non piangere, o non riuscirai a leggere gli altri>>, sorrise. Mi diede un fazzoletto, accarezzandomi la schiena. Pian piano venivo a conoscenza di ciò che aveva sempre provato, pensato, quando non si fidava di me, quando evitava in ogni modo di parlarmi o confidarsi.

Mi portò fino al quarto bigliettino, accanto ad una bottiglia di spumante.

"Arriviamo alla nota dolente: quando ti dissi che eri un estraneo e che non dovevi intrometterti nella mia vita. Non avrei potuto commettere errore più grande. Avevo paura, perché nel mio ragazzo non c'era nulla in grado di farmi capire che la mia felicità era legata a lui, ed ero sempre più attratto da te, dal tuo modo di essere, dal tuo carattere, ma in particolare dalla tranquillità che eri in grado di trasmettermi. Mi stavo innamorando del Jimin che emergeva quando eravamo insieme, l'unico che solo le persone a me care avevano conosciuto. Dopo quella frase pronunciata, non riuscii più ad andare avanti, il pensiero tornava sempre da te a causa dei sensi di colpa che provai. Finché non decisi di affrontarti, seguendoti a lezione. Lì pur di non farti fare l'intervallo ed ascoltarmi, mi sedetti sulle tue gambe. Fu la prima volta in cui, ti abbracciai. Mi dicesti una frase "sai che posso alzarmi e farti cadere?". Ma sapevo che non lo avresti mai fatto, e sai perché? Perché mi fidavo di te, e so che non lo avresti mai permesso. Avevo le tue mani sul mio ventre, il tuo sorriso a scaldarmi il cuore, con tutto il corpo in subbuglio. Scatenavi in me il caos più totale, che non sono mai riuscito a controllare, nemmeno ora, che stiamo insieme. Perché tu sei troppo importante per me", scrisse.

Love's Expressions (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora